Bayern-Juve, tra investimenti e futuro

Agnelli e MarottaBayern Monaco batte Juventus 4-0. Il risultato dell’unico quarto di finale di Champions mai stato in bilico nemmeno per un minuto è più chiaro di ogni commento, è tale da radere al suolo qualsiasi fantasia scaturita dopo la partita di andata riguardo a presunte formazioni sbagliate, presunto atteggiamento timido, ecc. Al ritorno la Juve ha provato a fare il suo massimo e il risultato è stato il medesimo, anzi il modo in cui il Bayern ha giocato al gatto col topo, gestendo per un’ora il match prima di chiuderlo in agilità con l’uno-due palo di Robben e goal di Mandzukic, è complementare al dominio totale della partita di andata. Sommati fanno un gap profondo quanto i quattro goal di differenza: di qua una squadra che in due anni ha fatto miracoli partendo dalle macerie, andando forse anche oltre le sue reali possibilità, di là una corazzata che due anni fa, quando è iniziata l’era Conte, disponeva già di 7/11 della formazione che ieri ha passeggiato allo Juventus Stadium. Rimanendo validi i ragionamenti fatti dopo la partita di andata circa i valori delle due squadre, proviamo a capirci di più sui percorsi che nell’ultimo biennio hanno portato alla situazione attuale.

Negli ultimi due anni in Baviera sono arrivati: l’anno scorso il portiere Neuer (18 mln dallo Schalke); quest’anno il difensore brasiliano Dante preso dal Borussia Moenchengladbach per 5 milioni, il basco Javi Martinez prelevato a peso d’oro (48 milioni) dall’Athletic Bilbao e il croato Mandzukic pagato al Wolfsburg appena 12 milioni dopo che aveva disputato un ottimo Campionato Europeo. Aggiungiamo il centrocampista Luiz Gustavo, protagonista all’andata al posto dello squalificato Martinez, prelevato lo scorso anno dall’Hoffenheim per circa 15 milioni, e Jérôme Boateng, entrato ieri al posto di Van Buyten, comprato sempre l’anno scorso dal Manchester City per circa 13 milioni. Altri acquisti di questa stagione sono stati lo svizzero Shaqiri, entrato nell’ultimo minuto della gara di andata, prelevato per 12 milioni dal Basilea, e il peruviano Pizarro, cavallo di ritorno preso a parametro zero. In panchina figurava il brasiliano Rafinha, prelevato lo scorso anno dal Genoa per circa 6 milioni. Fanno un totale di poco meno di 130 milioni investiti in due anni, per innervare una struttura già consolidata negli anni precedenti che comprendeva: Lahm, Alaba, Schweinsteiger, Kroos e Müller provenienti dal vivaio, Van Buyten preso nel 2006, Ribéry nel 2007, Robben e Mario Gomez nel 2009.

Possiamo quindi dire che negli ultimi due anni il Bayern non ha certo badato a spese per rafforzare una squadra che comunque poteva contare su una struttura già di alto livello come quella appena ricordata, e dei 130 milioni ben 83 sono stati spesi per dei titolari di oggi (Neuer, Dante, Martinez, Mandzukic). Due terzi. Siamo quindi in presenza di una società in salute dal punto di vista economico, in grado di permettersi investimenti importanti ma che, soprattutto, i soldi che ha li ha saputi spendere bene. Un vero modello cui ispirarsi, un punto di arrivo.

La Juventus nel 2011, quando è iniziato il progetto di Conte, veniva da un tentativo di ricostruzione che era partito molto male: era stato ripetuto il settimo posto della stagione precedente, non si partecipava alle competizioni europee. Una parte delle macerie della gestione Blanc era stata spazzata via, ma molto lavoro restava ancora da fare. Tra nuovi acquisti e riscatti obbligatori della sessione precedente il primo anno sono stati investiti circa 85 milioni. Il secondo, quello in corso, tra nuovi acquisti e riscatti, altri 50 milioni circa. E fanno quasi 130, cifra esattamente e curiosamente coincidente (milione in più, milione in meno) con quella dei tedeschi. Va ovviamente tenuto conto delle situazioni di partenza differenti, e lo abbiamo fatto: lì c’era una base tecnica consolidata e di ottimo livello, qui no. La cifra investita in questi due anni (al lordo dei disinvestimenti) è però pressappoco la stessa. Per il Bayern è servita a rendere fortissima una già ottima squadra, per la Juventus a passare da due settimi posti a, presumibilmente, due scudetti e un quarto di finale europeo. Si può quindi sfatare un falso mito, quello cioè che il Bayern abbia potuto investire di più della Juventus: diciamo che lo ha fatto sicuramente meglio. Anche perché, se consideriamo il primo anno di gestione Marotta, vanno aggiunti altri 60 milioni che porterebbero il totale in tre anni a quasi 200 milioni. La domanda è: partendo dalla macerie tecniche della gestione Blanc, 200 milioni di investimenti sul parco giocatori in tre anni per due scudetti, una Supercoppa, una finale di Coppa Italia e un quarto di Champions sono tanto o poco? Opinione personale: proprio poco non lo sono. Altro dato: di questi 200, nella formazione titolare (considero Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Asamoah, Vucinic, Giovinco) ne sono finiti 73 (meno di un terzo), il resto diviso tra riserve e acquisti sbagliati poi rivenduti o girati in prestito (es. Martinez, Krasic, Elia ecc.). Ci sono dentro ottimi affari (Pirlo, Barzagli, Vidal, Pogba) ma anche diversi pacchi (vedi sopra) oppure riserve decisamente sovrapagate (es. Matri più Quagliarella = 33 milioni).

Tutte le opinioni sono legittime, alcuni sostengono che Marotta abbia fatto un lavoro egregio, altri che con quello che si è speso sarebbe stato possibile costruire una squadra più forte di quella attuale. Gettando lo sguardo al futuro possiamo dire che la situazione odierna della Juventus sia all’incirca quella in cui si trovava il Bayern due anni fa: la base ora c’è, anche se non solidissima quanto quella di una squadra che aveva giocato una finale di Champions l’anno precedente. Ora serve uno scatto in avanti per rendere la Juventus competitiva in Europa ad alti livelli, e dubito che nei prossimi due anni si possano investire altri 130 milioni come nel biennio precedente, non essendo in programma nuovi aumenti di capitale. Serviranno grandi intuizioni, idee, colpi di genio. Competenza. Serviranno altri Pogba, altri Vidal, magari altri Barzagli. Opinione personale: serviranno anche più Paratici e Nedved e meno Marotta.


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