Un po’ di storia bianconera

AgnelliUno spaccato di storia bianconera per ricordare Gianni Agnelli a 10 anni dalla sua scomprasa.
Correva l'anno 1970 e Gianni Agnelli chiamò alla Juventus Italo Allodi, l'artefice dell’Inter di Angelo Moratti e dal 1967 ufficialmente inattivo; insieme ad Allodi arrivava alla Juventus come allenatore un altro protagonista dell’Inter degli anni Sessanta, il compianto Armando Picchi. I due arrivarono dopo una stagione anomala dei bianconeri: a fine ottobre 1969 era stato esonerato Luis Carniglia, sostituito da Ercole Rabitti, presidente all'epoca era Vittore Catella; l’esonero di un allenatore in casa Juventus fu un evento memorabile. Inutile dire che l'arrivo di Italo Allodi e Armando Picchi segnò la prima "ricostruzione" della Juventus: infatti quell'anno si arrivò quarti in campionato ed in finale Coppa delle Fiere e l'anno successivo sarebbe arrivato lo scudetto.
Arrivò un nuovo presidente, un certo Giampiero Boniperti da Barengo, e qui iniziò il capolavoro dell'Avvocato. Italo Allodi non riscuoteva tutte le sue simpatie e affiancargli Giampiero Boniperti era come mettere insieme il diavolo e l'acqua santa. Allodi all'epoca era una specie di "eminenza grigia" del calcio italiano, re incontrastato del mercato, ascoltatissimo dagli organi federali e dalla Lega; Boniperti, da buon "contadino" mezzo piemontese e mezzo lombardo, è sempre stato pragmatico, sempre un po' in ombra, mai si è detto o si è saputo esattamente quale e quanto fosse il suo potere nel mondo del calcio, anche se ne ebbe tantissimo.
Fu subito chiaro che il predestinato non sarebbe mai stato Italo Allodi, che l'Avvocato portò alla Juventus per una scelta di necessità, per dare una svolta alla Società e iniziare a costruire una Juventus vincente nel tempo: Allodi serviva per far crescere Boniperti. Nel 1973, in totale stile Juventus, in silenzio, senza alcun segnale premonitore, ecco che Allodi veniva "rimosso" e la Juventus passava totalmente nella mani di Boniperti.
Facciamo un salto in avanti di 20 anni: stagione 1990/91, allenatore Gigi Maifredi, l'inventore del calcio Champagne, portato alla Juventus dal vicepresidente esecutivo Luca Cordero di Montezemolo, sì, proprio lui! Si pensò che una stagione così sarebbe stata irripetibile, settimo posto in campionato: un disastro.
L'Avvocato, in silenzio, anche questa volta senza fare proclami, senza rivolgere accuse a nessuno, a fine stagione dava il benservito al filosofo del calcio champagne e al suo mentore, il vicepresidente esecutivo. Ancora una volta Boniperti veniva chiamato a riprendere in mano la situazione, ritornava il Trap sulla panchina e l'anno successivo, grazie anche ad opportuni aggiustamenti dell’organico (fu l'anno del debutto di Antonio Conte in bianconero), arrivarono secondo posto in campionato e finale di Coppa Italia.
Se leggiamo la storia della Juventus vediamo dunque che il pragmatismo e l’agire in maniera discreta, stando sempre fuori dalle luci dei riflettori, è sempre stata la caratteristica della Juventus. Le vicende di Allodi e di Luca di Montezemolo sono state scosse forti all’ambiente, cambi traumatici se analizzati in termine di organizzazione ed equilibri di potere, ma le decisioni prese sono sempre seguite da risultati vincenti.
All’Avvocato è stato risparmiato di vivere in prima persona lo scempio che è stato fatto della sua amata Juventus dal 2006 al 2010 (ma l'avrebbe permesso?), però da lassù sono sicuro avrà sofferto molto vedendo quello che i suoi successori hanno combinato.
Dal 2010 però le cose sono cambiate, hanno intrapreso un'altra strada: Andrea Agnelli alla guida della Juventus sta operando secondo la tradizione e la Juventus è ritornata ad essere l’esempio da seguire in Italia e all’estero. Perché questo è e sarà sempre il ruolo che le compete.
Affido la conclusione di questo spaccato di storia bianconera a due frasi celebri di Gianni Agnelli, che dovranno essere la bussola del giovane Andrea.
Alla domanda “Vinca la Juve o vinca il migliore?” L’Avvocato ebbe a rispondere: “Sono fortunato, spesso le due cose coincidono”; e anche:
“La Juventus rappresenta, per chi ama la Juventus, una passione, uno svago... e qualche cosa la domenica. Noi abbiamo cercato di dare a loro il migliore spettacolo possibile e anche molte soddisfazioni”.
Grazie, Avvocato Agnelli, ci manca sempre tanto.