Abbonamenti Stadium: Ju29ro discute

StadioIl consistente aumento del prezzo degli abbonamenti allo Juventus Stadium per la prossima stagione è uno dei temi caldi di discussione all'interno della tifoseria juventina. La questione degli incassi derivanti dallo stadio si intreccia in modo molto stretto con le tematiche relative a Bilanciopoli e al presunto mecenatismo imperante nel calcio italiano negli ultimi decenni. Come è ben noto ai nostri lettori, si tratta di problematiche che costituiscono da sempre uno dei cavalli di battaglia del nostro sito, quindi ju29ro.com non poteva evitare di affrontare l'argomento.
L'intervento di Salvatore Cozzolino pubblicato sul sito pochi giorni fa ha fatto molto discutere (anche con toni oltre i limiti della convivenza civile), quindi abbiamo deciso di proporre ai lettori un articolo scritto a più mani in Redazione, in modo da fornire ai lettori una pluralità di punti di vista.



La passione, quella sportiva e soprattutto quella per la Juventus, è gioia e divertimento, sofferenza e delusione, rivincita, soprattutto rivincita. Non affronterò dunque in maniera esclusivamente economica la questione attribuendo ad Agnelli la fascia di capitano d'industria, né tanto meno catalogherò i tifosi come comunisti del pallone al grido "La Juve è di tutti". Sarà pure opinabile, ma molto semplicemente ognuno deve attribuire alla passione il tempo che ritiene necessario e spendere quanto ritiene necessario per viverla come meglio crede. C'è chi ritiene indispensabile sostenere sempre, ovunque, stare vicino ai ragazzi e tifare, c'è invece chi non riesce o non può e si limita a seguirla sempre, ma solo virtualmente o solo da casa. E' comprensibile il lamento dei tifosi, soprattutto quelli organizzati, se contiamo, oltre all'abbonamento, tutto ciò che ne consegue in termini di tempo, denaro e sacrificio: andare in trasferta, organizzare le coreografie, insomma battagliare; il cambiamento, quello economico, tocca loro e, visti i tempi di crisi, anche chi non segue la squadra in trasferta ma è sempre presente a Torino, magari in tribuna. L'aumento è sicuramente sproporzionato se paragonato all'anno precedente, ma i prezzi attuali, se paragonati ai quelli degli stadi nei paesi sportivamente competitors, sono senz'altro adeguati. La forbice si è allargata, scommetto che i tifosi organizzati e i tribuni del tifo sosterranno comunque lo sforzo per vedere la squadra che quest'anno ha mostrato a tutti come si gioca e come si vince.
Mario Pirovano

Cosa significa essere tifosi e andare allo stadio? Significa testimoniare il proprio amore per la squadra del cuore. Una testimonianza fatta certo di cori e di bolgia, ma che, in un mondo del calcio che non può prescindere dall'aspetto economico, richiede anche qualcosina di più. Nel lustro, triste e buio, post Farsopoli ci siamo spesso lamentati di una dirigenza che considerava la Juve solo come un asset, a volte pure fastidioso, e chiedevamo un presidente innamorato, come noi. Adesso ce l'abbiamo: un giovane presidente che cerca di lottare per la sua e nostra Juventus sul campo e nei tribunali. Pur tra mille difficoltà ambientali e pur pagando anche lo scotto dell'inesperienza di qualche dirigente, perlomeno a livello di top club, la Juve ha iniziato a difendere con orgoglio il suo passato ed è tornata vincente sul campo; e vuole continuare ad esserlo anche nel prestigioso firmamento internazionale; ha bisogno di cori, ma anche di risorse materiali. Le chiede ai suoi tifosi, non come si chiede l'elemosina, ma offrendo in cambio un prodotto che è un vero gioiello sotto tutti i punti di vista, dalla fruibilità dello spettacolo alla qualità e abbondanza dei servizi di contorno che propone: almeno in Italia, non c'è sicuramente impianto che pur lontanamente possa reggere il confronto. In fondo anche vedere il calcio alla (pay)tv costa. E vuoi mettere il surplus di emozioni e suggestioni che lo stadio ti regala?! A questo punto il tifoso innamorato ragiona con gli occhi del cuore e, quando proprio fosse necessario, sacrifica qualche piccolo vizio cui tiene di meno. Perché la Juve è tutto, anzi, è di più.
Angelo Ribelle

