Intervento in Assemblea Azionisti del 26 ottobre 2007

Preg.mo Presidente,
Onorevole C.D.A,
all’indomani dell’assemblea degli azionisti tenutasi il 20-04-2007 la quasi totalità dei giornalisti presenti sostenne sulle pagine dei quotidiani che i piccoli azionisti erano stati azzittiti dal Presidentissimo Giampiero Boniperti. Tutti i commenti si incentrarono, sostanzialmente, sull’intervento dell’ex Presidente. Nessun accenno, al contrario, venne fatto sullo svolgimento dell’assemblea e sui vari argomenti affrontati. I piccoli azionisti furono dipinti come dei signor nessuno ai quali non era sufficiente possedere le azioni della JUVENTUS per poter esprimere il loro parere. Nella sostanza i piccoli azionisti furono ricoperti di insulti senza alcun accenno ai motivi fondanti i loro interventi.
In particolare il signor Massimiliano NEROZZI, sulla STAMPA del 21-04-2007, scrisse: “Quando il verbale dell’assemblea degli azionisti Juve, per toni e argomentazioni, sta ormai somigliando a una pagina da «Bar Sport» di Stefano Benni, in sala si alza un signore che, il 2 aprile scorso, ha compiuto sessant’anni di vita bianconera. Uno che, afferrato il microfono, non ha bisogno di aumentare il volume per farsi ascoltare: Giampiero Boniperti. Gli aveva spedito un invito per l’appuntamento, che alla fine approverà l’aumento di capitale da 104,8 milioni di euro deciso dal cda, il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli, «ma che venisse, non ci speravo troppo». Non è un presenzialista, Boniperti, e parla raramente. Ha deciso di farlo ieri, sorprendendo tutti, per prendere le difese di una dirigenza verso la quale si stavano riversando le critiche più disparate. Ovviamente legittime, trattandosi di assemblea, ma molte da «Bar Sport», appunto: non basta mettersi in tasca un pacchetto di azioni per essere, al tempo stesso, cassazionisti, esperti in diritto amministrativo, revisori dei conti, direttori sportivi, allenatori. Soprattutto, il bersaglio dei piccoli azionisti-tifosi-inquisitori resta piantato nell’estate scorsa. Coagulato, il capo d’accusa principale suona così: non avete difeso abbastanza la Juve e avete affidato il compito di farlo nelle aule all’avvocato Cesare Zaccone, il sommo colpevole. Nelle parole di Boniperti, diventa il primo degli assolti: «Zaccone ha indovinato tutto - scandisce - e se siamo arrivati lì, siamo stati fortunati, per quello che è successo». L’avesse detto chiunque, in quella sala, sarebbe scoppiato il pandemonio, invece non vola una parola. Dura rispondere a uno che è stato giocatore, capitano, consigliere, amministratore delegato, presidente e, adesso, presidente onorario della tua squadra del cuore. Poco prima, ci aveva provato Cobolli Gigli, pure cercando di non perdere la pazienza: «Non posso alterarmi per doveri di carica». Però s’era innescato subito il battibecco con i piccoli azionisti: «Palazzi aveva chiesto per la Juve una categoria inferiore alla serie B - aveva detto il presidente bianconero - e Zaccone, rispondendo a una domanda, aveva parlato della penalizzazione. Ma rispondendo a una domanda. Senza di lui forse non saremmo neanche in assemblea, oggi, perché saremmo in serie C». Detto fra le interruzioni.

