Atalanta-Juventus ’09: quando Trezeguet eguagliò Sivori

La partita di domenica scorsa col Sassuolo avrebbe dovuto essere l’occasione per il ritorno di David Trezeguet a Torino, così che lo stesso potesse ricevere il giusto tributo che non aveva avuto dai tifosi nel 2010 quando lasciò la Juve. A causa del cambiamento di date del campionato argentino, l’ex attaccante bianconero ha dovuto però rimandare il saluto allo Juventus Stadium alla sfida con la Roma del prossimo 5 gennaio.

Trezeguet non è stato amato solo per il suo grande contributo in termini di gol, tanto da essere stato il giocatore straniero più prolifico con la maglia bianconera, ma soprattutto perché è stato uno di quei campioni che da subito ne ha abbracciato lo spirito per non abbandonarlo più, tanto da dichiarare in una delle ultime interviste: “Quando sei alla Juve del secondo posto non te ne fai niente”.

Sembra passata una vita, eppure sono trascorsi solo poco più di 4 anni da quel 7 novembre 2009 quando, in occasione dell’anticipo contro l’Atalanta, Trezegol realizzò la rete del 5-2 eguagliando così Omar Sivori nella graduatoria dei bomber stranieri della Juve, con 167 gol all’attivo: lontanissimi, fortunatamente i tempi di Blanc, Secco e Fassone inquadrati in tribuna con lo sguardo simile a chi in quel momento fosse stato improvvisamente catapultato da Marte. La Juve di Ferrara si avvicinava alla trasferta di Bergamo dopo la vittoria di Champions League contro il Maccabi Haifa e dopo la pesantissima sconfitta per 3-2 in casa contro il Napoli che l’aveva fatta cadere a -5 dall’Inter capolista; il projettò di Blanc, che aveva i suoi punti cardine in Diego e Melo, comprati rispettivamente da Werder e Fiorentina a suon di assegni da 25 milioni di euro circa cadauno, faticava a trovare quella continuità necessaria per battagliare per successi importanti. Non era solo un problema tattico o di uomini: la Juve, quella vera non poteva di certo avere al vertice societario coloro i quali avevano avvallato un nuovo corso che nulla aveva a che fare con la storia secolare del club.

Dall’altra parte c’era invece l’Atalanta degli attuali Padoin e Peluso, ma soprattutto la squadra guidata da Antonio Conte, che in quell’estate 2009 aveva sfiorato di un soffio la panchina bianconera: come lui stesso avrebbe poi ammesso la cosa non si concretizzò soprattutto per le perplessità espresse da Diego di giocare nel 4-2-4 del mister salentino. Mai però Conte avrebbe potuto permettere un’intromissione di questo tipo da parte di un giocatore e la cosa andò a monte. Ma il capitano di tante battaglie non aveva di certo dimenticato i tredici anni di Juventus e le tante vittorie col suo vecchio compagno Ferrara, tanto che i due si lasciarono andare ad un caloroso abbraccio nel momento in cui le due squadre stavano per scendere in campo. La risposta ai cori dei tifosi bianconeri faceva poi capire quanto forte fosse ancora il legame con tutto un ambiente che tanto gli aveva dato da giocatore e che altrettanto gli avrebbe dato in futuro da allenatore.

In campo però fu da subito battaglia, sotto una pioggia molto abbondante: la gara partì da subito con ritmi molto alti, con veloci cambi di fronte e continui inserimenti sulle fasce, favoriti anche dalle disposizioni tattiche delle due squadre. L’Atalanta si presentava con il classico 4-2-4 di Conte, mentre Ferrara schierava un 4-2-3-1 con Trezeguet unica punta. Dopo un inizio promettente il match perse d’intensità, con errori da una parte e dall’altra fino al vantaggio bianconero siglato al 35' da Camoranesi che fece il bis dopo soli due minuti; anche per l’italo-argentino, a posteriori, la partita avrebbe avuto una grande valenza visto che sarebbero stati gli ultimi gol in bianconero. Nel secondo tempo l’Atalanta entrò più convinta e trovò il gol con Valdés, ma la Juve riuscì a reagire alla grande e a trovare il 3-1 con Melo. Quando la gara sembrava chiusa, ci pensò Ceravolo, con uno stupendo gol a riaprirla al 70’.

A quel punto, ci sarebbe voluto un altro quarto d’ora prima di poter cacciare l’ansia da rimonta, grazie al 4-2 di Diego. Il 5-2 di Trezeguet poco aggiunse ad un match ormai chiuso, ma assunse un gran significato da un punto di vista statistico: “Sono contentissimo, sono arrivato a un traguardo personale molto importante, raggiungere Omar Sivori è qualcosa che non mi aspettavo quando sono arrivato alla Juve”, disse il francese a fine gara. Trezeguet avrebbe poi staccato Sivori segnando il gol numero 168 nella disastrosa partita di Championoci cambi di fronte e continui inserimenti sulle fasce, favoriti anche dalle disposizioni tattiche delle due squadre. L’Atalanta si presentava con il classico 4-2-4 di Conte, mentre Ferrara schierava un 4-2-3-1 con Trezeguet unica punta. Dopo un inizio promettente il match perse d’intensità, con errori da una parte e dall’altra fino als League persa 4-1 col Bayern Monaco, quella che decretò di fatto l’inizio della fine del progetto in salsa francese di Monsieur Blanc.