In tempi non sospetti, scrivevo che i prezzi applicati dalla società nella passata stagione erano decisamente "signorili". I tifosi avevano già pagato con cinque anni di sconfitte durante la gestione Blanc, la dirigenza era conscia che salassarli allo stadio sarebbe stato decisamente troppo. Questo, nonostante fosse necessario ammortizzare fin da subito le spese sostenute per metterlo in piedi, il nostro stadio; nonostante il calo di entrate determinato dal nuovo sistema dei diritti tv; nonostante il preoccupantissimo e più generale calo delle entrate, frutto della malagestione Blanc, esprimibile con un numero: -31% rispetto al 2006, laddove nello stesso periodo le grandi europee hanno visto crescere il loro fatturato di oltre 100 milioni.
Questo è probabilmente il punto: se i nostri orizzonti sono europei, il tariffario difficilmente poteva essere diverso da quello decisamente più importante proposto quest'estate. In alternativa, si discute di crescere secondo il "modello tedesco", sistema in cui i prezzi effettivamente rimangono popolari. Il modello tedesco però è di fatto costituito da altri fattori, difficilmente replicabili nell'immediato: molte partite in chiaro, e quindi diritti tv meno lucrosi per i club, azionariato popolare, stadi enormi. Tutto ciò determina il trionfo del settore commerciale.
Sì, ci si potrebbe muovere in quella direzione, ma dato il diverso fattore ambientale, perché la Juve diventi una squadra capace di far sostenere i propri investimenti solamente al settore commerciale, ci vuole tempo. Del resto, passatemela, lo Juventus Stadium non è stato costruito in un giorno.
Oggi, per assottigliare il gap e farci sognare notti europee, la via non può che passare dalle entrate dello stadio. Uno stadio che, diversamente, avrebbe meno ragione di esistere.
Roy Keane, nei suoi ultimi anni di carriera, lamentava un eccesso di tramezzini al salmone all'Old Trafford, stadio non certo noto per ospitare una tifoseria snob. Siamo d'accordo: il calcio deve rimanere uno sport popolare, padre-figlio e il sogno, e naturalmente c'è chi, legittimamente, preferirebbe vedere la Juve perdere allo stadio che vederla vincere davanti alla tv. Ne ho rispetto, ma i tifosi della Juve sono dieci milioni.
inunmondoche

E' arduo esprimersi su una questione così delicata come quella dei prezzi degli abbonamenti per la prossima stagione. In un momento economicamente così delicato e difficile come questo, a maggior ragione gli aumenti operati dalla società appaiono sicuramente molto elevati, Iva o non Iva. Forse troppo.
Certo, il voler essere protagonisti anche nel calcio internazionale impone qualche sacrificio, a tutti. Certo, la necessità di avere dei campioni in squadra, e di tenere d'occhio nel contempo il bilancio, implica il fatto che i ricavi debbano aumentare. Certo, lo stadio di proprietà (e che stadio!), unitamente ai servizi ad esso collegati, consente di offrire qualcosa di unico, che può essere valorizzato come tale. Certo, è meglio arrivare primi suscitando qualche mugugno, che arrivare settimi all'insegna del "volemose bene". Certo, l'essere campioni in carica, unito alla ragionevole certezza di poter proporre uno spettacolo di qualità, sembra poter permettere di calcare un po' la mano, recuperando magari anche i mancati aumenti della scorsa stagione. Questo dice la logica, questo dicono i numeri.
Ma il calcio, e soprattutto la passione e il tifo, non rispondono solo a logiche costruite sui numeri. Forse sarebbe stato lecito aspettarsi un minimo di attenzione in più verso chi si abbona nei settori più popolari dello stadio. Forse sarebbe stato giusto mostrare riconoscenza verso chi si era abbonato già nell'anno precedente, pur arrivando da due stagioni fallimentari e da un quinquennio tutt'altro che esaltante. Ma la società ha scelto un approccio diverso. Mi auguro che la strada intrapresa preveda di premiare in qualche modo chi ha continuato a crederci anche nel periodo più difficile. Non è il caso di rischiare di creare delle fratture proprio ora. Ora che quel periodo sembra ormai essere alle spalle.
Nino Ori

Mica solo un posto in prima fila allo Juventus Stadium. Tra le passioni che vorrei alimentare entro fine anno ci sarebbero anche la nuova bi-ammortizzata della Specialized, Belen e sua sorella. Purtroppo non riesco a mettere insieme il budget per nessuna delle quattro opzioni, e allora sapete cosa vi dico? Che continuerò a pedalare con la mia vecchia Specialized, la Juve la vedrò in tv e la miopia mi salirà ancora un po'.
Dando una rapida occhiata al sito del Manchester United, non esiste un seggiolino sotto le 532 sterline, e parliamo di uno stadio da oltre settantamila nel quale trovare un posto libero è poco più agevole che centrare il Superenalotto. Lo stadio di proprietà - su questo concordano tutti - rappresenta lo spartiacque tra l'essere una società proiettata nel futuro e l'essere una qualunque, specie qui da noi. Tradotto, però, ciò non significa altro che maggiori ricavi da biglietti e gestione diretta della pubblicità. Bilanci in ordine e campioni in campo sono un binomio terribilmente difficile da tenere insieme. Finché lo stadio della Juve segnerà il sold-out, come è accaduto quest'anno ogni benedetta domenica, per quanto mi riguarda non esisteranno tariffe toppo alte. Ai settimi posti dagli spalti preferisco gli scudetti in HD.
Trillo

