Bettega subito

bettegaAnimo, gente juventina! Ridotti in psichiatria, questuanti juventinità, divisi tra quelli che un altro anno così non ce la si può più fare, e quelli che il prossim'anno vedrai... Una banda di interisti, in pratica.
Io ho la soluzione per voi.
Lasciatemi premettere che non sono un pirla.
Quando, dopo le sconfitte con Palermo e Napoli, si prediceva l'apocalisse, la coppa Uefa, finanche la lotta salvezza, io ho scritto qua: tranquilli, arriviamo terzi.
Quando puntavamo la vetta, ero altrettanto sicuro: lo scudetto è già andato.
Una sola volta mi sono lasciato andare: quando abbiamo vinto a Bergamo. Lì avevo visto una Juve cattiva e mi ero esaltato, per una volta. Mi avevano esaltato le randellate di Marchisio. Poi si è fatto male, inshallah.
Non son qua per fare il figo, ma, per dirvi ancora una volta, dopo il caso Balotelli, che state sbagliando tutto. Vi esaltate e vi abbattete, quando i limiti e le possibilità di questa squadra sono chiari. La Juve è terza per definizione. Tu dici che il calcio non è una scienza esatta, che è mica matematica, che è inutile che faccio il figo. E io, invece, proprio qua ti volevo. Perchè quell' x factor di cui tu parli, quello che scombina i conti, è quell'insieme di motivazioni, grinta, perseveranza, dedizione alla causa, quello proprio della Juve della Triade. E' quello no?
E ti accorgerai bene che è quello che manca, non mancassero anche i campioni.
Tu adesso chiedi juventinità dove c'è bisogno di professionalità e viceversa.
Vuoi un allenatore gobbo e dei dirigenti competenti. Sei proprio fuori strada.
Se credi di essere apposto con Conte e Marotta, sei definitivamente un interista.
Andiamo per punti. Il mister. Trapattoni, Lippi, Ancelotti, Capello. Chi di questi era gobbo? Bravo, nessuno. L'allenatore deve essere competente e professionale, punto e stop. Possibilmente, per allenare la Juventus, deve avere già dato sufficiente prova della sua bravura. Non è una condizione necessaria, ma non mi venite a parlare di calcio-champagne e di primato in serie B, con una squadra di potere, tra l'altro.
Non mi pare che nè Dominissini, record di punti, nè Glerean, profeta del calcio offensivo, siano poi finiti al Milan o anche solo al Torino.
Anzi, un feticcio di juventinità potrebbe anche essere una vera iattura.
Antonio Conte, capitano di mille battaglie, oggi si candida feroce al posto di Ranieri. Dice che la Juve ha una rosa che vale quella dell'Inter. Che questa dirigenza, partita dalla B, sta facendo benissimo.
Un allenatore perfetto. Per loro. Non solo non devono fare grandi spese perché - lo dice l'allenatore - siamo già al livello dei nerazzurri, ma si assicurano anche uno che promette lo scudetto in simili condizioni. Mica come quel coniglio di Ranieri. E poi gobbo, caspita se è gobbo. I tifosi gradiranno.
Talmente gobbo che è il Capitano. Gobbo però di quelli che, riferendosi alla gestione precedente, dicono di aver dato assai più di quanto abbiano ricevuto. Non è lui il primo, non sarà l'ultimo. Ma se Zinedine Zidane sostiene invece che la Juve gli ha insegnato tutto, e che si sente eterno debitore - e dico Zinedine Zidane - mi scappa proprio da ridere: capitano o non capitano, gobbo o non gobbo, qualcosa che non quadra c'è. Ha troppa voglia di allenare questa, proprio questa Juve, Conte.
Non possiede ancora le credenziali, e probabilmente si accontenterebbe di qualche ritocco di facciata, pur di sedere su quella panchina. Crede di essere bravo, ma bravo davvero. Forse lo è. Promette miracoli. Forse c'è del Zeman in questa follia?
Non lo so. Certo: il capitano di lungo corso che promette lo scudetto con una squadra del genere, a me sembra davvero un colpo basso. Costruito da chi tiene al proprio posto assai più che alla Juve.
Non c'è bisogno di uno juventino in panchina. Per carità: nemmeno di Mancini. C'è bisogno di uno bravo, con una società di juventini forti, dietro.
Tu mi dici: ah ma Moggi e Giraudo non erano juventini. Vero, ma c'era il Dottore. Dal 2004 non è più la stessa cosa. La Juve, come ha spiegato l'ottimo Luca De Meo, è, da allora, un asset della Fiat. Non si è potuta permettere una difesa durante Calciopoli, perché questo avrebbe danneggiato l'immagine Fiat. Nella più innocua delle ipotesi.
Gli uomini che non ci hanno difeso, in osservanza di queste ragioni, sono tutti ancora lì.
Noi abbiamo combattuto e ottenuto una grande vittoria, mentre loro costruivano una squadra da terzo posto: la stragrande maggioranza degli juventini continua a considerare quei 12 anni come un periodo straordinario della storia della Juve, non rinnega gli uomini che hanno contribuito a quegli straordinari risultati, non asterisca un bel niente.
Non c'è niente, proprio niente, di cui vergognarsi.
Di sicuro, nessuno si vergogna di Roberto Bettega, che da Calciopoli non è stato neanche lontanamente sfiorato. E Roberto Bettega è tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Il problema della scarsa qualità dei nostri dirigenti si pone, infatti, in termini di juventinità, ancor prima che di professionalità, evidentemente mancante.
Bisogna volere il bene della Juve. Saperla difendere. Anche e soprattutto dalla Fiat.
Tutto quello di cui abbiamo bisogno, è di una figura di garanzia, di continuità, di rappresentanza.

Questi sono i nostri problemi, cari tifosi, problemi veri:

1) Non vogliamo una nuova Juve, ma una Juve erede di quella precedente. Bettega.

2) Non ci sentiamo garantiti dalla proprietà e dalla dirigenza. Non riusciamo a credere, dopo quello che hanno combinato nel 2006, che davvero abbiano a cuore le vittorie della Juventus. Bettega.

3) Non troviamo alcuna figura che rappresenti all'interno del cda, le nostre ambizioni e le nostre battaglie. Bettega.

Bettega con un ruolo operativo. Che decide. Assieme agli altri, ovvio.
Mettiamoci di fronte all'evidenza.
Manca la volontà di far tornar grande la Juve, ancor prima che le competenze per farlo, chiaramente deficitarie.
Potremmo chiedere la luna: Andrea Agnelli al posto di John Elkann.
Lo abbiamo fatto, continueremo a farlo.
Ma sono questioni su cui non abbiamo alcuna influenza, questioni troppo grandi e complicate.
Alla Exor facciano come gli pare.
Ma noi abbiamo bisogno, subito, di un uomo da Juve e della Juve al comando.
Non chiedete, perciò, un gobbo in panchina.
Ma un gobbo dietro la scrivania.
Un gobbo che sceglie l'allenatore, che prova a ricreare una strategia di insieme, per vincere.
Perciò lasciate stare Ranieri. In fondo, tutto quello che gli si può rimproverare è che arriveremo terzi anzichè secondi, come da lui promesso. Di vincere, è vero, non ne è capace. Ma nemmeno lo ha promesso.
Bettega, così penso io, non lo riconfermerebbe.