Ce ne andiamo o no?

Repubblica delle bananeDomenica dopo domenica si accumulano sempre nuove motivazioni per l’espatrio. Argomento quasi carbonaro quello di iscrivere la Juventus in un campionato estero, ma che prima o poi bisognerà iniziare ad affrontare seriamente. Alcuni si fermano prima, “è impossibile”, dicono. Sarà impossibile finché qualcuno non avrà il coraggio di farlo. Per quale motivo la Juventus dovrebbe continuare a giocare in questo torneo impresentabile, tanto per usare un aggettivo di moda in queste ore? Gioca il calcio migliore da due anni, è l’unica degna rappresentante del calcio italiano in Europa e in cambio cosa ottiene? Solo odio, bastoni tra le ruote, invidia. Subisce torti arbitrali e non può lamentarsi, vince e il suo allenatore non può esultare, si mette in poltrona e cosa vede? La solita farsa, rigori concessi con generosa disinvoltura, espulsioni non comminate, la seconda e la terza in classifica che viaggiano da mesi con la scorta arbitrale tra il silenzio generale, mentre le partite della Juve vengono ogni volta vivisezionate alla ricerca di qualcosa di strano, e quando non c’è lo si inventa. Domenica scorsa col Catania hanno partorito inesistenti falli di mano, presunte gambe tese avvenute un minuto prima, fantasiosi falli in area. Stavolta, non essendoci nulla (anzi il Bologna doveva finire in 10 o addirittura in 9, ma avete sentito qualcuno ricordarlo?) nemmeno a lavorare con la fantasia, si è puntato il dito sull’esultanza di Conte. E il tutto è scientifico eh, non è che avviene per caso. Come ci si può meravigliare, quindi, se ogni volta che si va in trasferta bisogna farlo in assetto da guerra? Sono anni che l’opera di delegittimazione, di fango gratuito, di costruzione del sentimento popolare va avanti imperterrita, e le conseguenze sono queste. L’odio di cui è circondata questa squadra è in larga parte indotto da un sistema mediatico che ha saputo scientificamente costruire il mostro, e la farsa di Calciopoli è stata soltanto un traguardo intermedio, non quello finale come qualcuno sperava. Si ricomincia a vincere e la macchina sparamerda riparte, la Juve lungi dall’essersi “purificata” con la Serie B, come si illudeva qualche dirigente incapace, è di nuovo il male assoluto da annientare. E’ l’ora di prendere atto con pragmatismo che una Juventus vincente NON E’ TOLLERATA in questo paese. E trarne le dovute conseguenze.

Questo campionato che andremo a vincere per la trentunesima volta ha tutti i crismi per poter essere l’ultimo sul suolo italiano, chiuderemmo in bellezza con lo sfregio più grande: vincere nonostante tutto quello che è accaduto intorno. Dalla ridicola squalifica di Conte alla gogna per gli episodi di Catania e di Juve-Inter; la società emarginata dal governo della Lega Calcio; da Milan-Juventus in avanti una lunghissima sequela di arbitraggi avversi nel tentativo di tenere in vita un campionato nato morto e di portare avanti una presunta anti-Juve, chiunque essa sia; l’eliminazione dalla Coppa Italia proprio grazie a suddetti metodi, con rigori enormi non concessi; il killeraggio su Antonio Conte che si becca due giornate di squalifica quando, all’ennesimo arbitraggio vergognoso, perde la pazienza e sbotta; nel frattempo le più vicine avversarie che vengono accompagnate di peso dalla mano arbitrale, il Milan con una sequela di favori che non ha eguali nella storia, il Napoli col baratto: niente rigori contro e frequenti rigorini fasulli a favore, soprattutto in casa, in cambio di numerose espulsioni dei membri della panchina mai pagate con squalifiche; tifosi avversari che devastano le strutture dello Juventus Stadium, espongono striscioni offensivi verso Heysel, Pessotto, cantano cori contro la famiglia Agnelli, ma la società che prende un terzo delle multe totali della serie A qual è? Indovinate…

In questo contesto la Juventus sta andando a vincere il trentunesimo scudetto, e il fatto che a nove giornate dalla fine abbia, nonostante tutto, rispettivamente 9 e 11 punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici è un’impresa ai limiti dell’impossibile. In una situazione normale si potrebbe dormire tra sette guanciali, in questo torneo farsesco invece meglio non stare troppo tranquilli, che da qui alla fine chissà cosa si inventeranno ancora. Però a un certo punto basta, no? Basta, veramente. La voglia di andarsene via e abbandonare questo torneo alle sue miserie è fortissima, e Conte sabato lo ha esplicitato chiaramente. Solo che non è lui a doversene andare via schifato, dobbiamo essere noi e lui, insieme. La Juventus e il suo allenatore lontani per almeno un lustro da questo calcio italiano nel quale si ha sempre più la sensazione di essere ospiti sgraditi. Via, via, iniziare sin da subito ad allacciare i contatti per iscriversi alla Ligue 1: un campionato non certo meno competitivo di questo, dove poter finalmente ritornare a fare sport senza dover subire ogni domenica aggressioni fisiche, verbali, mediatiche, arbitrali. La Francia è a un tiro di schioppo da Torino, facciamolo. Facciamolo presto, o almeno proviamole tutte affinché sia possibile farlo. Che si scannino tra di loro, così forse la gente, priva del facile alibi della Juventus, la discarica nella quale fare confluire tutte le proprie frustrazioni, inizierà finalmente ad aprire gli occhi. Che si divertano pure col loro giocattolo disastrato senza l’indotto di 14 milioni di tifosi, tanto ormai è evidente che questo calcio la Juventus non può cambiarlo dall’interno. L’unica è farlo implodere su se stesso dopo essere scappati via, per evitare di rimanerne nuovamente stritolati. Conte, come sempre, ha fatto il primo passo e lanciato il sasso nello stagno, ha indicato la via, l’unica perseguibile arrivati a questo punto. Se non basta tutto quello che sta succedendo quest’anno per fare il grande passo, cosa deve succedere ancora? Deve scapparci il morto? Via, via, via. O si espatria oppure a seguire Conte, quando avrà deciso di non poterne più, saranno molti tifosi. Io tra i primi.