Per antonomasia

Gianni AgnelliSei anni fa se ne andava l'Avvocato per antonomasia, Giovanni Agnelli.
Nonostante la sterminata bibliografia su di lui, la ricca anedottistica, i tanti ricordi di lui raccontati da amici e parenti, chi fosse per davvero l'Avvocato per me rimane un gran mistero.
Perciò il mio ricordo di lui non conterrà una biografia: chi era, cosa ha fatto, i suoi rapporti con la Fiat, con gli operai...non lo comprendo a pieno e non mi esprimo.
C'è chi, ancora oggi, si riempe la bocca di "l'Avvocato sarebbe orgoglioso di questo e quello...". Io non lo so e mi riservo di dubitare di tanti esegeti del suo pensiero.
La Juventus è quella cosa che fa sì che anche io abbia avuto un rapporto personale con Gianni Agnelli. Non che ci siamo mai visti o conosciuti.
Non che lui sapesse della mia esistenza. Ma io sì. Mio padre mi aveva spiegato che era quel signore dall'aspetto antico, quasi eterno, a guidare le sorti della mia Juventus. E a me sembrò giusto. Naturale.
Che quell'uomo fosse il padre della Juventus e degli juventini, come mio padre fosse mio padre. Mio padre per me, l'Avvocato per gli juventini e Dio per tutti. Forse il suo aspetto rimandava a un'iconografia divina per la mia percezione di bambino ma non vi era niente di più naturale per me che considerare quell'uomo come la Juventus.
La cosa buffa è che crescendo le cose non cambiarono. Misi in discussione l'autorità paterna, feci a cazzotti con l'autorità divina, ma nulla turbò i miei rapporti con l'autorità juventina. Gli anni del liceo, vissuti da sognatore rivoluzionario, contro ogni potere. Gli anni delle disillusioni, del nichilismo. Non lo riguardarono. La Juventus fu sempre il mio buen retiro, la cosa vera, la passione inspiegabile, quella che mi faceva brillare gli occhi. E la Juventus era lui, indiscutibilmente. Credo che la questione fosse lo stile. Nulla di più volatile, direte voi. In tempi di qualunquismo come questi, forse sì: ognuno ha il suo stile e pazienza. Ma io credo allo stile per antonomasia. E lo riconosco in Giovanni Agnelli. Non soltanto nella sua memorabile ironia, nella sua capacità di spiazzarti, di farti cogliere un altro, più importante, aspetto del problema, nella sua abilità di oratore. Ma anche nell'opera. Sopratutto nella Juve, per quanto mi riguarda. Nel creare qualcosa di così trasversale, amato da gente di ogni genere e classe sociale. Nel suo rapporto con tutta questa gente. Non si sarebbe mai permesso, lui, di fare il petroliere e anche l'ecologista. Sapeva qual era il suo posto, i limiti e i vincoli che gli imponevano la sua posizione. Sapeva di non poter essere amato da tutti, padroni e operai, destra e sinistra. Ma comprendeva il conflitto sociale con rispetto e con stile, appunto, senza sfoggio filantropico e senza velleità da imperatore. Giovanni Agnelli non volle essere re. Ma mantenne l'eleganza, lo stile e il rispetto di un principe. A proposito di principe, conosceva, credo bene, il machiavellismo. Non il suo aspetto degenere ma i pregi di un realismo stoico, che accetta le difficoltà dei rapporti nella vita, senza cibarsi di un falso e pericoloso idealismo.
Per essere amato da tutti, per essere re, per essere romantico, l'Avvocato scelse la Juventus. E non posso che essergliene grato. Perché quelle sue qualità che ho esposto prima sono il fondamento dello stile Juve, che ci ha fatto andare fieri per tanto tempo.
Chi fosse poi l' Avvocato come persona, all'interno di quello stile, per me rimane mistero. Imperscrutabile. Perciò non so di cosa sarebbe orgoglioso. Luca Cordero di Montezemolo disse che sarebbe stato orgoglioso della Juventus che subì Farsopoli passivamente e chiese scusa al calcio italiano. Non lo so. Io non credo, ma non mi cimento. Se non ricordo male però, l'Avvocato non era affatto orgoglioso della Juve di Montezemolo, prima della storia fuori dalle Coppe Europee. Del Piero dice, invece, che con l'Avvocato non saremmo finiti in B. Probabilmente è vero, credo che in quel caso con orgoglio avrebbe testimoniato sulla realtà dei fatti.
Perché la Juve, lui diceva che una parola che inizia con la J di Juventus si emozionava a pronunciarla. Come me. Come tanti. Non avrebbe fatto soffrire chi condivideva questa emozione, per mero calcolo politico. Perché il suo stile, che è l'unica cosa che mi pare di conoscere, era quello.
E ora che mi sono riconciliato definitivamente con mio padre, che comincio a venire a patti con Dio, quello che mi manca è proprio lui. Mi manca la mia Juventus.
La Juventus per antonomasia.
Inunmondoche

Sei anni fa.

Il 24 gennaio 2003, moriva l'Avvocato Agnelli.
Mia zia, la sorella di mio padre, vedova di un marito che per trent'anni aveva lavorato in catena di montaggio alla Fiat, lo pianse come fosse stato uno di famiglia.
Si potrebbero scrivere fiumi di parole sulla condizione operaia non certo privilegiata di chi ha passato una vita in fabbrica, in quella fabbrica di Torino. Eppure, quando Gianni Agnelli se ne andò, ricevette gli onori e il rispetto di un Re.
Quando la sorella di mio padre inviò un telegramma di condoglianze alla famiglia, lo fece con il cuore, perché come tantissime persone semplici della Torino normale, ritenne quel gesto giusto e naturale.
Qualche settimana dopo venne a trovarmi, come fa da sempre almeno un paio di volte l'anno. Mi mostrò una foto dell'Avvocato, in bianco e nero, immortalato mentre giocava con uno dei suoi cani. Una foto di una semplicità e di una tenerezza commoventi.
La voltai: era il ringraziamento autografo della moglie Marella, per quel telegramma di condoglianze.
La stessa cosa sarebbe successa un anno e mezzo più tardi, quando un destino per nulla indulgente si portò via anche il fratello dell'Avvocato, il Dottor Umberto.
Anche in quel biglietto di ringraziamento - una premura da persone semplici nei confronti di una persona semplice, per nulla scontato, in quest'epoca di sfacelo dei valori e dell'eleganza - risiede il significato dello stile della famiglia Agnelli.
Di ciò che ne rimane, almeno.
Trillo

A chi non ha paura della satira consigliamo la lettura di un vecchio ma sempre attuale "pezzo" di Trillo: LA TELEFONATA

Due video per ricordare l'Avvocato vicino alla Sua Juventus:
L'Avvocato e la sua speranza
L'Avvocato Agnelli ed un tifoso