Da merda a mierda

Mi sono ritrovato catapultato nell'ultima fila del pullman che mi portava alle grotte di Toirano in gita non appena ho sentito il primo coro dei "teppistelli" in curva, ad incitare Andrea Pirlo dolorante a terra per un colpo al ginocchio. Piccoli sì ma mica scemi, già sanno chi, solitamente, accende la luce in casa ma anche in trasferta, e per molti di loro, come per me fu Platini, Pirlo è la quintessenza del calcio, è colui che tutto può, è il campione che se siamo in difficoltà tanto ci pensa lui. Quel coro così ingenuo, ripetitivo, di voci bianche "Pirlo, Pirlo, Pirlo" poteva esser fatto solo da ragazzini innamorati di un idolo imbattibile e invincibile.

Il secondo coro, invece, in maniera sorprendente è stato quello dedicato al portiere dei friulani. Come si chiama? Brkić. Ora con tutte le attenuanti del caso, considerando il fatto che il serbo non è la lingua straniera introdotta nelle medie inferiori italiane, che la pronuncia sarebbe complicata anche per un giornalista medio tipo Mola, Auriemma, Zampa o finanche Zazzaroni che cosa pretendete da un dodicenne immigrato di seconda o terza generazione finto piemontese? Ci hanno provato eh, li ho sentiti, giuro giuro. Qualcuno ha azzardato un Boksic, qualcun altro un Bet&Click, altri ancora un Vucinic ma niente da fare. Tutti insieme all'unisono non sono riusciti a scandire il cognome del bravo portiere dell'Udinese Brkić.

Non credo alle trame oscure di ultras infiltrati o a bambini indottrinati a priori, semplicemente quando non si sa cosa dire si ricorre alle parole più ricorrenti che ti vengono in mente e solitamente sono parolacce. Avrebbero potuto dire "minchia", "porca troia" o "stocazzo" e invece hanno urlato all'unisono, forte forte con la rincorsa "meerda". Sacrilegio! Sul web in tutte le forme che si conoscono, da Facebook, ai blog fino ad arrivare a Twitter, orde di moralisti hanno fatto a gara per chi riusciva a sparare la stronzata più grossa per sottolineare con incredulità la maleducazione organizzata dei futuri ultras bianconeri. Scandalo. Sono riusciti a definirli addirittura "teppistelli", non si aspettavano nemmeno il coro "chi non salta interista è". Un esperimento uscito male se nemmeno sotto la tettoia della Balocco con tanto di slogan "Fate i buoni" i giovani virgulti dopo l'ottimo inizio del coro pro Andrea hanno deragliato con simili volgarità.

Ma che esempio siamo riusciti a dare se alla prima occasione 12.000 bambini senza leaders che li guidino sono riusciti  a scandire ripetutamente e all'unanimità la parola "merda" senza vergogna alcuna e senza ritegno? Non sarò certo io ad indicare la via a quel gruppo di finti perbenisti italioti che scrivono i pistolotti e i più brevi bigini social da 140 caratteri per puntare il dito sempre e comunque verso la Juventus e i supporters bianconeri di qualsiasi età essi siano. Lo abbiamo capito oramai da anni: se avessero riempito le curve del San Paolo e gli scugnizzi avessero cantato in coro "Omm 'e merd" a Buffon per 90 minuti, sempre loro ci avrebbero sorriso sopra sventolando la simpatia dei piccoli partenopei.

Non mi rimane che consigliare agli educatori da tastiera e da prima pagina più stupore per quello che in realtà non è andato giù nelle redazioni tifose, ai commentatori di parte, ai supporters imboscati. Fate almeno finta di indignarvi che tra le tante attività lodevoli avviate dalla Juventus non si sia pensato di sfruttare l'occasione per insegnare qualche parola in qualche lingua straniera tra quelle dei calciatori in forza alla Juventus. Cosa avrebbero potuto insegnare Caceres, Vidal, Tevez e soprattutto Llorente? Mierda potrebbe andar bene?