Così, alle 13,44, dopo tre ore e un quarto di assemblea, s’è alzato Boniperti: «Non so chi sia più juventino di me in questa sala - attacca - e ora devo dire due parole a questi signori», continua riferendosi al tavolo di Cobolli Gigli e dell’ad Jean-Claude Blanc. «Sono persone perbene, persone che il calcio, prima, forse lo avevano letto sul giornale. Si impegnano dalla mattina alla sera, lasciateli portare la Juventus in serie A e poi vediamo come si muovono. Faccio gli auguri, io che ho vinto 14 scudetti su 29, diciamo». Poi, rivolto alla platea: «Ve lo dico con tutto il cuore, giriamo pagina, non possiamo tornare indietro. Fate una bella Juve, amministrata bene e con classe. Ma - ancora alla sala - vi prego, voltiamo pagina e veniamo a parlare in assemblea diversamente». Solo applausi a uno che, pur esiliato sotto la dittatura di Moggi e Giraudo, ha tenuto sempre il cuore vicino al pallone. Prima, s’era ascoltato di tutto: «Bisognava rivolgersi anche a un tribunale extraterrestre»; e «nessun processo giacobino potrà mai cambiare la storia della Juve».

Voler ricordare al signore autore dell’articolo menzionato che è condizione essenziale per poter partecipare all’assemblea degli azionisti il possesso di un mucchio di azioni potrebbe sembrare atto fine a se stesso ma, purtroppo, conoscendo il grado di conoscenza dei giornalisti italiani in materia legislativa, risulta, oltre modo, necessario. Per poter partecipare all’assemblea , ai sensi e per gli effetti del Codice Civile Italiano, è sufficiente possedere delle azioni. Per poter esprimere il proprio parere ed il proprio voto è sufficiente possedere le azioni.
Se, a giudizio dell’esimio giornalista, l’assemblea del 20-04-2007 assunse i connotati di una discussione da Bar dello Sport poco conta.
Per poter esprimere tale giudizio, inoltre, bene avrebbe fatto a scrivere il contenuto degli interventi dei piccoli azionisti in modo da dare la possibilità ai lettori di esprimere il proprio giudizio liberamente ed anche per suffragare con prove il suo assunto.
Anche perché gli interventi dei piccoli azionisti, ed in particolare quello del sottoscritto, avevano come punto di riferimento argomenti sostenuti in modo chiarissimo dalla stessa società della Juventus in sede di ricorso al TAR. Per l’esimio, orbene, per la proprietà transattiva, anche il Ricorso al Tar della Juventus era qualificabile come argomento da Bar dello Sport.
Su un punto convengo, comunque, con il signor NEROZZI: non è sufficiente possedere un mucchio di azioni per essere esperti di diritto amministrativo o essere cassazionisti in quanto è necessario, al contrario, preliminarmente conseguire una Laurea ed un titolo professionale, mediante pubblico concorso, e successivamente, magari, ottenere titoli accademici di specializzazione oltre che frequentare aule di TAR.
Se il signor NEROZZI avesse occupato parte del suo preziosissimo tempo a verificare la carriera ed i titoli professionali di ciascuno di noi avrebbe potuto verificare che quanto da lui scritto era privo di fondamento oltre che gravemente lesivo della reputazione dei piccoli azionisti. Non avendo fatto questa semplice ricerca ha perso una buona occasione per tacere.

Per soddisfare, comunque, le voglie e le manie di grandezza del giornalista suggerirei al Presidente ed al CDA di invitare alla prossima assemblea degli azionisti i seguenti signori :
• Il presidente degli Stati Uniti d’America
• Il presidente dell’ONU
• Il presidente della Repubblica Italiana
• Il presidente del Consiglio dei Ministri
• Il procuratore Generale presso La Corte di Cassazione
• Il presidente della Corte Costituzionale.

Probabilmente fareste cosa gradita al signor NEROZZI smanioso di scrivere articoli sulle personalità di spicco dell’intero quadro istituzionale e costretto a scrivere, invece, nonostante le sue proverbiali capacità, di volgarissime discussioni da Bar dello Sport.
Chiudo la parentesi riguardante i commenti post assemblea del 20-04-2007 , ricordando al signor NEROZZI che non è sufficiente avere alle spalle 60 anni di dirigenza Juventina per poter esprimere giudizi di carattere giuridico quando non si è mai entrati in aula di tribunale e quando non si è mai aperto un codice. Così come non è sufficiente essere un’ICONA della Juventus per poter partecipare all’assemblea degli azionisti. Peccato che il signor NEROZZI non abbia sottolineato e riportato le parole d’affetto e di riconoscenza proferite nei confronti di Boniperti da parte di tutti noi, che avevamo il diritto di chiedergli di non partecipare all’assemblea ma che, al contrario, accogliemmo con entusiasmo e riconoscenza.

