Zamparini: dalla radio al tribunale. C'è ancora tempo per Pistocchi?

ZampariniIl 22 febbraio scorso Narducci chiede di sentire nuovi testimoni a supporto delle tesi accusatorie.
Tra questi vi è il presidente del Palermo calcio Zamparini, ascoltato nel corso dell'udienza di martedì 15 marzo.
Zamparini viene sentito perché, nel corso di un'intervista ad una radio romana (Radio Radio), il 17 aprile 2010, dichiarò che Moggi era intervenuto favorendo la designazione di Rizzoli per la partita Verona-Palermo, anticipo serale di serie B del 23/04/2004.
Quella partita, per la cronaca, fini 2-1 per il Palermo: gol di Adailton per il Verona (11' pt) e poi doppietta di Toni (28' pt; 43' st).
Il successivo 19 aprile 2010 il PM Narducci acquisisce la registrazione delle dichiarazioni radiofoniche di Zamparini ed in seguito lo interroga in merito a queste sue dichiarazioni.
Zamparini, che mai era stato ascoltato prima dai PM, diventa cosi il testimone chiave per provare il presunto potere di Moggi sulle designazioni arbitrali.
V'è innanzitutto da rilevare che l'accusa, se deve ricorrere alla testimonianza di Zamparini, “sopraggiunta” nell'aprile 2010, dopo oltre cinque anni dall'apertura delle indagini, per cercare di dimostrare il potere di Moggi sulle designazioni arbitrali, non ha evidentemente molto in mano. E nemmeno la deposizione di Zamparini, come vedremo, ha rafforzato la tesi accusatoria.
Deposizione che è stata infilata tra la prima e la seconda tranche di una deposizione-fiume di Nucini, quasi uno “spuntino” tra un pranzo ed una cena abbondanti. “Spuntino” durato poco più di 15 minuti. E Zamparini nella sua deposizione non ha fatto altro che ribadire quanto detto in quell'intervista a Radio-Radio, ovvero che Moggi nel corso di un incontro avvenuto nel suo ufficio presso la sede della Juventus, per trattare la cessione di Miccoli e Maresca dalla Juve al Palermo (trattativa che si concluse con un nulla di fatto), chiese a Zamparini quale fosse il comportamento del Palermo nel campionato (serie B 2003/2004). Zamparini lo informava che il Palermo era in vetta alla classifica, ma avrebbe dovuto affrontare una partita alquanto temuta in casa del Verona. La preoccupazione maggiore di Zamparini era quella di avere un arbitro all'altezza. Al che Moggi gli chiese chi fosse, a suo avviso, l'arbitro migliore del campionato: Zamparini chiamò allora il suo DG Foschi il quale lo informò che i migliori erano Rizzoli ed un altro che Zamparini non sa identificare.
Quindi Moggi alzò la cornetta, fece una telefonata e chiese al suo interlocutore di attivarsi per far avere al Palermo o Rizzoli o l'altro arbitro. Osservazione: ma se Moggi fosse davvero stato il designatore occulto degli arbitri, avrebbe avuto bisogno di chiedere a Zamparini chi era il miglior arbitro di B?
Ma andiamo avanti. Zamparini dice che sul momento pensò ad una boutade di Moggi ma poi, quando seppe che era stato designato effettivamente Rizzoli, la cosa lo insospettì parecchio. Al punto che confessò il tutto ad una riunione di presidenti di A e B, oltre che a Galliani e Carraro.
Questa in breve la deposizione di Zamparini, null'altro è stato in grado di dire.
Dichiarazioni che, com'è intuibile, senza riscontri oggettivi lasciano il tempo che trovano; purtuttavia i PM non hanno saputo o voluto trovare riscontri a tali dichiarazioni. Non si sa né quando avvenne quell'incontro (“certamente prima della partita” dice Zamparini, ma quando?), né tanto meno si sa chi fosse l'interlocutore di Moggi e, cosa ancora più sconcertante, gli inquirenti non hanno indagato nemmeno in merito alla designazione di Rizzoli. Per loro il semplice fatto che Zamparini racconti di quella telefonata (vera o simulata?) è prova del potere di Moggi e del fatto che la designazione avvenne in modo fraudolento. Prove inoppugnabili, com'è facilmente intuibile. Talmente solide che per demolirle è bastato all'avvocato Prioreschi recuperare il verbale del sorteggio relativo alla designazione di quella partita, atto redatto dal Notaio Ioli di Roma da cui si evince che ad eseguire il sorteggio, il giorno 22 aprile 2004, fu Manfredi Martino (sì, proprio lui, quello dei mitici colpi di tosse tanto cari alla Gazzetta) e che nessuno dei due designatori (Bergamo e Pairetto) era presente a quel sorteggio.
Allora chi e come avrebbe truccato quel sorteggio?
Non sarà che Moggi, in un eccesso di sbruffoneria, ha simulato un suo intervento, essendo già a conoscenza del sorteggio di Rizzoli? Domande cui è necessario rispondere prima di ipotizzare la designazione fraudolenta di Rizzoli. Così evidentemente non la pensano i PM.
Giusto l'altro giorno  abbiamo scritto che stiamo assistendo ad un esempio scolastico del processo mediatico: la deposizione di Zamparini ne è un'ulteriore prova, con un elemento di novità: il semplice fatto che qualcosa venga detta in TV o in radio sembra assumere il crisma di verità provata.
Ma se alle verità mediatiche credono i semplici cittadini è cosa comprensibile e rimediabile; se anche i PM cominciano a privilegiare le verità mediatiche rispetto alle verità processuali non è affatto un buon segno per la giustizia italiana.


Deposizione del teste Zamparini
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