Anche Campedelli chiamava, piaccia o non piaccia

News 18 aprile 2010.

Narducci smentito: anche Campedelli chiamava. La Gazzetta parla ancora di "ammissione" della difesa e di telefonate di rimbalzo. Facchetti Jr, retromarcia sullo scudetto di cartone. Buffon, uscita sgradita ai tifosi sullo scudetto 2006.

Narducci ancora smentito dai fatti. Secondo quanto riferisce il sito lastampa.it, in un articolo a firma di Emanuele Righi, anche il Chievo sentiva i designatori. E' ciò che emergerebbe dallo sbobinamento delle prime intercettazioni di Pairetto. In questo caso non interessa il contenuto ma, come giustamente scrive Emanuele Righi, il fatto che Narducci, pm del processo di Napoli, dovrebbe rivedere le proprie convinzioni: "«..Piaccia o non piaccia non c’è una telefonata tra i designatori e Moratti, Facchetti e neanche con Campedelli del Chievo…». Narducci avrà nominato Campedelli come esempio, perché tutti erano convinti che il Chievo non telefonasse per nessuna ragione. Ed invece, nel momento in cui la difesa sta sbobinando le tremila telefonate collegate al numero di telefono del designatore Pairetto, ecco la prima novità: Campedelli parlava con il designatore". Questa telefonata è importante non per i contenuti, ma perché sembra dimostrare che il pm non era stato informato che c'erano queste telefonate di altri dirigenti, altrimenti non si sarebbe sbilanciato tanto, oppure avrebbe fatto i nomi di qualche dirigente del quale non c'era davvero neppure una telefonata.

Soccorso rosa. La Gazzetta, prima nel far "rimbalzare" le "voci della Procura" di Napoli, ieri ha pubblicato online un articolo dal titolo "Contropiede della Procura con le telefonate di rimbalzo". Nell'articolo scrive "La controffensiva è pronta. Si chiama "schede svizzere". La Procura di Napoli vuole infatti sottolineare l’ammissione della stessa difesa di Luciano Moggi sull’argomento, con la domanda dell’avvocato Trofino al colonnello Auricchio, responsabile delle indagini di Calciopoli, durante il controesame". Insistere ancora sulla "ammissione" della difesa di Moggi è disinformazione, come abbiamo provato ieri in un nostro articolo, con tanto di audio dimostrativo. Su quanto riportato nell'articolo della Gazzetta informiamo i lettori che si tratta di roba vecchia, contenuta già nelle informative sulle quali si è celebrato il processo sportivo del 2006. Le telefonate che la Gazzetta riproduce sono state addirittura riportate nella sentenza sportiva della CAF di Ruperto che, sulle ammonizioni mirate cui fa ancora riferimento la Gazzetta, ha scritto: "Nessuna concludente dimostrazione è poi dato ricavare dall’ulteriore materiale probatorio in atti, ivi comprese le intercettazioni telefoniche specificamente indicate dalla Procura, che non possono che essere considerate meri indizi, in alcuni casi privi anche del requisito della concordanza, senza mai assurgere al rango di piena prova delle condotte ascritte ai soggetti deferiti, in difetto di seri riscontri probatori oggettivi, idonei a suffragare il convincimento del giudicante".
Ma "la controffensiva è pronta", scrive la rosea. Quella mediatica della Gazzetta di sicuro è già partita: sotto gli audio allegati all'articolo scrive, infatti, "Moggi con un arbitro". La Gazzetta quali prove porta per scrivere che è un arbitro? Ci dica, allora, il nome dell'arbitro. In due delle tre intercettazioni Moggi sembrerebbe salutare un interlocutore con un nome che non corrisponde a nessuno degli arbitri indagati. In una delle intercettazioni riproposte Moggi chiede al suo ignoto interlocutore "Ma che procuratore hai?". Gli arbitri hanno un procuratore? Ma la Gazzetta non ha dubbi: è un arbitro. Un colloquio sicuro tra un dirigente ed un arbitro è l'intercettazione Facchetti-De Santis. De Santis è "sicuramente" un arbitro, il resto è nei "si presume" del maresciallo Di Laroni e dei suoi "specchietti delle sim svizzere".

