Juve-Fiorentina '81: un gol di Cabrini per il 19simo titolo

cabriniUn mix di fiducia, tensione e speranza condizionava lo stato d’animo di milioni di tifosi bianconeri alla vigilia di Juventus-Fiorentina del 24 maggio 1981, valevole per l’ultima giornata del campionato 1980-81. Un’attesa molto alta per un motivo ben preciso: Madama aveva la possibilità di riportare lo scudetto a Torino a tre anni dall’ultima volta (evento assai raro per le abitudini juventine dell’epoca). La sfida arrivava al termine di un campionato equilibrato e avvincente che aveva visto, come antagoniste principali della squadra di Trapattoni, Roma e Napoli. Le tre avversarie si trovavano appaiate in vetta alla classifica a cinque giornate dalla fine quando, complici la sconfitta dei partenopei in casa con il Perugia e il pareggio della formazione giallorossa ad Ascoli, la Juventus trovò l’allungo che le consentì di arrivare al match del Comunale contro i viola, con un punto di vantaggio sulla Roma e quattro sul Napoli (che cedette di colpo, anche in conseguenza della sconfitta per 1-0 in casa contro la Juve). Una stagione difficile per i bianconeri, non solo per l’alto livello di competitività delle pretendenti al titolo, ma anche per tante polemiche arbitrali: a partire dal derby della Mole nel girone di andata, quando Agnolin era stato duramente criticato da giocatori e allenatore per aver convalidato il gol di Graziani, quello del definitivo 2-1 del Torino, nonostante la precedente carica di Pulici su Zoff, e soprattutto per una frase che l’arbitro avrebbe indirizzato nei confronti di Trapattoni (“adesso vi faccio un culo così"). Polemiche che avrebbero portato un lungo fermo all’arbitro e una squalifica a Bettega e Gentile (rispettivamente tre e due giornate). Senza dimenticare (anzi, le cronache odierne ancora ricordano l’episodio) il gol annullato a Turone dall’arbitro Bergamo su segnalazione del guardalinee in occasione di Juve-Roma a tre giornate dalla fine del campionato (le tante moviole andate in onda mai hanno chiarito se la posizione del romanista fosse regolare o meno). Boniperti e Trapattoni, però, riuscirono a mantenere i nervi saldi nei momenti cruciali, quando polemiche e squalifiche sembravano poter prendere il sopravvento, guidando così i loro ragazzi in un campionato che li avrebbe visti indiscutibilmente superiori per tenuta tecnica, volontà e tatticismo.

La logica suggeriva dunque, già alla vigilia, il nome del vincitore che avrebbe dovuto conquistare anche il 19° scudetto. E la Juve non sfuggì alla logica, anzi, scese in campo con grande determinazione ed andò vicina al gol con Cabrini già al 9’ su colpo di testa. La notizia del vantaggio romanista ad Avellino che, in quel momento, avrebbe significato spareggio tra capitolini e piemontesi, non scompose l’undici bianconero che trovò il gol scudetto al 28' sempre con con l'indomito Cabrini: cross dalla sinistra di Marocchino e tiro al volo del terzino che insaccava alle spalle di Galli. Nella ripresa i bianconeri, tranquillizzati anche dal pareggio dell’Avellino contro la Roma, non cercarono più il gol con disperazione come nel primo tempo, e la manovra, da rapida e avvolgente che era stata, si assestò su ritmi più bassi, consentendo pericolosi ritorni dei viola con Manzo al 16’ e soprattutto con Bertoni al 26', sulla cui punizione Zoff sfoderò una delle sue parate. Ma Gentile, Cabrini, Tardelli e Marocchino furono maestosi in fase di ripiegamento, ben supportati dai compagni, e i bianconeri si laurearono campioni, con lo stadio pronto a far festa, uno stadio in cui gli unici colori presenti erano il bianco e il nero, con la curva Filadelfia macchiata da un tricolore. Anche negli spogliatoi, l’aria era di grande gioia: “Lo scudetto più sofferto” disse Boniperti. “Arrivederci Roma” cantavano i giocatori sotto le docce facendo partire anche il coro “ E nun ce vonno sta!”: entrambi motivo di scherno nei confronti dei giocatori giallorossi.

Quella gara avrebbe rappresentato l’ultima sfida “normale” tra Juve e Fiorentina: la stagione successiva avrebbe visto le due squadre contendersi lo scudetto, con i tifosi viola a gridare allo scandalo per il rigore concesso alla Juve a Catanzaro all’ultima giornata e per il contemporaneo gol annullato a Cagliari alla formazione toscana. Tensioni acuite negli anni successivi anche per la finale di Coppa Uefa del 1990 e per il passaggio nello stesso anno di Roberto Baggio dalla Fiorentina alla Juventus, ma soprattutto per il macabro spettacolo del 1985, dopo la strage dell’Heysel, quando i tifosi viola esposero lo striscione “39 gobbi in meno”, oltraggiando i supporters bianconeri morti in quella terribile strage. Un atto ignobile e incivile, quasi a mostrare gratitudine verso i tifosi del Liverpool, atto che purtroppo si è ripetuto più volte negli anni senza venir mai punito dalle istituzioni calcistiche.