Tutti gli altri ne han... di meno!

31La Juve è veramente tornata!
Lo capisci dal passatempo preferito del tifoso bianconero nel mese di maggio quando, circa un anno su tre, è "costretto" a spremersi le meningi per trovare il miglior gioco di parole da fare con il numero rappresentativo dello scudetto appena vinto.
Sono passati i tempi d'oro degli anni '90 e '00 quando la scelta migliore era al tempo stesso la più semplice: Juventitrè, Juventiquattro e via così fino all'ormai mitologico Juventinove a cui la nostra testata non può che essere legata a doppio filo per le note vicende farsopolare. Dall'anno scorso occorre fare uno sforzo in più, c'è una nuova decade da spolpare e siccome gli juventini non stanno solo in Trentino...

"30 giorni ha novembre
con april, giugno e settembre,
di 28 ce n'è uno,
tutti gli altri ne han 31."


Prendo in prestito la filastrocca che insegnano alle elementari per memorizzare lo strano andamento del calendario gregoriano, ma prima due considerazioni.
La prima, extra-calcistica. Mi piacerebbe sapere cosa avrà mai fatto di male febbraio per ricevere un trattamento da schizofrenico minoritario...
La seconda. La bolla pontificia con cui Gregorio XIII (13 come gli scudetti vinti da una certa squadra prima dell'arrivo di un certo signore) istituisce il nuovo calendario viene promulgata col nome "Inter gravissimas". E se anche il Papa che "ha fatto i calendari" dice che all'Inter hanno fatto cose gravissime, non gli resta che scappare in motorino e poi buttarlo giù dal terzo anello di S. Siro.

Ma torniamo alla nostra filastrocca e ai mesi dell'anno.
Se prendiamo come pietra di paragone i giorni del mese, la Juve è gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre o dicembre. Per capire a che punto stanno le altre, facciamo finta di equiparare uno scudetto vinto ai giorni di festa, o alle ferie pagate (dati i tempi sono merce sempre più preziosa le seconde delle prime).
Alla Juve, un'arzilla vecchietta centenaria, antipatica (ma forse è solo invidia) ma gran lavoratrice, spetta un mese di festa, e un mese di quelli lunghi.
Per gli altri già "essere" febbraio sarebbe un'utopia che non basterà loro una vita per salire a quel livello, ma andiamo con ordine.
- C'è qualcuno cui spettano 18 giorni di festa, ma questo dipendente è sempre con la calcolatrice in mano per dimostrare ai colleghi che lui negli ultimi 5 anni è quello che ha lavorato maggiormente e che quindi gliene spetterebbe qualcuno in più. E ogni giorno un conto diverso, così, a piacere;
- C'è qualcuno cui ne spettano 13, ma uno glielo aggiunge il capoufficio, amico da una vita, e altri 4 glieli regalano perché nessuno li chiedeva. Perché proprio a lui? Chiedere al capufficio di prima;
- Ce ne sono altri cui ne spettano a chi 9 e a chi 7, ma tutti questi dipendenti sono ormai in pensione da anni, anzi, molto spesso vengono pure degradati a servizi minori.
Ci sono, poi, casi strani di gente che, pur avendo diritto a pochi giorni di ferie, sta sempre a lamentarsi di subire le angherie dei più potenti e di dover soccombere alla loro prepotenza.
- C'è un dipendente campano cui spettano due miseri giorni di vacanza, eppure... Eppure è sempre lì a dire che lui è stato costretto ad emigrare al nord, che lui ha fatto il contratto con il miglior cliente del mondo, che i Savoiardi nel latte non gli piacciono, che l'unica macchina che può permettersi fa schifo ed è pure brutta, che la sua città prima dell'occupazione straniera era il gioiello d'Europa, che la musica più bella è quella napoletana. Alle rimostranze dei suoi colleghi "E noi che c'entriamo con tutto questo?!?", il dipendente campano risponde che a lui spettano più giorni di ferie perché bistrattato dalla storia!
Non si fa in tempo a tentare di riportare alla ragione il collega campano che parte l'altro:
- Il figlio della lupa: "Sono trent'anni che mi rubate le ferie, non se ne può più." Qualcuno gli fa notare che, in realtà, uno di quei giorni di ferie lo ha ottenuto perché, quell'anno, il capufficio decise all'improvviso che ci si poteva far aiutare anche da più collaboratori e, visto che lui era quello che ne aveva contattati di più, era riuscito a lavorare più degli altri.
- Accanto a questo c'era sempre un altro dipendente, della stessa zona, che si faceva chiamare "aquila" e cui spettavano 2 giorni di ferie, uno dei quali ottenuto un anno in cui, quando si distribuivano i giorni di ferie, pioveva talmente tanto che la vecchietta centenaria non si presentò a riscuoterlo. I due conterranei capitolini stanno sempre a sfottersi e l'ultima volta erano quasi venuti alle mani. Era successo che, mentre il primo stava per guadagnarsi un altro giorno di ferie, quello chiamato "aquila" aveva dato un po' del suo lavoro al dipendente raccomandato (quello cui avevano regalato i 5 giorni di ferie) favorendolo a discapito del lupacchiotto. "Oh no!", l'aveva pure preso in giro!

L'aspetto più divertente di tutta la vita di questo strampalato ufficio è vedere come i dipendenti trascorrono i giorni delle ferie.
La vecchia signora si dimostra spesso la più saggia. Lei ha tradizionalmente trascorso le sue vacanze cercando di aggiornare le sue conoscenze e allenare le sue capacità. C'è stato un periodo della sua vita, in verità, in cui le è piaciuto spendere i risparmi dell'anno in vacanze brasiliane, pagate uno sproposito ma che non avrebbero poi rispettato le aspettative per quanto speso. Si ritrovò per diversi anni a non riuscire più a primeggiare tra i colleghi. Era successo che il cugino del suo fidanzato le aveva presentato un amico francese che le aveva promesso un progetto per farla tornare a primeggiare, ma prima doveva diventare simpatica...
Una volta tornata in sé e pronta a lasciarsi di nuovo guidare dal suo antico compagno, nel giro di un anno l'anziana donna è tornata sui suoi consueti binari di successo.
Poi ci sono i due colleghi meneghini. Mentre uno cercava di avvicinarsi all'anziana signora per carpirne i segreti, l'altro passava le vacanze di agosto a sognare di diventare il più bravo. A settembre minacciava tutti che quell'anno non ce ne sarebbe stato per nessuno; a Natale cominciava a lamentarsi che qualcuno lo stava ostacolando scorrettamente; a Pasqua non ce la faceva più a stare dietro ai colleghi più bravi; a maggio era la raffigurazione della Pietà di Michelangelo: lui in braccio al commiserante capufficio.
I due romani e il campano, pur non sopportandosi, passano insieme i loro stringati giorni di vacanza a ricordare i bei tempi che non tornano più, nell'attesa che, finalmente, quell'antipatica piemontese schiatti di vecchiaia.
"Ma sicuri che muore? A me pare ogni anno ringiovanire..."

Due scudetti ha l'aquilotto
con il giglio ed il ciucone,
uno in più per il lupetto
solo il Milan ne ha diciotto.

L'interista già si oppone:
"Son diciotto per la Lega"
Ma il quattordici è cartone,
quelli dopo chi li spiega?

Nove al Genoa, sette al Toro
con Bologna e Pro Vercelli,
cinque squadre ne hanno uno
solo una ne ha trentuno.




Twitter: @GiuSette7