L’unica persona che ha raccontato, fedelmente e con grande onestà intellettuale, come si è svolta realmente l’assemblea del 20-04-2007 è stato il presidente Giovanni Cobolli Gigli, il quale intervistato dai giornalisti di SKY nel pre-partita di Juventus-Genoa, a seguito dell’ennesima domanda pretestuosa, disse: ”i piccoli azionisti non si sono dimostrati facinorosi o nostalgici ma ci hanno contestato , principalmente, le scelte riguardanti il tar ed i rapporti con i media”.
Per questo gesto, figlio di grande correttezza ed onestà, esprimo il mio più vivo ringraziamento al dott. Giovanni Cobolli Gigli.

Per quanto riguarda il progetto di bilancio vorrei soffermarmi, preliminarmente e principalmente, sul contenuto della lettera di accompagnamento del Presidente.
Leggo che il Presidente, con somma soddisfazione, sottolinea il lancio del nuovo canale televisivo ( Juventus Channel) al fine di garantire un contatto diretto tra tifosi e squadra. Il tutto, ovviamente, rientra nel progetto che prevede una maggiore partecipazione dei tifosi alla vita della squadra ed una maggiore sensibilità da parte della società verso gli interessi, i sentimenti e le passioni dei tifosi bianconeri. Il Presidente, inoltre, rileva, con orgoglio, che sono stati raggiunti importanti risultati negoziali con gli sponsor ed i partner commerciali.
Tralascio, volutamente, l’aspetto riguardante il calcio mercato ed il conseguente, ipotetico, rinforzamento della prima squadra perché reputo opportuno attendere la fine del campionato per trarre le dovute considerazioni, non prima , però, di rilevare che definire positivo quanto fatto in sede di campagna acquisti (escludendo le conferme dei vari big) è alquanto pernicioso.
Emerge, orbene, dalla lettera del Presidente, che la Società ha voluto continuare nell’opera di riavvicinamento dei tifosi, mediante il nuovo canale televisivo, ed ha ottenuto successi in sede di negoziazione dei contratti con gli sponsor ed i partner commerciali.
A pagina 14 del progetto alla voce tifosi, politiche commerciali, partner e iniziative di comunicazione , inoltre, si insiste sull’aspetto del rapporto con i tifosi e si annuncia la nascita di un nuovo sito per venire incontro alle esigenze di un pubblico sempre più esigente (testuali parole).
Il terzo che dovesse leggere quanto riportato, finora, giungerebbe alla conclusione che questa nuova società tiene in grande considerazione i sentimenti e le aspettative dei tifosi e si adopera al meglio grazie ad una nuova campagna di comunicazione.
Tali affermazioni restano, purtroppo, semplici dichiarazioni pubblicitarie e propagandistiche prive di un riscontro pratico.
