Nell’informativa dell’aprile 2005 largo spazio è dedicato all’analisi dei meccanismi di potere facenti capo alla famigerata Gea World di Alessandro Moggi e Franco Zavaglia. Prima di analizzare i contenuti delle telefonate intercettate e di offrirne relativo commento, vediamo in che modo è nata e come si è sviluppata questa potentissima società di procuratori.
La Gea nasce nel 2001 dalla fusione della General Athletic di Andrea Cragnotti, Chiara Geronzi e Francesca Tanzi (ognuno con il 20%, più il restante 40% in mano alla fiduciaria Romafides, del gruppo Capitalia) con la Football Management (60% di Alessandro Moggi, 40% di Francesco Zavaglia). In seguito alla fusione, le quote della nuova entità vengono così suddivise: 45% General Athletic, 45% Football Management, 10% Riccardo Calleri (figlio di Gianmarco ex presidente della Lazio). Direttore generale viene nominato Giuseppe De Mita (figlio dell’ex parlamentare), amministratore delegato Franco Zavaglia, mentre la carica di presidente viene assunta da Chiara Geronzi prima e da Alessandro Moggi poi.
Dal 2004, con i fallimenti di Parmalat e Cirio, Francesca Tanzi e Andrea Cragnotti escono di scena. Le loro quote passano nelle mani di Chiara Geronzi che arriva così a possedere il 72% di General Athletic e, conseguentemente, il 32,4% di Gea World diventandone primo azionista. Successivamente anche Giuseppe De Mita lascia la sua carica. La sede della società, sciolta dopo le vicende di Calciopoli, era sita a Roma in vicolo Barberini in uno stabile di proprietà della Banca di Roma (ovvero Capitalia). A fine 2002, una commissione di indagine della Federcalcio aveva stabilito che la Gea operava in regola con le norme Antitrust. La Gea organizzava annualmente Expogoal, una sorta di fiera per dirigenti sportivi sponsorizzata dai soldi di Parmacotto e Puma (legate al Parma e alla Lazio), di Giochi Preziosi (Genoa), Publitalia 80 (Berlusconi), Adidas (sponsor tecnico del Milan) e Gazzetta dello Sport (gruppo Rcs, come si è visto negli ultimi tempi più nella sfera di influenza di Tronchetti Provera e Mediobanca che di Fiat).
Come si può facilmente constatare, non si capisce dove risieda il legame con la Juventus se non in Alessandro Moggi. Nella Gea sono confluiti molteplici interessi, di ambiente soprattutto romano, ma ai media è bastato il nome di Moggi per far credere che tutto fosse stato architettato solo per favorire la società bianconera. Superfluo commentare le pesanti ingerenze di Capitalia, attraverso Chiara Geronzi e Romafides (la stessa “Geronzina” ha recentemente rivelato che l’allenatore Roberto Mancini faceva parte della fiduciaria romana all’atto di costituzione della General Athletic). Rimandiamo al capitolo sui bilanci e il doping amministrativo una più esauriente spiegazione del fenomeno Capitalia. In tutti questi intrecci non va dimenticato che Chiara Geronzi lavora come giornalista in Mediaset, mentre sua sorella Benedetta ha trovato posto all’ufficio marketing della Federcalcio, grazie all’intercessione di Carraro.
