La Juve non è tua

elkann john“Un leader è chi aiuta un gruppo a formulare e a raggiungere obiettivi condivisi. Talvolta il vero leader non è chi ricopre una posizione ufficiale. Ricoprire formalmente una posizione di leadership è come detenere una licenza di pesca: non garantisce che si porti a casa il pesce. La leadership è ciò che si fa, non solo ciò che si è.” Joseph S. Nye Jr

Da qualche parte bisognerà pur cominciare. No, i Black&White Knights ancora non esistono (o forse sì?); in Italia non esiste Supporters Direct, l'agenzia fondata dal governo britannico per aiutare i tifosi a essere rappresentati all'interno dei club, con l'ambizioso obiettivo finale di diventarne loro stessi i proprietari; non esistono i Trust, le strutture che riuniscono i tifosi che pretendono di entrare nella gestione del club. Certo, l'Italia non è l'Inghilterra. E, certo, siamo estremamente realisti, nessuno di noi è disposto a barattare un'amatriciana fatta bene con una legge fatta bene. Non di meno, da qualche parte bisognerà pur cominciare. E una cosa è certa: noi ci saremo.

Siamo stati i primi in Italia a parlare delle iniziative dei tifosi britannici decisi a partecipare alla gestione dei loro club, a raccontare una visione comune: la nostra squadra non deve essere espressione e ostaggio di un gruppo economico, spendibile per i suoi obiettivi economici e politici. Abbiamo parlato con loro, scoprendoci straordinariamente simili: l'abbiamo fatto con i tifosi del Newcastle, dei Glasgow Rangers, presto ne parleremo con i tifosi del Portsmouth, la squadra recentemente entrata in amministrazione controllata e sull'orlo del fallimento, la cui gestione da parte dei proprietari simboleggia quel modo sbagliato di intendere il calcio, da comitato d'affari. Ogni giorno seguiamo nella nostra sezione news le imprese del MUST (il trust del Man U), di Spirit of Shankly (Liverpool) e di tutti gli altri. Ve l'abbiamo detto settimana scorsa: vogliamo una Juve come il Newton Heath e una tifoseria che sostenga questa visione. La squadra non è loro, è nostra. Non si può far finta che noi non esistiamo, come stanno facendo i Glazer, Mike Ashley, David Murray e da noi John Elkann e il suo fido scudiero Jean-Claude Blanc.
Certo, i Trust di Oltremanica sono forti: è stato commovente ascoltare come i tifosi dei Rangers, ad esempio, abbiano bloccato il sale and lease back di Ibrox. Noi non lo siamo. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare e noi ci saremo.

Oggi tutti i tifosi della Juve, anche i più indefessi sostenitori di questa proprietà e di questa dirigenza, si sono accorti che si è raggiunto un punto di non-ritorno. La situazione è drammatica e loro vanno avanti come se niente fosse. Blanc addirittura vorrebbe che si parlasse d'altro. E' stato imbarazzante e irrispettoso per tutti i veri tifosi juventini quanto da lui sostenuto qualche settimana fa al Lingotto alla riunione con gli Juventus Club DOC. I tifosi dovrebbero essere contenti del nostro modello sostenibile, nonostante i risultati sportivi pessimi, questo il riassunto. La cosa grave è che questa proprietà e questa dirigenza vorrebbero anche scegliersi i tifosi con cui dialogare, i tifosi cui dovere delle spiegazioni, i tifosi DOC, i tifosi WASP. Quelli cui sono riservati grandi vantaggi, magari una cena con la mirabolante presenza di un panchinaro, e qualche baggianata quando la Juve va male.

No, non è così. Tutti i tifosi della Juve pretendono e hanno bisogno di spiegazioni. Dal 2006 ad oggi. Ne mancano parecchie. E' ora che qualcuno si prenda le responsabilità e spieghi tutto, ma proprio tutto, ai tifosi. E questo qualcuno non può che essere John Elkann. Cominci a spiegarci perché quella domenica di maggio del 2006 scaricò i dirigenti che avevano garantito 12 anni di successi alla Juve, solo per la pubblicazione di alcune intercettazioni contenute in un atto di archiviazione, al termine di indagini che avevano statuito che nessun reato era stato compiuto. E da lì in avanti.

Lo dicevamo l'altra volta: avremmo contestato anche se, come il Manchester United, la Juve avesse centrato qualche successo. Non è stato così. E anche in questo John Elkann ha più di una responsabilità, naturalmente da dividere con il suo plenipotenziario Blanc. Ma prescindiamo dai risultati, non è il quarto posto o il sesto a cambiare le cose.
I risultati pessimi hanno fatto però vedere una cosa a tutti: per Elkann e cricca, la Juve è roba loro. Non si sono degnati di spiegarsi con noi, di scusarsi magari. Jean-Claude Blanc è convinto di dover rendere conto solo al suo datore di lavoro. E' abituato così, ma questo non è il calcio.
Davanti ai tifosi bisogna prendersi le responsabilità, bisogna dimostrare di amare la Juve e di difenderla. Non è mai successo in questi quattro anni. Mai. Nessuno ha mai sentito il dovere di rendere conto ai tifosi.

Non lo faranno, conosciamo John Elkann.
La sua recente vittoria nella battaglia legale – vinta una battaglia non la guerra - concernente l'eredità del nonno Gianni Agnelli, che lo vede opposto alla madre, lo ha dimostrato: John Elkann non sa nemmeno prendersi le responsabilità di una vittoria. A parlare infatti, dopo la sentenza del Tribunale di Torino, è stata nonna Marella. Jaki, eccolo qui, è uno che manda avanti la nonna.
Non mettiamoci a fare retorica, a dire cose come: uno juventino non manderebbe mai avanti la nonna. Perché non lo farebbe nemmeno un interista. Il presidente di Exor che manda avanti una pensionata: questa è la famiglia oggi. Anche i lealisti a prescindere ne prendano atto. John Elkann ha paura di prendersi le responsabilità di una vittoria “difficile” da spiegare. Figurarsi le sconfitte.

A lui deve essere diretta la contestazione. Una contestazione civile ma visibile. A lui che non ha mai ritenuto i tifosi degni interlocutori. A lui e solo a lui. La Juve non è tua, John Elkann. Si possono ereditare fortune senza meritarle ma, per ereditare la Juve, bisogna esserne degni. Quello con l'Avvocato e con il Dottore era un contratto tacito tra noi tifosi e loro proprietari: mai lo hanno disatteso. Ora non è più così, il contratto è stato disatteso in tutti i suoi punti: niente vittorie, niente dignità, niente orgoglio, niente reputazione e pure la serie B. Perciò: vattene Elkann, ridacci la Juve. L'invito è per tutti: sosteniamo la squadra nella lotta per il quarto posto e lasciamo perdere le contestazioni mirate verso i giocatori, distinguiamo con cura i due piani come stanno facendo i tifosi del Manchester United.
Love Juventus, hate Elkann.