Nessun avvicinamento e nessuna considerazione dei tifosi e dei loro sentimenti, fino ad oggi, si sono avuti.
E’ assolutamente inutile pubblicizzare iniziative se poi si pongono in essere comportamenti che allontanano la gente dalle decisioni societarie.
Come si può coniugare quanto affermato dal Presidente e quanto riportato nel progetto di bilancio con la scelta di stipulare un contratto commerciale con la gazzetta dello sport?
Il Presidente ed il CDA conoscono il giudizio dei tifosi juventini sul “FOGLIO ROSA”?
Se vi è un atto che crea una voragine tra i tifosi juventini e la dirigenza è proprio l’accordo con la Gazzetta dello Sport.
Per comprendere ciò è sufficiente visitare tutti i forum ed i blog juventini della rete. Su tutte le home-page degli stessi campeggia l’iniziativa di boicottaggio nei confronti del giornale che si trova, sempre meno, sui banconi del Bar dello Sport .
Nell’ultimo mese sugli stessi siti juventini è stato lanciato un sondaggio: “quale è il peggior quotidiano sportivo?” Hanno votato, fino al 24/10/07, 1482 utenti, dei quali 1340 ( 90,41%) hanno votato senza esitazione alcuna: GAZZETTA DELLO SPORT. I siti presi a campione sono i più frequentati della rete: www.juworld.net, www.vecchiasignora..com, www.j1897/forum .com, www.giulemanidallajuve.com.
Non vi possono, dunque, essere dubbi circa il pensiero della maggioranza dei tifosi della Juventus : La gazzetta è il peggior quotidiano sportivo italiano.
Il vedere pubblicizzato sul sito ufficiale della società l’accordo ed il vedere definito il più glorioso quotidiano sportivo il giornale rosa, ha determinato in tutti noi una sensazione di profondo distacco dalle decisioni societarie.
Ma vi è di più: Hurrà Juventus ha pubblicato un intervista al direttore della Gazzetta , il quale ha definito i tifosi juventini “ terroristi” .
Sentirsi dare del terrorista da un giornalista, che non conosce la differenza tra un avviso di garanzia ed una sentenza definitiva potrebbe lasciare tutti noi indifferenti, ma l’essere offesi sul giornale juventino per eccellenza lascia sgomenti. Leggere, infine, che Carlo Verdelli ha salvato la Juve dalla serie C, grazie al suo giornale, lascia esterrefatti. Chi dobbiamo, dunque, ringraziare per non aver disputato il campionato di serie C? Cesare Zaccone o Carlo Verdelli!!!!?
CHI ha autorizzato, orbene, la pubblicazione di quella farneticante e ridicola intervista sul giornale che dovrebbe, grazie alla nuova strategia, riavvicinare i tifosi?
Era proprio, dunque, necessario stipulare un accordo commerciale con la Gazzetta?
Si era consapevoli che i tifosi juventini non gradivano tale scelta?

