Trieste non è un pranzo di gala

Pubblichiamo con piacere una lucida analisi del post Juve-Lecce fatta da Joyce, uno storico utente del forum Tifosibianconeri.com nonché amico di Ju29ro.com. 

"La Juve è stanca".
"Morale a pezzi".
"Tutto è perduto"
e altre amenità.

Contro il Lecce, la Juve ha giocato la partita che doveva giocare, salvo qualche sbavatura e due o tre errori, sebbene grossi.
Passata in vantaggio all'8', avrebbe potuto raddoppiare con Vidal al termine di un'azione spettacolare, con Quagliarella fermato in solitaria verso la porta (fuorigioco inesistente), con il tiro di Marchisio deviato in angolo, con un cross appena impreciso di Lichtsteiner verso Vucinic. E questo solo nel primo tempo. Un primo tempo quasi identico a quello di Novara, finito 2-0.
E si poteva raddoppiare nella ripresa, e triplicare, con occasioni nette di Quagliarella, Matri, ancora Vidal.
Insomma, nessuna sorpresa se vincevi 3 o 4 a 0, come accaduto a Novara e come accaduto spesso in queste ultime giornate.
Oggi avremo letto pagelle con 6, 7 e qualche 8, invece dei 4 e dei 5 e mezzo.

L'incidente di Buffon ha dell'incredibile, ma solo perché arriva nel momento più incredibile dell'anno. E nel modo più incredibile. Una serie di sfortunati eventi tutti concomitanti: cinque minuti dalla fine, vinci solo 1-0, hai avuto 5 o 6 occasioni, il Lecce non ha mai tirato, Buffon si allunga la palla e come se non bastasse scivola.
Il cosmo che trama contro di te.
Ma su questa azione bisogna tenere conto di quanto segue: in generale, la manovra della Juve parte da Buffon, palla al piede. Buffon è il nostro primo regista. Non butta via il pallone e non deve buttarlo via mai. E' l'essenza del gioco di Conte, l'origine del gioco spettacolare e vincente della Juve.
Questa situazione - sicuramente rischiosa - ci ha fruttato decine di punti e la testa della classifica. Una volta all'anno può anche succedere che ti va male. E' il dazio da pagare. Decine di punti guadagnati contro due persi.
Dunque, l'errore di Buffon è quasi fisiologico, sebbene accaduto nel momento peggiore.

Certo, il punto è che in una gara del genere non dovevamo arrivare a 5' dalla fine avanti solo di un gol (ieri, però, il Milan ha fatto lo stesso). Si potrebbe anche criticare la squadra per un certo rilassamento nel secondo tempo, o in qualche frangente del primo. Tuttavia, a onor del vero, bisogna anche dire che:
1) non è possibile e comunque nemmeno consigliabile giocare sempre al massimo;
2) avevamo diffidati pesanti, e troppa foga poteva costarci delle squalifiche;
3) a due turni e mezzo dalla fine, non puoi permetterti infortuni, specie dopo quello di De Ceglie.
E vengo a De Ceglie. La vera grande sfortuna della serata. De Ceglie è l'uomo più in forma e forse più importante di questa Juve. E' irresistibile, inarrestabile, efficacissimo. Impegna costantemente due avversari e opera in una delle zone strategiche della Juve di Conte.

A mio avviso, se c'è stato un vero errore, ieri sera, è stato quello commesso da Conte nel cambio. Caceres non ha né il piede sinistro, né la forza propulsiva per fare l'esterno di sinistra nel 3-5-2. Per me non può farlo nemmeno a destra, ma sicuramente a sinistra non è proponibile.
Ieri, in effetti, da quelle parti non è arrivato un solo pericolo per il Lecce, tanto che alla fine i difensori del Lecce quasi non lo marcavano più, Caceres, investendo le energie altrove.
Entra Caceres? Bene, lo metti al centro della difesa al posto di Chiellini, e Chiellini al posto di De Ceglie, e vedi che quella fascia Giorgione se la mangia. Impegnando due avversari, ruggendo, inserendosi con la sua solita rabbia.

Ieri sera, in questa mossa, Conte ha sbagliato.
Ma è lo stesso Conte che ha creato una squadra fantastica, spettacolare, affascinante.
E' lo stesso allenatore che sta stupendo per talento e capacità e i cui errori, rispetto alle cose indovinate, sono incommensurabilmente piccoli.

Con il Cagliari il morale sarà a pezzi?
Perdonatemi, ma chi lo dice? Qualcuno avrebbe forse scommesso un soldo che il Lecce quasi retrocesso, reduce da due sconfitte interne, andasse a prendere un punto in casa di una squadra col morale a mille che vince continuamente non si sa da quando e si gioca lo scudetto?
E allora!
Per quale ragione la Juve non dovrebbe andare a Trieste con lo spirito giusto, lo spirito della Juve di quest’anno?

Inoltre: il Milan gioca il derby, in trasferta.
Si dice: l’Inter non ha più stimoli.
Falso. L’Inter si gioca la Champions (non l’Europa League, la Champions) e se la gioca contro la Roma, perché le squadre che precedono l’Inter (Napoli, Udinese, Lazio) sono tutte a rischio penalizzazioni. Bastano due, tre punti di sanzione e l’Inter potrebbe andare nell’Europa che conta. Dunque, l’Inter non può permettersi di perdere punti, pur conoscendo i risultati degli avversari. Perché c’è una partita che si giocherà a campionato concluso, con Palazzi potrebbe penalizzare chi gli sta davanti.

La Juve giocherà in campo neutro contro un Cagliari già salvo che ha appena perso col Genoa. Il Milan contro l’Inter, in trasferta, a sfavore di pubblico.
Qualcuno vorrebbe far cambio?
Qualcuno preferirebbe Cagliari-Milan a Trieste e Inter-Juve a Milano? Con il Milan avanti di un punto?
Io no.

Ottimismo, pessimismo: sono categorie astratte. Strumenti dell'illusione.
Ciò che conta è la realtà, e il modo (giusto o sbagliato) di affrontarla.
Quindi animo! Affrontiamo la realtà delle due partite che restano come si deve, stando vicino a questi grandi giocatori, a questo grande portiere, a questo grande allenatore, senza rinunciare a un solo attimo di coraggio e di entusiasmo.
E se c’è da soffrire fino alla fine, se ci aspettano giorni di ansia, ore di tensione, momenti thriller, va benissimo. E’ il degno finale di una stagione memorabile.
Cosa c’è di meglio, di più bello che questo frullìo nello stomaco, questa voglia senza freni? Tolte queste emozioni, cosa resta?

La rivoluzione, diceva un tizio, non è un pranzo di gala.
E così Trieste. Non sarà un pranzo di gala.
Ma se penso a Vidal, a Marchisio, a Pirlo, a tutti gli altri protagonisti di questa Juve fenomenale, allora non vedo l’ora di farla, questa rivoluzione. Non vedo l’ora.