Cagliari-Juve ’06: quando Cannavaro pareggiò al 95’

Era un sabato pomeriggio pre-pasquale quando, il 15 aprile del 2006, Cagliari e Juventus si affrontarono al San’Elia in un incontro valido per il trentaquattresimo turno del campionato 2005-06. Trasferta delicatissima per i bianconeri, non solo perché Cagliari ha spesso rappresentato un duro ostacolo nei cammini della Signora verso il tricolore, ma soprattutto perché, dopo aver vissuto un autunno-inverno a ritmi da record  mostrando una forza ed una continuità di risultati da lasciar solo le briciole agli avversari, arrivarono a disputare l’ultima parte di quella stagione con una condizione fisica a dir poco approssimativa, al limite del “cotti”.  

I ragazzi di Capello si apprestavano ad affrontare il Cagliari dopo aver collezionato tre pareggi consecutivi, ben quattro se si considerano le cinque precedenti sfide che avevano permesso al Milan di portarsi fino a -7, dopo aver “assaggiato” anche il brivido dei -12 nelle prime settimane del 2006. La squadra sembrava aver accusato però  un calo non solo fisico, ma anche mentale; emblematiche furono infatti le parole di Nedved dopo l’eliminazione dalla Champions League ad opera dell’Arsenal (“Ci vorrebbe uno psicologo”9. Così la triade e Capello vararono la linea del silenzio stampa (come nell’anno precedente dopo la pubblicazione del famoso filmato che ritraeva Cannavaro sottoporsi ad un flebo ai tempi del Parma)  per raccogliere tutte quelle energie psicofisiche necessarie per rintuzzare gli attacchi del Milan e portare a casa il 29simo scudetto, ignari che da lì a meno di un mese sarebbe scoppiato quell’immenso pastrocchio giuridico-mediatico  che conosciamo da una vita col termine Farsopoli.
A complicare i già difficili piani di Capello pensarono le assenze di tre pedine fondamentali come Thuram, Emerson e Trezeguet rimpiazzati da Kovac, Blasi e Del Piero, mentre Mutu venne preferito dal 1’ a Camoranesi. Dall’altra parte il tecnico Sonetti, nonostante la flessione dei nostri, decise di giocarsela sulla difensiva e dispose i suoi con un 4-5-1 che prevedeva Gobbi ed Esposito sulle fasce e il solo Suazo ad agire come attaccante.
Il primo vero caldo di stagione a Cagliari contribuì ad un ritmo partita, almeno nel primo tempo, molto blando: i sardi rimanevano coperti nella loro trequarti, mentre la Juve cercava a fatica la via del gol o su lancio lungo per Ibra o attraverso qualche spunto di Vieira. Nonostante la Juve fosse lenta, macchinosa e lontana parente di quella della prima parte di stagione, i bianconeri furono comunque in grado d’impensierire più volte l’ex Chimenti: prima con Ibrahimovic al 10’ con un tiro da fuori  e poi al 16’ con una girata di destro, prima della grande occasione del 36’, quando Del Piero, servito dallo svedese dopo una bella azione sulla destra, si fece respingere da Chimenti un pallone che sembrava destinato ad andare in rete. Nonostante la superiorità territoriale la Juve non era riuscita a passare, ma il Cagliari di rado aveva varcato la propria metà campo fino al 43’, quando Langella venne steso da Zambrotta con un intervento prima sulla palla e poi sul pallone. Ayroldi fischiò il rigore che venne trasformato da Suazo.
Nella ripresa Del Piero e compagni continuarono ad attaccare a testa bassa, e fu proprio il capitano ad andare vicino al gol con un colpo di testa al 55’, prima che Ayroldi assegnasse un secondo rigore, questa volta alla Juve, per un intervento ingenuo di Conti su Zambrotta: Del Piero però si fece ipnotizzare da Chimenti. E quando la seconda sconfitta in campionato sembrava materializzarsi, al 49’ e 50’’ Camoranesi indirizzò un calcio d’angolo sulla testa di Cannavaro che, salito in cielo, insaccò alla sinistra dell’incolpevole Chimenti scatenando le inutili proteste dei giocatori rossoblu; il gol era regolare e arrivato nel tempo limite. Un pareggio che valeva molto più di un punto preso (e due persi sul Milan) e la prova più significativa fu di sicuro la folle corsa di Capello, con giacca e cravatta al vento, verso il mucchio di giocatori bianconeri che avevano sommerso Cannavaro. “La Juve lo scudetto non lo perde più”, in quanti dopo una scarica d’adrenalina del genere non lo avranno pensato dopo quel pari riacciuffato all’ultimo secondo?
Ma ci avrebbe poi pensato Calciopoli…