Sono un tifoso da tastiera, un pinguino, come ci definiscono alcuni.
La Juve la guardo in TV, ed un paio di volte in un anno mi concedo il lusso di andare allo stadio. Purtroppo l'anno scorso trovare un biglietto era più difficile che centrare un terno al lotto. Nell'ultimo anno al Comunale ho visto due partite, spendendo la modica cifra di 180€ (una volta che sei allo stadio compri il biglietto che trovi, mica te ne torni a casa dopo aver fatto molti Km), quasi quanto un abbonamento in curva, per due partite! Ma le altre, dicevo, le guardo in TV. E per guardarle pago un abbonamento a Sky, 70€ circa al mese. Oh, certamente, ci guardo qualche film e molto altro. Ma se è da oltre dieci anni che ho l'abbonamento a Sky è perché voglio guardare la Juventus. Dunque diciamo che al netto di film telefilm ed altri sport, un 50% di quanto spendo è per il calcio: 35€ circa. Che per un anno sono 420€. Dunque il mio abbonamento sono dieci anni che lo pago alla Juventus per interposta Sky. E come me molti milioni di italiani hanno gli abbonamenti alle pay principalmente per vedere la Juve. E che la fonte di maggior reddito per le squadre di calcio sia quella dei diritti televisivi è oggettivamente dimostrato dai bilanci. Dunque anche noi pinguini in qualche modo (ed in che modo visti gli incassi!) sosteniamo la Juventus. Dunque questa protesta per un aumento, a conti fatti, di 4 € a partita per il rinnovo della curva mi sembra eccessiva. Quando Sky ha aumentato il costo, anche a causa dell'aumento dell'IVA (e se ci sarà l'ulteriore aumento dovremo pagarlo per vedere la Juve), nessuno ha movimentato le piazze. Che poi, alla fine della fiera, nessuno è obbligato a rinnovare l'abbonamento: io posso disdire Sky ed imitare Trillo andando in bici, un tifoso da stadio può non rinnovare l'abbonamento e dedicarsi ad altro che più gli aggrada.
Giuseppe Rombolà

Se l'abbonamento costerà molto di più e gli aumenti colpiranno soprattutto i settori popolari, la spiegazione è una sola: aumentare il cosiddetto "entry level" allo stadio in modo da scremare i poveracci che hanno meno possibilità di spendere.
La logica è quella delle discoteche che fanno pagare un biglietto d'ingresso molto caro così da lasciare fuori la massa. Nell'immediato questo discorso paga, alla lunga, però, dovranno tornare sui propri passi perché lo stadio non è un teatro, un immenso frigorifero dove obesi mangiatori di popcorn battono le mani a comando e si vestono con materiale originale. Quando avranno bisogno della spinta di un Popolo, come accaduto in questo campionato, i giocatori potranno sbracciarsi all'infinito ma l'unica risposta sarà un mugugno stizzito tipico di chi viene disturbato. In fin dei conti comprendo anche i "tifosi" di domani: ma come, sarà il loro ragionamento, io pago fior di quattrini e tu pretendi pure che ti sostenga in un momento di difficoltà?
Amo disperatamente questa Maglia, ma sarebbe interessante far sentire a lor signori il tanto decantato "effetto Stadium" lasciandolo in mano a chi vuole godersi lo spettacolo.
Patrizia Gai

Vincere non è importante. E' l'unica cosa che conta. E nel mondo moderno, per (cercare di) vincere, la solidità economica di una società è condizione necessaria, anche se non sufficiente, perché poi contano anche altri fattori quali l'abilità nello spendere i soldi, l'influenza dei massmedia, i gol imprevisti del Cesena etc etc. Non potendo stampare euro nelle cantine di Corso Galileo Ferraris e non potendo contare, per svariate ed evidenti ragioni (last but not least, i vincoli del financial fair play), su ulteriori interventi degli azionisti, l'unica strada percorribile consiste nell'aumentare i ricavi, compresi ovviamente quelli derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti. E lo Juventus Stadium è stato costruito proprio per questo. Diversamente, potevamo tenerci il Comunale. O, fin meglio, restare in Serie B. Prezzi ancora più popolari, il profumo delle piadine a Rimini ed eccitanti trasferte a Caltagirone. Detto questo, la società fa benissimo ad aumentare i prezzi. Certo, bisogna poi essere capaci di spendere bene (niente fenomeni parastatali alla Martinez o alla Krasic, per intenderci).
Il Mago di Ios