Facchettino, retromarcia sullo scudetto di cartone. Qualche giorno fa, parlando di quello scudetto "consegnato in segreteria" dal tifoso Guido Rossi, Gianfelice Facchetti aveva detto che lui lo avrebbe restituito. Molti gli hanno creduto, soprattutto i giornalisti che hanno battuto la dichiarazione su tutti i giornali. Ieri, nel corso del programma 'Ventura Football Club' in onda su Radio1 è arrivata la rettifica: "La mia era solo una provocazione. Io sono un pochino impulsivo non ho le strategie di comunicazione di una società. Il senso della mia uscita era e resta una provocazione". Che vuol dire con "non ho le strategie di comunicazione di una società"? Qualcuno gli ha "onestamente" tirato le orecchie per quella prima dichiarazione? La prossima volta che rilascerà una dichiarazione aspetteremo qualche giorno prima di pubblicarla, perché potrebbe essere un'altra "provocazione" incompresa.

Alex, diplomatico, parla di "episodi". Alex Del Piero la voleva giocare tutta Inter-Juventus, ma ha dovuto lasciare il campo dopo l'espulsione di Sissoko, per il cambio tecnico deciso da Zaccheroni. Ieri, sul suo sito, il capitano ha commentato così: "La partita di San Siro è stata fortemente condizionata da episodi che ci hanno penalizzato, ma alla fine quello che ci rimane è un'altra sconfitta. Siamo delusi perché non è stata la partita che volevamo e non abbiamo raggiunto il risultato che cercavamo. Purtroppo la corsa al quarto posto si fa in salita, non dipenderà solo da noi. Abbiamo ancora quattro partite per chiudere con dignità, nel rispetto di chi ci sostiene e di chi sta soffrendo come noi in questa stagione difficilissima. Facciamo 12 punti, poi faremo i conti".

Gigi Buffon e lo scudetto 2006. Nel dopopartita a San Siro, vinto dall'Inter 2-0, Gigi Buffon si è espresso in questi termini sullo scudetto del 2006 vinto dalla Juventus e assegnato successivamente all'Inter.
"Se lo prenda chi vuole. Sono passati tanti anni, a me non interessa". Interessa molto, invece, a tutti i tifosi della Juventus che, sul web, hanno criticato questa "uscita" del portiere bianconero.
Secondo il portierone della Juventus, sarebbe molto controproducente la nuova ondata di polemiche nata sui media e tra i tifosi grazie alle notizie provenienti dal tribunale di Napoli. "E' un discorso che fa male al calcio, crea tensione di cui non abbiamo bisogno". Sul suo futuro invece: "Che io resti o meno non dipende dal piazzamento della squadra. Venti giorni fa la società ha fatto un comunicato, lì c'è scritto il mio futuro. Basta leggere tra le righe".

Juve a riposo fino a lunedì. Dopo la deludente e contestata trasferta di San Siro contro l’Inter, Zaccheroni ha concesso ai giocatori due giorni di riposo. La squadra tornerà al lavoro lunedì pomeriggio, alle ore 16.00, allo Juventus Center di Vinovo.
La prossima gara di campionato è in programma per domenica 25, alle ore 15.00, allo Stadio Olimpico di Torino, contro il Bari.

Prandelli e la nazionale. Resta ancora molto incerto il futuro di Cesare Prandelli, allenatore della Fiorentina ma, a detta di molta stampa nazionale, anche uno dei principali candidati a sedere sulla panchina della Juventus dalla prossima stagione. Nelle ultime settimane però, sono circolate indiscrezioni secondo le quali il 17 maggio il presidente federale Giancarlo Abete avrebbe presentato proprio a lui la proposta della Federcalcio, e di conseguenza il nome di Prandelli era stato avvicinato alla panchina della Nazionale per il dopo Lippi. Prandelli, però, si è espresso sul tema in questi termini: "Le voci sulla Nazionale? Ora basta, non parliamone più". E sul 17 maggio ha aggiunto: "Per me quello sarà un giorno importantissimo, perché si sposa mio figlio".


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