Milan-Juve '93: la fantasia al potere

trapattoni“Qui ci si dimentica che il Trap ha fatto la storia del calcio italiano. E che la Juve s’è messa a girare bene proprio adesso”. “La loro bravura è per noi uno stimolo, c’è di mezzo il prestigio, e uscire alla grande da San Siro sarebbe il modo migliore per preparare la sfida con il Psg”. Sembravano le classiche dichiarazioni di facciata quelle di Fabio Capello e di Giovanni Trapattoni; con tanto di elogio all’avversario, senza dare però un qualche punto di appiglio al 'nemico'; alla vigilia di Milan-Juventus del 17 aprile 1993. Furono invece parole quasi profetiche, perché quella Juve che “ s’era messa a girare bene” (per dirla alla Capello) uscì “alla grande da San Siro” (per dirla alla Trapattoni): i bianconeri infatti inflissero una grande batosta ai rossoneri, campioni d’Italia e leaders della classifica, un sonoro 3-1 firmato da Baggio e Moeller, da ricordare non solo per le reti realizzate dai due fantasisti, ma anche per la loro scintillante prestazione.
La Juve di Trapattoni non si fece così distrarre dall’imminente impegno europeo, la semifinale di ritorno di coppa Uefa contro il Psg al Parco dei Principi, e giocò una gara con grande orgoglio e personalità in casa della capolista sì in crisi di risultati da qualche giornata (cinque giornate senza vittoria), con però ben 13 punti di vantaggio in classifica (nell’era del campionato a due punti, sempre bene ricordarlo per i più giovani) e con già in tasca la certezza di disputare la finale di Champions League. Una gara così che, a dispetto della match di questo sabato sera, non aveva certo i connotati della sfida scudetto, ma che riuscì comunque a suscitare l’interesse dei più, vista la presenza di numerosi uomini di fantasia in campo: già detto di Moeller e Baggio da un lato, come dimenticare l’incredibile tasso tecnico di quel Milan in grado di poter schierare campioni del calibro di Rijkard, Gullit e Savicevic?
E così, nonostante la diretta televisiva, furono oltre 80.000 le persone che accorsero a San Siro in un insolito sabato pomeriggio primaverile per gustarsi un incontro che, almeno in teoria, avrebbe dovuto vedere Madama risparmiarsi per la trasferta di Coppa e il diavolo dare il colpo decisivo per la conquista del campionato, e che mostrò invece una delle più belle Juventus della stagione, capace di non sbagliare nulla, eccezion fatta per i primi 10 minuti: al 6’ il Milan passava infatti in vantaggio con un gol di Marco Simone, bravo ad anticipare Kohler e a trafiggere Rampulla con un tocco da vero opportunista su assist di Savicevic, ottimamente lanciato da Costacurta. La reazione della Juve fu veemente, frutto di uno spirito di gruppo ritrovato dopo tante polemiche stagionali, e ottenne vieppiù risalto in virtù della classe (o qualità, come tanto si usa dire oggi) dei singoli. Al 13’ fu Baggio ad avanzare palla al piede fino al limite dell’area dove servì sulla destra Moeller, che entrò prima in area e sparò un destro violento con cui siglò il gol dell’1-1. Un pareggio solo momentaneo, perché lera la Juve ad essere più tonica, spigliata e intraprendente: Kohler e Carrera sembravano poter prendere le misure a Savicevic e Simone, Dino Baggio duellava bene con Rijkard e con un indomito Antonio Conte, fondamentale in fase di rottura e altrettanto bravo a gettarsi negli spazi. E così al 20’ fu ancora Moeller ad andare a segno, dopo una discesa quasi indisturbata sulla destra, con un tiro al volo su cross di Torricelli. Nonostante i gol subiti in rapida successione, il Milan non fu in grado di proporre una reazione decisa, se si esclude una triangolazione Lentini-Simone al 55’, con l’ex granata che trovò l’ottima risposta di Rampulla. La Juve controllava bene l’incontro e scagliò il colpo decisivo al 64’ con Roberto Baggio: lanciato sulla destra da Moeller, evitò Costacurta con una finta di corpo e s’accentrò verso l’area di rigore dove dribblò anche Sebastiano Rossi, mettendo poi il pallone in fondo al sacco, nonostante l’estremo tentativo di salvataggio di Nava. Il Milan, al tappeto, non fu più in grado di rialzarsi.
Una vittoria importante per il morale in casa Juve, tanto che gli uomini del Trap nel giovedì seguente andarono a vincere anche a Parigi conquistando così l’accesso alla finale di Coppa Uefa, che avrebbe visto Baggio e compagni trionfare contro il Borussia Dortmund in una doppia finale d’andata e ritorno praticamente senza storia.