La differenza tra rischio ed opportunita'.

cobolloAnno nuovo, sgomento vecchio.

Se a qualcuno fosse sfuggito, il giorno 4 gennaio il Presidente della Juventus FC ha compiuto 63 anni.

Nel giorno del suo compleanno ha pensato bene di non farsi mancare nulla.

E cosi ha alzato la magica cornetta ed ha convocato il suo giornale preferito cioè quella sottospecie di quotidiano rosa che fino a poco tempo fa si trovava sempre meno spesso sui banconi dei gelati dei peggiori bar delle peggiori periferie italiane e che adesso invece comincia a comparire di sovente nei cessi degli autogrill.

L'intervista di inizio anno ovviamente non si nega a nessuno e i manipolatori di informazione della cacca rosa si sono precipitati a raccogliere l'ennesima testimonianza vivente di quello che era la Juventus e di quello che oggi tristemente e' diventata.

Come potete immaginare l'intervista non è stata diversa dalle altre rilasciate allo stesso giornale negli ultimi 18 mesi.

Ci sono le solite affermazioni di regime in risposta alle domande-zerbino e c'è anche il solito timore riverenziale nei confronti dei padroni di Via Durini che, come è noto, hanno fatto chiaramente pervenire il messaggio di non rompere troppo i coglioni per qualche anno, meglio qualche decennio.

Il nostro eroe fa capire, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che non ha nessuna intenzione di modificare la posizione delle orecchie che pertanto rimangono abbassate.

E si sa un presidente con le orecchie abbassate può al massimo comprare parametri zero oppure al massimo qualche difensore centrale rotto e con le ginocchia marce.

Solita intervista dunque e solita aria da Presidente dell'Udinese.

Ma quando ti appresti ad archiviare la performance con il solito sbadiglio seguito dal vaffanculo di purificazione finale ecco che fa capolino una inquietante perla che trascrivo integralmente per i nostri lettori:

DOMANDA: Presidente, ma perchè la Juve non agisce legalmente contro gli amministratori che le hanno procurato tanto danno?
RISPOSTA: Perchè vogliamo vedere come finiscono i processi. Perchè c'è IL RISCHIO che si risolva tutto in un cumulo di peccati veniali....

RISCHIO??? Mi precipito su WIKIPEDIA per rinfrescarmi la memoria alla voce RISCHIO:

"Il rischio è un concetto connesso con le aspettative umane. Indica un potenziale effetto negativo su un bene che può derivare da determinati processi in corso o da determinati eventi futuri. Nel linguaggio comune, rischio è spesso usato come sinonimo di probabilità di una perdita o di un pericolo. Nella valutazione del rischio professionale il concetto di rischio combina la probabilità del verificarsi di un evento con l'impatto che questo evento potrebbe avere e con le sue differenti circostanze di accadimento. Secondo la teoria dei prezzi Black-Scholes quando si tratta di beni quotati sul mercato tutte le probabilità e gli impatti sono incorporati nel prezzo. Ci sono molte definizioni di rischio; queste dipendono dalle applicazioni e dal contesto. Più in generale, ogni indicatore di rischio è proporzionale al danno atteso, il quale è in relazione alla sua probabilità di accadimento. Le denominazioni dipendono quindi dal contesto del danno e dal suo metodo di misura; ad esempio, nella perdita di una vita umana, il rischio è focalizzato sulla probabilità dell'evento, sulla sua frequenza e circostanza. Possiamo distinguere due tipi di rischio: il primo basato su stime tecnico-scientifiche ed il secondo, denominato "rischio reale", dipendente dalla percezione umana del rischio. In pratica, queste due definizioni sono in continuo conflitto tra di loro."

Allora, vediamo un po': il rischio indica un potenziale effetto negativo su un bene che può derivare da determinati processi in corso o da determinati eventi futuri.

Quindi il nostro Presidente, e chi lo paga per farlo, ritengono che l'eventuale assoluzione di Moggi e Giraudo al Processo di Napoli possa avere un potenziale effetto negativo sul "bene" Juventus.

Nondimeno ciò significa che la cosa migliore sarebbe una bella condanna che vada a confermare le accuse risibili dei PM di Napoli e le pacchiane sentenze della giustizia sportiva.

E' difficile comprendere la logica di tale sequenza di affermazioni.

Tuttavia per il lettore più attento non sarà difficile contenere il proprio sentimento di meraviglia in merito a tale atteggiamento.

E' evidente, infatti, che la sopravvivenza "fisica" di questa dirigenza e del gruppo di potere che l'ha insediata non può prescindere da una condanna di Moggi e Giraudo anche in sede penale.

Se Moggi e Giraudo fossero assolti, tale evento scatenerebbe una serie di effetti a catena che vanno dalla possibilità di una azione di responsabilità nei confronti degli amministratori fino ad un vero e proprio ribaltone all’interno della famiglia Agnelli/Elkann che metterebbe in discussione la “presa” che gli Elkann hanno esercitato sulla Juventus dopo la defenestrazione della Triade e degli uomini di Umberto.

In pratica una riabilitazione del cattivo Moggi in sede penale delegittimerebbe tutti gli sforzi di “normalizzazione” messi in atto dai servi del potere e permetterebbe a qualcuno di alzare la voce e di pretendere un cambiamento nelle gerarchie che sovrintendono alla gestione della Juventus.

Ecco perchè per il nostro Presidente, in questo momento è meglio salvaguardare il potere di chi lo ha insediato che recuperare due scudetti e l’orgoglio di essere juventini.

Qualcuno potrebbe impugnare questa mia analisi e giustificare quanto detto da Cobolli Gigli come una semplice “svista”, provando a giurare e spergiurare che avesse voluto dire OPPORTUNITA’ al posto di rischio.

Purtroppo siamo a gennaio 2008 e sono passati più di 18 mesi da quando qualcuno cercò’ di convincerci della sua buona fede nell’affrontare la crisi.

In questo periodo lunghissimo di analisi e di studio di quello che è stata (ed è ancora) Farsopoli abbiamo imparato a conoscere la differenza tra rischio ed opportunità e abbiamo sempre creduto che prima di ogni altra cosa venisse la storia e la leggenda della Juventus.

L’ultima volta che abbiamo giustificato qualcuno per una frase che non avrebbe dovuto dire è quando ci siamo resi conto definitivamente che ci avevano venduto.

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