Il bilancio, il mercato e la potenza di fuoco

AgnelliQualche mese fa, Andrea Agnelli parlò di "potenza di fuoco", stimandola per la Juventus intorno ai 200 mln. Questo ha generato aspettative, discussioni, interpretazioni fantasiose (spesso di segno opposto)... e certamente anche qualche equivoco.
Per potenza di fuoco si intende normalmente la parte del budget annuo destinata a quote di ammortamento e stipendi, compresi quelli riferiti a tutti i giocatori già in rosa, se confermati. Convenzionalmente, una società calcistica viene considerata sana se la sua potenza di fuoco è contenuta intorno al 70% (max. 75-80%) dei ricavi. L'affermazione del Presidente indica quindi che i ricavi attesi dal bilancio chiuso al 30 giugno 2013 saranno presumibilmente compresi tra i 250 e i 300 milioni.
Il bilancio presenterà probabilmente un risultato economico intorno al pareggio. E, soprattutto, permetterà finalmente di superare dopo 7 anni il fatturato realizzato nel 2006...  e conosciamo bene, purtroppo, i motivi di questo ritardo temporale. Giova forse ricordare di quale portata sia stata l'influenza di Calciopoli, in termini non solo sportivi ma anche finanziari.
Nel 2006 la Juventus era la terza società calcistica d'Europa per fatturato, venendo da due scudetti vinti, con una squadra quasi imbattibile, allenata da Capello. Con diritti tv e sponsorizzazioni da record (con Romy Gai), era pronta al canale tematico, allo stadio di proprietà e (con Moggi e Giraudo) ad altre iniziative, che avrebbero potuto e dovuto portare ad un dominio pluriennale.
Pluriennali sono invece stati per le casse della società i nefasti effetti della farsa del 2006. Ad ottobre 2012 (8 mesi fa), l'assemblea degli azionisti ha approvato un bilancio che evidenziava quasi 50 mln. di perdite, dopo i 95 mln. registrati nella stagione precedente. In questi anni, con l'obiettivo di rimanere in piedi e provare a tornare competitivi, sono stati effettuati due aumenti di capitale: 105 mln. nel 2007 e 120 mln. ad inizio 2012. Nel contempo, sono stati avviati e realizzati investimenti importanti, sullo stadio di proprietà e sull'area della Continassa: tutte cose destinate a produrre risultati crescenti e continuativi nel tempo. E, anche grazie alla ritrovata competitività, stanno cominciando a darne.
Le altre grandi d'Europa, nel frattempo, hanno mediamente raddoppiato i loro ricavi. Oggi la Juventus comincia a risalire la china e ritorna tra le prime 10 società europee, preceduta però nei numeri dalle rivali storiche spagnole, dalle inglesi e dalle tedesche... e perfino da una new entry francese. Peraltro, un fatturato più elevato non dà necessariamente la garanzia di ottenere il risultato. Basti pensare al fatto che negli ultimi 10-11 anni il Real Madrid ha sempre ottenuto ricavi molto superiori a quelli di tutte le rivali, e ha spesso avuto in squadra quasi tutti i giocatori più importanti e più costosi (Beckham, Robinho, Owen, Van Nistelrooy, Robben, Snejider, Cristiano Ronaldo, Kakà, Benzema, Xabi Alonso, etc.), con allenatori come Capello, Schuster, Mourinho, etc. Eppure, da ben 11 anni non vince la CL.
Ipotizzare ora per la Juventus altri aumenti di capitale, data l'entrata in vigore del Ffp, che in sostanza impone alle società di automantenersi (garantendo la parità tra ricavi e costi operativi), difficilmente produrrebbe risultati apprezzabili. Fare follie sarebbe inutile, anzi controproducente: per cercare di competere (ed eventualmente vincere) nelle coppe europee, è necessario prima essere in condizione di potervi partecipare. Per chi ha fretta di ottenere tutto e subito, l'alternativa suggerita non può che essere quella di rivolgere le proprie attenzioni a società di proprietà di sceicchi più o meno credibili, di americani più o meno facoltosi, o di russi più o meno presentabili...
Tornando alla potenza di fuoco: un aumento della stessa di 15 mln., in chiave di mercato, vuol dire potersi permettere un nuovo giocatore dallo stipendio di 4,5 mln. netti (8,5 lordi) e dal cartellino di 26 mln., con 4 anni di contratto (6,5 mln. di ammortamento). Ovviamente, facendo mercato, si possono anche liberare delle risorse. Plusvalenze, cessioni, ringiovanimento della rosa, promozioni dalla Primavera, etc. sono tutti elementi che permettono di diminuire la parte già impegnata della potenza di fuoco, a favore della possibilità di fare nuovi acquisti. Ma i conti, in termini di bilancio, devono tornare. E le scelte avventate possono risultare deleterie non solo nel breve termine, ma anche per anni: basti pensare ai casi Tiago, Andrade, Iaquinta, Amauri, Diego, Felipe Melo, etc. Non va dimenticato che una società, che voglia competere su più fronti, di giocatori buoni (che vanno pagati in quanto tali) deve averne tra i 20 e i 25. E la cosiddetta potenza di fuoco comprende stipendi lordi ed eventuali quote di ammortamento di ognuno di loro, nuovi o confermati che siano.
Ad esempio, Tevez a 9 mln. (+3 in media) di cartellino e 5,5 mln. di ingaggio netto (10,4 lordi) per 3 anni, incide sulla potenza di fuoco per 14,4 mln. annui (12:3 +10,4). Per i prossimi 3 anni.
L'eventuale arrivo di Jovetic, a 30. mln di cartellino e 4,5 mln di ingaggio netto (8,5 lordi) per 4 anni, inciderebbe per 16 mln annui. (30:4 +8,5). Per i prossimi 4 anni, un impatto simile a quello di Tevez.
E Cavani, il sogno proibito di molti tifosi bianconeri? A 63 mln di cartellino e 7 mln. di ingaggio netto (13,2 lordi) per 5 anni, inciderebbe sulla potenza di fuoco in maniera significativa: addirittura per 25,8 mln annui (63:5 +13,2). Per 5 anni. Potremmo permettercelo? Ognuno faccia le proprie valutazioni...
Questo è ciò che dicono i numeri. E i numeri tendono ad essere spietati e a non mentire.