C'è chi semina odio

ZemanSapere che un allenatore di una squadra di calcio di serie A mette la sua firma su una maglietta che riporta un messaggio di odio verso una squadra avversaria non può lasciare indifferenti. Forse è il punto più basso di un astio portato avanti da decenni dal signore in questione: di fatto rappresenta un assist per quella parte di tifoseria che, prima di tifare per la propria squadra, tifa contro un’altra al punto di odiarla. E’ un qualcosa di tremendamente stridente in tempi in cui le istituzioni calcistiche di ogni ordine e grado si sforzano di inculcare la cultura del fairplay nel mondo del calcio.

“Odio la Juve” c’era scritto su quella maglia, e Zeman lì, ad usare il suo autografo come un cerino, certamente consapevole di veicolare un sentimento altamente diseducativo, soprattutto per lo sport, e di attizzare il fuoco dei sentimenti che animano opposte tifoserie. Poi non ci si può meravigliare se all'Olimpico dovesse ricapitare di sentire qualche coro sgradevole, anzi, di più... Ed è fisiologico che poi il boemo si becchi gli insulti di tutto lo Juventus Stadium. Infatti, se è vero che lo scontro fra Zeman e la Juventus arriva da lontano, l'episodio della maglietta autografata non è un fatto isolato in questi ultimi giorni, perché capita che ormai sia una prassi che le conferenze stampa della Roma vengano utilizzate per parlare più della contabilità degli scudetti della Juventus che di altro, tanto per fare un esempio, con giornalisti che infamano un’intera categoria aizzando le polemiche più sterili e inutili con domande che nulla hanno a che fare con “la Maggica”.

Allargando il quadro c’è infatti da segnalare l’irresponsabilità di certi professionisti dell’informazione che speculano sulle battute di un allenatore che deve la propria popolarità più all’astio rovesciato in ogni occasione nei confronti della Juventus che al proprio palmarès da zero titoli in oltre trent’anni di carriera. Evidentemente è questo il motivo per cui l’attuale allenatore della Roma è stato assente dal grande calcio e non, come scrive un compiacente articolo de “Il Messaggero”, “per aver denunciato il doping”. Basta leggersi il curriculum di Zeman riportato in calce ad un nostro articolo per rendersi conto di come gli esoneri subiti in carriera siano una costante rispetto agli sparuti successi nelle serie minori.

Ma lasciamo a Zeman il curriculum che si merita. Oggi la questione intollerabile è che con un atto irresponsabile si fomentino in qualche modo sentimenti di odio. A questo proposito ci dovrebbe essere un limite netto e invalicabile delle istituzioni, in mancanza del buon senso di chi continua a giocare pericolosamente con il cerino acceso. Che l’intervento degli organi preposti con i provvedimenti del caso servano per dare il segnale che certi limiti sono stati abbondantemente superati. A ognuno le proprie responsabilità. Anche alla Juventus, che non può far finta di niente davanti al gioco al massacro che si perpetua ai danni della società.