Atalanta-Juventus 2005: quando una papera di Buffon non frenò la Signora

E’ dalla stagione 2001-02 che Buffon difende la porta della Juve e sono tante, fortunatamente, le occasioni in cui possiamo ricordare come abbia contribuito in maniera determinante alle vittorie della Signora. Interventi, prodezze che hanno spesso unito i vari cronisti al grido di “miracolo di Buffon!”. Poche, sempre fortunatamente, le volte in cui l’attuale capitano, è incappato in errori e figuracce  davvero clamorose. Come nel settembre 2001 quando, in casa col Chievo, si fece scappare il pallone in uscita alta, cadendo goffo a terra e regalando a Marazzina il più comodo degli assist. Oppure come nel maggio 2012, quando non riuscì a stoppare un retropassaggio di Barzagli regalando a Bertolacci e al Lecce un insperato pareggio allo Juventus Stadium, a pochi minuti dalla fine.
Un episodio analogo era già capitato il 30 gennaio del 2005, a Bergamo, contro l’Atalanta. A pochi giri di lancette dal termine del match, i nostri erano in vantaggio per 2-0 quando Thuram, per liberarsi da Makinwa, appoggiò indietro a Buffon che sbagliò il rinvio,  svirgolando la palla nella propria porta. La paura che i nostri potessero ripetere quanto fatto nelle due precedenti trasferte a Parma e a Cagliari era tutt’altro che infondata: in entrambe le occasioni i minuti finali furono fatali per farsi pareggiare, perdendo in maniera totalmente ingenua quattro punti che avrebbero potuto essere fondamentali nella lotta scudetto col Milan. In quel pomeriggio bergamasco, tipicamente invernale,  non c’era però  tempo per altri sfondoni e la Juve chiuse a proprio favore la pratica col punteggio di 2-1.
Oggi la Juve di Allegri arriva all’Atleti azzurri d’Italia dopo un percorso praticamente perfetto, frutto di quattro vittorie in campionato, una in Champions League, senza aver subìto reti. Meno brillante, invece, il rendimento che aveva caratterizzato la Juve di Capello fino alla trasferta bergamasca del 2005. Detto dei due pareggi a Parma e a Cagliari, anche la vittoria per 4-2 in casa col Livorno aveva lasciato spazio a dubbi e polemiche. La vittoria per 2-0 della settimana precedente, in casa contro il Brescia, sembrava però aver riconsegnato alla Juve quella compattezza che l’aveva contraddistinta fino alla sosta natalizia, oltre ad aver ristabilito una più sicura distanza di 5 punti dal Milan secondo in classifica grazie alla sconfitta dei rossoneri in quel di Livorno. L’Atalanta era ultimissima in classifica, ma a Bergamo la Juve era già caduta in coppa Italia qualche mese prima, con una formazione imbottita di riserve, per 2-0. Sempre in quel gennaio del 2005, i nostri non furono in grado di ribaltare la situazione, impattando per 3-3: curioso notare come i 5 gol totali dell’Atalanta fossero stati messi a segno tutti da Andrea Lazzari.
In campionato però Capello si affidò ai titolari, eccezion fatta di Nedved, infortunatosi nella gara contro il Brescia e sostituito dall’uruguagio Ruben Olivera. Il “pollo” si era già messo in mostra contro Lazio e Fiorentina, segnando due gol pesantissimi, e riuscì a ripetersi anche contro l’Atalanta. Al 23’ infatti realizzò il gol del vantaggio: Emerson fu bravo ad innescare Olivera che, colpendo con rapidità, prese in controtempo tutta la difesa atalantina, compreso il portiere Calderoni la cui uscita non si può di certo definire appropriata. La Juve colpì proprio con quell’arma, il contropiede, che tanto temeva di subire dallo spauracchio Lazzari, il quale fu ottimamente fermato da Thuram in più di una circostanza. Gli uomini di Capello erano andati vicini al vantaggio già dopo 6 minuti con Trezeguet, ma il tiro al volo del francese era stato fermato con un autentico miracolo da Calderoni. Con il passare dei minuti la Juve non dava certo l’impressione di voler raddoppiare, quanto piuttosto di cercar di gestire con molta calma il risultato. Fu un’ingenuità di un giovanissimo Marco Motta ad offrire la più ghiotta chance di raddoppio: una strattonata in area ai danni di Camoranesi a dieci minuti dal 90’  provocò il rigore che, trasformato da Del Piero, fissava il risultato sul momentaneo 2-0. In pieno recupero arrivò poi la papera di Buffon che non influì su un risultato praticamente acquisito.
Al fischio finale la gioia fu doppia: oltre al ritrovato successo esterno infatti, Capello e i suoi poterono esultare anche per la contemporanea sconfitta casalinga del Milan, contro il Bologna di Mazzone. Alla seconda giornata di ritorno, i punti che separavano le due dirette concorrenti divennero così otto, ma la strada verso lo scudetto sarebbe stata ancora ricca di insidie.