Impressioni di settembre

 
Mario Incandenza - I versanti su cui giudicare il mercato estivo bianconero di quest'anno sono due. Il primo, quello dei calciatori, pur senza fuochi d'artificio (per altro inattesi, dato il periodo storico e il contesto italiano depressivo in cui ci muoviamo), appare beneaugurante se si accetta serenamente di aver avuto come obiettivo il mantenimento dei migliori e il rafforzamento delle seconde linee. Pereyra, Romulo, Morata, Coman, Evra sembrano aver portato una garanzia di ricambi di livello migliore rispetto ai predecessori (Vucinic, Quagliarella, Osvaldo, Isla, Peluso), e soprattutto, Evra escluso, migliori prospettive di crescita data l'età. Insomma, il livello della rosa resta altissimo per l'Italia, di seconda fascia per l'Europa, dietro ai soliti top spagnoli, tedeschi e paperoni arabi o russi.
Tutto si giocherà sul secondo versante, quello della conduzione tecnica, la cui scelta è avvenuta in quattro e quattr'otto dopo lo shock di inizio ritiro. E' la vera scommessa di quest'anno. Una questione di tempistiche. Sbagliate. Così come il nostro ex califfo, a quel punto, non ha avuto altra prospettiva che finire alla Nazionale, così la Juve ha fatto una scelta pressoché obbligata, con Allegri. L'inizio lascia intravedere segnali positivi, ma è presto. Ritengo che il discrimine tra stagione positiva e negativa sarà posto sul fronte europeo: sarà il cammino in Champions a dirci se ci avremo guadagnato o meno.
 
 
Massimo Aruta - Anche quest'anno ha vinto il principio "dell'avrei voluto ma non posso" che offre a Marotta la scappatoia istituzionale quando non riesce a completare adeguatamente la rosa. In difesa abbiam preso un 33enne, seppur validissimo e null'altro, a centrocampo forse abbiamo aggiunto qualche alternativa in più con Romulo, Pereyra e Coman, qualora Allegri lo intenda utilizzare in quel settore. In attacco manca una pedina e il tentativo velleitario di Marotta di arrivare a qualcuno fino all'ultima ora di mercato lascia intendere che anche la società era consapevole di questa mancanza. E' ovvio che è stato meglio non prendere nessuno piuttosto che figurine tipo Anelka o Bendtner. Lì davanti abbiamo la coppia Tevez-Llorente, Giovinco ed un giovane al debutto nel campionato italiano con la speranza che si riveli all'altezza. A mio parere non siamo molto più forti dello scorso anno ma è pur vero che le altre non si sono rinforzate un granché, per lo scudo rimaniamo sicuramente favoriti. Discorso Champions molto diverso, il gap con le big rimane invariato, anzi mi sembra che sia aumentato se solo penso agli acquisti di Real, Barça, Chelsea e via discorrendo. Se guardo poi la panchina, incrocio le dita e spero che non ci sia da pentirsi amaramente di quanto accaduto. Non sono ferrato in materia di bilanci ma sembra che, diversamente da altri, abbiamo un'attenzione alle spese quasi patologica. Io non concordo con chi sostiene che Vidal e Pogba sono i nostri migliori acquisti, erano già nostri ed il resto sono solo chiacchiere.
 
 
Nino Ori - Un mercato intelligente. Per il terzo anno consecutivo, non abbiamo rinunciato a nessuno dei titolarissimi della stagione precedente. Il campo ci dirà se qualcuno dei nuovi acquisti diventerà un titolare a sua volta. Era un gruppo difficile da migliorare, soprattutto non avendo un budget di spesa a disposizione. Non mi avventuro nelle questioni tecniche e di ruoli o moduli. Registro che sono stati acquisiti Coman, Motta, Marrone, Morata, Evra, Pereyra, Romulo. E sono stati ceduti Osvaldo, Peluso, Vucinic, Quagliarella, Isla, De Ceglie. Il disavanzo tra acquisti e vendite è pari a circa 8 mln. La potenza di fuoco (quote annue di ammortamento + ingaggi lordi annui) è rimasta inalterata, e sono state realizzate plusvalenze per circa 18 mln. Il bilancio è stato salvaguardato e l'aspetto sportivo pure, nonostante l'uscita di Conte. Aggiungo che sono 4 anni che al 1° settembre (e al 1° febbraio) sento e leggo gli stessi discorsi e le stesse lamentele: poi, nei tre anni precedenti, la prima domenica di maggio ho festeggiato lo scudetto (oltre a qualche supercoppa nel durante).
 
