Quel pasticciaccio brutto di Via Rosellini

Giraudo e MoggiIl tempo è galantuomo e, ne sono certo, nobiliterà l'operato di 2 tra i migliori dirigenti del calcio italiano, Moggi e Giraudo, che la Juve ha avuto la fortuna di poter annoverare nel suo organigramma per volontà di Umberto Agnelli.
Il "sistema" che ha voluto fortemente disfarsene oggi registra che il ruolo che avevano è vacante. Basta vedere quel pasticciaccio brutto accaduto in Via Rosellini, sede della Lega Calcio, il 4 settembre: la mancata elezione di Cobolli Gigli alla carica di Consigliere della Lega (Articoli correlati).
La Juve ha perso due volte: la prima insieme a tutte le "grandi" che non avranno diritto di voto in Consiglio e la seconda perchè solo lei ha visto "bruciata" la candidatura del suo Presidente. Un danno d’immagine facilmente evitabile: non si offre la propria disponibilità e la faccia se non si è sicuri di avere i numeri per essere eletti. Cobolli afferma che non ha fatto campagna elettorale. Può permettersi di non farla chi non ne ha bisogno perchè si è conquistato, nel tempo, l'incondizionata stima e fiducia dei colleghi. Non è questo il caso. Cobolli che afferma di non avere fatto "campagna" provoca quasi tenerezza...persino per l'elezione del capoclasse si fa campagna per essere eletto.
Una bocciatura che fa male. Con Giraudo non era mai successo. Veramente è la prima volta dal dopoguerra che accadde alla Juve. La Juve con il "portafoglio" di oltre il 20% dei tifosi italiani, la Juve che attraverso i suoi tifosi fornisce il maggior contributo agli introiti che formano la "torta dei diritti televisivi", è assente da qualsiasi organigramma nelle istituzioni del calcio.
Uno smacco per la proprietà della Juve che non vede apprezzata la sua "Smile Operation". Uno smacco per chi, Istituzioni comprese, chiedeva lo scorso anno alla Juve di bere dall'amaro calice lasciando balenare, come apprezzamento, il sicuro coinvolgimento nel "riscrivere le regole insieme". Ma uno smacco anche per le altre "grandi" che in un'ottica spartitoria da "Prima Repubblica del Pallone", tuttora vigente (altro che "venticello" signor Candido), avevano scelto "poltrone del potere" che non garantiscono, però, il diritto di voto in Lega su questioni per loro vitali come lo stabilire i criteri di divisione dei diritti televisivi.
Galliani e Moratti, ingordi, hanno scelto il posto di Consigliere FIGC, Rosella Sensi è vice Presidente Vicario della Lega, tutti e tre non possono votare in Lega: avevano bisogno di Cobolli Gigli tra i consiglieri per far sentire la voce dei "grandi club" e completare la "spartizione". Non è riuscita e, ora, son tagliate fuori, pur rappresentando insieme al Napoli l'84% dei tifosi. Alcuni studi riferiscono che la Juve, per esempio, potrebbe rimetterci 30milioni l'anno.
Con Giraudo non sarebbe successo, le alleanze si cercavano e si verificavano, i "legittimi interessi" dei grandi club erano tutelati. Di questo Giraudo è stato accusato come se fosse l'ultima delle nefandezze, ma questo è quanto fanno i manager avveduti, è quanto fanno anche i nostri governanti. La ricerca d’alleanze ed ampie convergeze non è reato esecrabile.
Le "grandi" ed il "sistema" ora hanno visto tornare indietro il boomerang: i grandi gruppi editoriali che la scorsa estate hanno rappresentato il ruolo dell'accusa non sono "lontani" da chi amministra le grandi squadre, anzi, ne sono la protesi.
Allora è prevalsa l'invidia, la voglia di "eliminare" la concorrente più forte, quella di dividersi le vesti della Signora, di scipparne scudetti e campioni, di indebolirla irrimediabilmente.
Ci sono riusciti, ma hanno avuto la vista corta, come oggi è corta quella dei presidenti delle cosiddette "piccole squadre". Oggi scherniscono e sono pronti a lanciarsi famelici sulla "torta" ma se sapessero vedere lontano metterebbero in preventivo anche che quella torta, tra poco, potrebbe restringersi e diventare piccola, troppo piccola per tutti.
Alla fine chi decide sono sempre i consumatori, i tifosi. Leggo e sento che molti non sono per nulla contenti che i soldi di un milione di tifosi della Juve, abbonati alle pay-tv, vadano divisi quasi equamente con chi garantisce alla "torta" un numero di abbonati nell'ordine delle migliaia.
Chi lo ha detto che i numeri debbano sempre salire? Chi decide può scegliere di farli scendere.