Considerato questo, risulta difficile pensare a come la Gea potesse condizionare i campionati a favore della Juventus anche sulla scorta delle intercettazioni disponibili, nelle quali pare intravedere interessi soprattutto in direzione di Roma e Lazio. Si è spesso accennato al grande numero di giocatori ed allenatori le cui procure erano in mano alla Gea World, ma non ci si è quasi mai soffermati sulla qualità effettiva degli stessi. Riportiamo di seguito una lista dei giocatori più noti della scuderia (accompagnati dai nomi delle squadre più importanti in cui hanno militato nel periodo 2001-2006), tratta dall’informativa dei Carabinieri (La lista completa consta di 262 calciatori, spesso indicati con errori nei nomi o nei cognomi e, talvolta, con il solo nome seguito da un numero di telefono):
Marco Amelia (Roma, Livorno)
Nicola Amoruso (Juventus, Perugia, Reggina)
Alberto Aquilani (Roma)
Davide Baiocco (Perugia, Juventus)
Rolando Bianchi (Cagliari, Reggina)
Manuele Blasi (Perugia, Juventus, Fiorentina)
Erion Bogdani (Reggina, Siena)
Cesare Bovo (Roma, Palermo)
Christian Brocchi (Milan, Fiorentina)
Fabio Cannavaro (Inter, Juventus)
Marco Cassetti (Lecce)
Giorgio Chiellini (Livorno, Juventus)
Antonio Conte (Juventus)
Daniele Conti (Roma, Cagliari)
Bernardo Corradi (Chievo, Inter, Lazio)
Daniele Corvia (Roma)
Francesco Cozza (Reggina, Siena)
Gaetano D’Agostino (Roma, Messina)
Morgan De Sanctis (Udinese)
Marco Di Vaio (Parma, Juventus)
Ciro Ferrara (Juventus)
Giuliano Giannichedda (Lazio, Juventus)
Mark Iuliano (Juventus)
Marek Jankulovski (Udinese, Milan)
Fabio Liverani (Perugia, Lazio)
Enzo Maresca (Juventus)
Marco Materazzi (Perugia, Inter)
Sinisa Mihajlovic (Lazio, Inter)
Adrian Mutu (Verona, Parma, Juventus)
Alessandro Nesta (Lazio, Milan)
Massimo Oddo (Verona, Lazio)
Giuseppe Pancaro (Lazio, Milan)
Dejan Stankovic (Lazio, Inter)
Alessio Tacchinardi (Juventus)
Lamberto Zauli (Bologna, Palermo)
Allenatori: De Canio, Del Neri Giordano, Gregucci, Lippi, Mancini, Orsi, Papadopulo, Pillon.
In elenco vi sono alcuni ottimi giocatori ma praticamente nessun vero fuoriclasse. Sono rappresentate tutte le più importanti squadre italiane con la prevalenza della Juventus. Ma, a questo proposito, occorre sottolineare come molti calciatori erano già in forza ai bianconeri prima della nascita della Gea (Amoruso, Conte, Iuliano, Maresca, Tacchinardi, Ferrara) e come ve ne siano altri di non straordinario valore tecnico o solo di passaggio (Baiocco, Blasi, Giannichedda, Chiellini). Solo in relazione a Di Vaio, Cannavaro e Mutu si può parlare di elementi di sicuro spessore. Risulta quindi difficile credere a un monopolio Gea volto in una sola direzione. Altrimenti non si spiegherebbero i passaggi ad altre squadre di Nesta, Jankulovski, Liverani, Stankovic, Gilardino, Samuel e Adriano calciatori trattati e richiesti anche dalla Juve. A parte Grabbi, Amoruso, Fresi e Miccoli (che hanno avuto problemi a lasciare la Juventus) nessuno ha mai imposto un trasferimento verso Torino, né la Juventus si è mai attivata, attraverso la Gea, per costringere calciatori a piegarsi ai propri voleri. Inoltre, i servizi prestati dalla Gea alla società bianconera sono stati tutti regolarmente fatturati ed inseriti a bilancio. Emerge piuttosto un interesse personale di Luciano Moggi, interessato a far ottenere quante più procure possibili al figlio. Eventuali comportamenti poco corretti (vedi i casi Grabbi e Liverani) dei Moggi e di Zavaglia non hanno direttamente nulla a che fare con la Juventus né possono apportarle alcun vantaggio in termini di calcio giocato.
È necessario poi ricordare che esistono anche altre società di procuratori la cui composizione e numero di calciatori assistiti può ricondurre a possibili conflitti di interesse. Due esempi sono la P&P Management costituita da Andrea e Federico Pastorello, figli dell’ex presidente di Verona e Parma, Gianbattista, e la Ifa, fondata da Marcello e Federico Bonetto, figli di Beppe ex direttore generale di Torino e Napoli. Infine, si tratta poi di una questione di gusti, come dichiara il presidente del Livorno Aldo Spinelli: «La Gea era più corretta di molti procuratori, perché veniva incontro alle esigenze economiche delle società, oltre che a quella dei suoi assistiti. Con me sono stati sempre corretti al 100%». (Ansa, 1 febbraio 2006)
Accuse Juve: i rapporti con la Gea World
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