 
Giuseppe Simone - Se per "mercato" dobbiamo intendere acquisti e cessioni riguardanti tutto lo staff tecnico e non solo i calciatori, questa sessione non può che dirsi ampiamente insufficiente. Una società forte non può lasciarsi sorprendere dal proprio allenatore e perderlo il secondo giorno di ritiro: una roba mai vista, un brutto segnale di debolezza, fosse anche dovuto ad un eccesso di affetto nei confronti di Antonio Conte. Meglio, invece, per ciò che riguarda i calciatori. Tranne Evra sono stati acquistati elementi più giovani di quelli che sono stati ceduti, di cui nessun titolare; il futuro potrebbe trasformare queste operazioni da buone in eccellenti, se uno di questi nuovi arrivi si rivelasse un crack. In fondo quello che si chiede ad un Direttore Sportivo è scovare i campioni prima che questi esplodano definitivamente ed il loro prezzo arrivi a cifre oniriche, per dirla alla Marotta.
Resta un ultimo dubbio: il mancato arrivo di un quinto attaccante (e di un altro difensore, forse) è dovuto alla mancata cessione di Vidal?
 
 
Paolo Fania - Se dovessi definire con una parola il mercato juventino, sarebbe "rinforzo". A giugno tutti i giornalisti davano per sicuri partenti Vidal e Pogba: "A certe cifre, la Juventus DEVE vendere". Capito no? "Deve". Sennò poi chi la cura la loro cirrosi? Partendo quindi dalla permanenza di questi due campioni, il resto vien da sé: la Juve ha puntato a potenziare la rosa, piuttosto che a rivoluzionarla, e a rinforzare le seconde linee, inserendo un giocatore dalle ottime potenzialità e abituato a certi palcoscenici (Morata), un giovane di ottime speranze (Coman), e dei rincalzi come Pereyra e Romulo, vendendo alcuni esuberi (e mantenendo inalterata la potenza di fuoco). Certo, tutti ci aspettavamo un colpo almeno in difesa, ma i bianconeri hanno tenuto un occhio di riguardo per il bilancio, la cui perdita potrebbe quasi azzerarsi alla fine di quest'anno. E per l'anno prossimo, monitorate bene i vari Berardi, Zaza, Gabbiadini, Leali... perché la Juve potrebbe avere già in casa i giovani campioncini del futuro e, Champions permettendo, gettare le basi per una società solida, finanziariamente e tecnicamente.
 
 
Stefano Abruzzese - La buona notizia è che nella sostanza la squadra è rimasta molto simile a quella che la passata stagione ha battuto tutti i record in Italia. E così anche questa volta, nonostante l'anno in più di qualche sua colonna portante, la Juventus parte davanti a tutti nella conquista del titolo nazionale. Oltretutto il mercato estivo ha portato innesti mirati con la sostituzione di qualche "usato sicuro", ma già un po' usurato, con giovani di prospettiva. Il fatto che i nuovi campioncini, Morata e Coman, siano proprio giocatori offensivi, accresce il potenziale complessivo della squadra in modo più che proporzionale. Sarà importante riuscire ad inserire i due ragazzi senza eccessive pressioni ed aspettare che continuino ad accumulare esperienza partita dopo partita, lasciando a Tevez e Llorente il compito di dare continuità al reparto offensivo. Con Romulo, Pereyra ed Evra la rosa ha poi guadagnato in profondità ed è numericamente sufficientemente ampia per affrontare i quattro impegni stagionali che attendono la squadra.
La notizia meno positiva per chi ha a cuore i colori bianconeri invece è che questo mercato non ha permesso di fare quell'ulteriore salto di qualità necessario per poter guardare all'impegno europeo con maggiore fiducia. Le aspirazioni della Juventus di quest'anno sono rimaste ferme a quelle dell'anno passato, ovvero qualificarsi per la fase ad eliminazione diretta e poi giocarsi ogni partita più o meno alla pari, sperando in qualche situazione contingente favorevole, dato il gap tecnico ancora piuttosto significativo con le solite aspiranti al massimo titolo europeo per club.
 
 
Alberto Puccini - Mercato tutto sostanza, senza proclami per la piazza, come da tradizione. Dopo l'addio di Conte era fondamentale trasmettere all'interno e all'esterno il messaggio che, nonostante il condottiero avesse scelto di passare al nemico, di smobilitazione non se ne parla. La società l'ha fatto a modo suo, sobriamente. Nonostante l'immediato annuncio di Allegri mi avesse preoccupato, dal giorno successivo la società ha operato molto bene. Tutti i migliori sono stati confermati. Non è arrivato nessun giocatore definito "top player" dal sentimento popolare, ma sono arrivati un esterno di grande esperienza internazionale e un gruppetto di giovani tra centrocampo e attacco che potrebbero diventare ottimi giocatori. La qualità del mercato ce la dirà, come sempre, il campo. Io sono moderatamente ottimista.