A che gioco sta giocando Gianfilippo?

andrea john

Nel maggio del 2006 Gianfilippo, al primo frullar di merda dalle pagine del giornale rosa, scarica immediatamente la Triade dichiarandosi vicino alla squadra e all'allenatore.
Un mesetto dopo, Gianfilippo rincara la dose. "Oggi voltiamo pagina dopo un capitolo triste della nostra storia. Dobbiamo ripartire dalla serietà con due obiettivi: fare chiarezza e dare stabilità e prospettive. La storia della Juventus continua. Ribadiamo la nostra più totale collaborazione con gli organismi chiamati a far luce su qualunque comportamento riprovevole che possa essersi prodotto. Alla base di tutte le nostre decisioni c’è la volontà di mettere al centro lo sport e i suoi valori. Ora siamo in serie A, ma siamo pronti a ricominciare". I fatti di quella primavera/estate di sei anni fa sono ovviamente noti a tutti.
Dimissioni del CDA, il Commissario Sant'Albano diventa reggente, nomina del nuovo CDA (quello dei Cobolli, dei Blòn, dei Gigli, dei Montali, dei Tardelli, etc etc), la pena congrua di Zaccone, le svendite dei giocatori, Serie B con penalizzazione e revoca degli ultimi due scudi.
Nel 2007, Gianfilippo parla nuovamente dei fatti del 2006, in un'intervista al Corriere.
"Le penalità che la Juve ha subito non le ha avute per niente, c'erano stati comportamenti giudicati inaccettabili e come tali sono stati puniti dalle autorità sportive".
Le parole di Gianfilippo, pre e post Farsopoli, sono chiarissime. Sono parole di un "ventottista".
Passano gli anni, un periodo tra i più bui della storia bianconera.
I dirigenti scelti da Gianfilippo riducono la Juve come sappiamo, con parole, opere e omissioni. E lasciano ad Andrea Agnelli l'arduo compito di spazzare via le macerie e di ricostruire partendo praticamente da zero (se non più sotto).
Nel 2012 la Juventus vince, a sorpresa ma con gran merito, il suo trentesimo scudetto.
E Gianfilippo, rimuovendo tutto quello che aveva sostenuto nel passato, si mette anche lui la terza stella. Diventa un "trentista". mostrando tre dita fuori dal finestrino della macchina con cui corre la Mille Miglia.
Non si capisce bene quando Gianfilippo abbia vinto gli scudetti numero 28 e numero 29. Ma forse questo è un dettaglio insignificante per chi può sostenere che "scudetti che abbiamo vinto, noi sappiamo quelli che abbiamo vinto... e quella è quella cosa importante".
Comunque sia, la vittoria dello scudetto e le rivendicazioni bianconere (i risarcimenti economici chiesti alla FIGC ed il numero trenta esposto in tutte le salse) producono rosicamenti a catena e fanno ripartire la macchina del fango contro la Juventus.
In fondo, la macchina del fango ha ottenuto un successo clamoroso nel 2006, con la Juventus distrutta e cancellata dalla élite del calcio per più anni. Ed è inevitabile che ci sia la tentazione di ripetere il giochetto anche ora.
I protagonisti sono sempre gli stessi.
Ma quel che stupisce, come stupiva (fino ad un certo punto...) nel 2006, è che in prima linea ci siano quotidiani vicini o molto vicini alla Famiglia e, in particolare, a Gianfilippo.
Corriere e Gazzetta, certo.
Ma anche La Stampa, quotidiano torinese interamente di proprietà del Gruppo Fiat, che non perde occasione per tirare bordate contro la Juventus.
E' molto strano l'atteggiamento della Stampa nei confronti della società bianconera.
Perché i giornalisti del quotidiano di Via Marenco non si tirano certo indietro quando si tratta di elogiare i capolavori automobilistici prodotti negli stabilimenti del Gruppo Fiat (le Stilo, le Duna, le Tempra, la nuova Thema, etc etc). E sembrano sempre in perenne adorazione quando riportano le parole di Marchionne o i sorrisi di Gianfilippo.
Ma quando invece si tratta di Juve, l'atteggiamento cambia. Alla prima occasione utile, si accende il frullatore e partono secchiate di merda a spruzzo.
Basta vedere, solo per fare un esempio recente, il titolone sparato in prima pagina l'altro giorno sul caso Buffon.
"Buffon, ecco le maxi scommesse. Puntò oltre un milione di euro"
Come mai?
A che gioco sta giocando Gianfilippo, che della Editrice La Stampa è pur sempre il Presidente?