Il problema non può essere esaminato sotto il profilo puramente commerciale in quanto molto più complesso. Coinvolge i sentimenti e gli interessi di chiunque abbia a cuore le vicende bianconere.
La Gazzetta dello Sport, giova ricordarlo, è il quotidiano che ha creato un clima da guerra civile in piena calciopoli ed è il giornale che ha pubblicato un giorno prima la sentenza di condanna.
Sul fatto, inoltre, che calciopoli sia stata, fortemente, influenzata dai media credo che convengano tutti compreso l’intero CDA della JUVENTUS. Non si spiegherebbe , altrimenti, quanto riportato nel ricorso al TAR redatto nell’interesse della JUVENTUS stessa.
Dubbi non possono, nemmeno, nell’individuazione del quotidiano che per eccellenza ha condizionato i processi sportivi del 2006. Nel clima da gogna mediatica creatosi, infatti, la gazzetta dello sport ha avuto un ruolo determinante o, semplicemente, principe.
A questo punto, qualche solerte giornalista potrebbe ricordarmi che la Gazzetta ha combattuto il vecchio regime e che le mie considerazioni sono figlie di una qualche forma di nostalgia.
Nulla di più sbagliato può essere sostenuto in quanto anche dopo la stipula del contratto commerciale con la JUVENTUS la gazzetta continua a gettare fango sulla nostra storia. Infangare il nostro passato significa infangare tutta la nostra storia e per giungere a questa logica considerazione non è necessario essere nostalgici.
L’ultimo editoriale del sig. Palombo ne è la prova lampante. Lanciandosi in disamine ardite, a cui è uso quasi settimanalmente, afferma che è stato giusto condannare la JUVE anche in virtù del possesso delle schede svizzere. Essendo tale assunto gravemente lesivo dei miei interessi di azionista e tifoso, in quanto il possesso puro e semplice delle schede è un mio diritto inviolabile e non una colpa, mi chiedo come si pone la società di fronte a tali farneticazioni. Mi chiedo e vi chiedo:
• Nel nuovo contratto commerciale sono previste alcune clausole espresse nelle quali è tassativo buttare fango sul passato della JUVE?
• Nel nuovo codice etico non era previsto come punto cardine la difesa della Nostra immagine e della nostra Storia ?
• Quando avete stipulato il contratto avete pensato solo ai soldi oppure nel vostro intimo avete provato una forma di fastidio?
• Sapevate di ledere gli interessi ed i sentimenti dei tifosi oppure dovevate accontentare la proprietà che ha forti interessi nell’RCS?
• Se esistevano, dunque, questi forti interessi perché nell’estate 2006 è stato consentito ai giornali dell’RCS di gettare letame sulla nostra storia? Vi era per caso un accordo tacito per eliminare la vecchia dirigenza infischiandosene dei nostri sentimenti?
• Quando vi siete seduti al tavolo delle trattative vi sentivate un po’ juventini oppure non interessava a nessuno di voi questo peculiare aspetto?
• La gazzetta dello sport era l’unico partner in grado di darvi soldi ?
• In caso di mancato accordo la JUVENTUS sarebbe fallita?
• Se la gazzetta è stato il giornale che ha offerto di più, non vi ha, minimamente, sfiorato l’idea che tale accordo potesse rappresentare la rinuncia a qualsivoglia forma di DIGNITA’?
• Quando a pagina 23 del progetto di bilancio (alla voce nuova strategia commerciale) scrivete che ”la nuova strategia commerciale si fonda sulla logica del numero chiuso , che prevede l’identificazione di un gruppo ristretto e selezionato di partners che possano contribuire alla valorizzazione del Brand”, dovremmo dedurre che tale selezione ha riguardato anche la gazzetta ed avete valutato tutti gli aspetti positivi del rapporto con Verdelli e Palombo? Quale grande contributo, quindi, ai fini della valorizzazione del BRAND, possono dare soggetti come Verdelli-Palombo-Cannavò?
Gradirei , signor Presidente, ricevere risposte precise a queste domande, perché altrimenti, il dubbio nascerebbe spontaneo anche circa gli annunciati festeggiamenti per i 110 dieci anni di storia.
Signor Presidente e signori consiglieri intendete, dunque, preparare questi festeggiamenti rinunciando definitivamente a tutti i trofei vinti nell’era LIPPI-TRIADE? Oppure intendete festeggiare, con orgoglio e DIGNITA’, tutti i 110 anni di STORIA DI questa società?
Non vi possono essere vie di mezzo. Se si intendono raggiungere nuovi trionfi e successi al fianco del foglio rosa (comunicato della società sul sito del 05-10-2007) bisogna avere la DIGNITA’ di rinunciare ufficialmente a quei trofei. La linea editoriale del vostro partner , in questo caso, è inequivocabile. Così come sono inequivocabili il pensiero e ed il giudizio dei tifosi JUVENTINI: NON COMPREREMO MAI PiU’ LA GAZZETTA E PORTEREMO AVANTI TUTTE LE CAMPAGNE DI BOICOTTAGGIO CONTRO LA STESSA.
I trofei e gli scudetti (29!!! ) vinti sul campo, legittimamente, resteranno indelebili nella memoria e nel cuore di ciascuno di noi e se un processo mediatico–giacobin, diretto da un ex dirigente dell’Internazionale di Milano, oggi Inter Brand s.r.l, , avallato ed alimentato dai signori Palombo-Cannavò-Verdelli, non è riuscito a cancellarli, non ci riuscirà, certamente, un misero contratto commerciale con un giornale scandalistico da bancone del bar dello sport.

Avv. Antonio Molentino