Conte: Sarò il Ferguson della Juve. Buffon: Conte è il top degli allenatori.

News, 20 marzo 2013.

Conte: Lo so quanto il popolo juventino mi ama, spero di essere il Ferguson della Juve e che il giorno in cui me ne andrò sia molto lontano. Buffon: Sulla Juve è tornato un atteggiamento negativo; Conte, il miglior allenatore che ho avuto, resterà a lungo alla Juventus, perché è molto legato a questa maglia. Chiellini: oggi si decide. Rummenigge: Bayern e Juve sono due squadre di altissimo livello, forse è un po' presto incontrarsi ai quarti. Calcioscommesse: esaurita con Marchese la prima tornata, ora Palazzi vuol risentire Marco Esposito (oggi) e Gillet (il 28).

Conte: Io come Ferguson? Magari! - Vi avevamo annunciato che ieri sera Conte avrebbe ricevuto un altro premio per la sua stupenda annata e infatti era a Catanzaro dove era tra i premiati del premio Ceravolo, in memoria dell'ex presidente del Catanzaro, Nicola Ceravolo. L'annunciata presenza di Conte ha richiamato un folla di un paio di migliaia di persone che hanno letteralmente soffocato Conte col loro affetto, intonando il coro 'I campioni d'Italia siamo noi' e sottolineando con altrettanti 'olè' ognuno dei goal del mister apparsi in un video che ne ha ricordato la carriera. Era presente anche Italo Cucci, che sabato sera, dopo Juve-Bologna, non solo non aveva mostrato di gradire l'esultanza di Conte, ma aveva anche minimizzato l'assalto e gli insulti al pullman della Juventus liquidandoli come una bricconata di pochi imbecilli, e che nell'occasione se l'è cavata con un "Questo affetto ti ripaga di sabato e delle polemiche del dopo Bologna-Juventus". Prendeva poi la parola Marco Civoli, l'attuale conduttore della Domenica Sportiva (uno che, sabato sera, era sulla linea di 'Conte queste cose le può fare a Bologna, poi dà la mano a Pioli, ma se prova a farle a Milano...'): "Conte, ha capito di avere una grande responsabilità, un abbraccio che ricorderà per tanto tempo...", cui il tecnico prontamente ribatteva, tra il tripudio generale: "Entusiasmo bello e genuino, che ripaga i grandissimi sacrifici che facciamo quotidianamente io e i calciatori, da un anno e mezzo a questa parte stiamo lavorando in maniera importante, dura e abbiamo voglia di fare cose importanti. Lavoriamo veramente in maniera importante e in maniera dura e penso che essere riusciti è la cosa più bella in assoluto, e sicuramente aver riportato l'orgoglio di essere juventini, l'orgoglio di poter tornare a festeggiare qualcosa di importante con nostro grande sforzo; c'è la voglia di continuare a lavorare, siamo contornati da 14 milioni di tifosi entusiasti che ci spingono sicuramente a fare sempre di più perché noi cerchiamo sempre di ottenere il massimo. Abbiamo iniziato un percorso da un anno e mezzo e stiamo facendo cose straordinarie, secondo me, dopo tanti anni in cui per tanti motivi si è dovuto ricostruire dalle macerie siamo riusciti in poco tempo a creare delle fondamenta importanti, fondamenta che sicuramente sia per il presente che per il futuro consentono finalmente alla Juventus di essere tornata".
Conte ha anche parlato dell'avventura in Champions League: "C'è voglia di tornare a vincere in Italia e di cullare il sogno Champions, ma dobbiamo essere pacati, umili, capendo che abbiamo iniziato un percorso e bisogna avere pazienza. Adesso abbiamo costruito qualcosa di importante per ora e per il futuro. Ci sono tutte le basi per essere protagonisti in Italia ed all'estero".
E poi fatalmente il discorso è scivolato sui progetti futuri del mister, visto che da tempo non si fa che parlare di una sua presunta volontà di fuga immediata. Conte lo ha fatto prendendo l'avvio dalla scritta presente su uno striscione che svettava sul pubblico: "Ferguson:United=Conte:Juve". Al mister è piaciuto e così lo ha commentato: "Questo sicuramente è un bellissimo augurio perché sappiamo benissimo cosa Ferguson ha rappresentato e rappresenta tuttora per il Manchester; sicuramente è un grandissimo manager da cui per me c'è solo da prendere esempio e spero di emularlo nelle vittorie e nella gestione; mi auguro di essere anch'io per la Juventus quello che Ferguson ha rappresentato per il Manchester ". E lo hanno reso felice le parole di elogio da parte di Buffon, che gli sono state riferite: "Gigi? Sono colto di sorpresa, perché abbiamo viaggiato e non so se l'ha detto oggi. Gigi è un grandissimo e io lo ringrazio perché è ancora un motivo in più per cercare di migliorarmi e di fare ancora meglio. Se ha detto queste parole sicuramente lo ringrazio e sono molto contento perché Gigi Buffon è un grandissimo campione".
Dopo aver svelato la ricetta segreta della sua Juve ("Lavorare con umiltà, voglia ed entusiasmo"), Conte è arrivato al nocciolo del problema che riguarda il suo ventilato avvenire su una panchina all'estero: "Cercherò di rimanere tutto il tempo necessario per conseguire tante vittorie e avvicinarmi a un personaggio straordinario come Ferguson. Solo quando sarà terminato questo percorso - ha rivelato - allora ci sarà la voglia di misurarmi all'estero, ma mi auguro che quel giorno in cui me ne andrò sia lontano".
L'affetto dei tifosi, che lo hanno costantemente osannato per tutta la durata della manifestazione, non lo ha lasciato indifferente e così lo ha rimarcato: "Il popolo juventino non ha bisogno di darmi dimostrazioni d'affetto. Lo so già quanto affetto hanno per me e per la squadra". Quella squadra che ha elogiato e omaggiato in toto, titolari e riserve. E l'unico argomento che non ha voluto toccare, proprio per rispetto verso i suoi calciatori, è stato quello del mercato: "Di mercato parliamo a fine stagione. Farlo oggi mi sembrerebbe irriverente per i componenti la rosa. Sono contento di questo gruppo. Se il prossimo anno ci sarà l'occasione per migliorarci, lo faremo. Da parte nostra c'è sempre la ricerca di giocatori forti che credano più al 'noi' che all"io e quindi al gruppo, che poi contribuisce a rendere forte il singolo".

Buffon: Conte è il migliore di tutti e resterà alla Juve a lungo - Oltre che sulle problematiche relative alla Nazionale, Gigi Buffon, in conferenza stampa da Coverciano, è stato stimolato anche su argomenti che riguardano la Juventus, per esempio sul cammino dei bianconeri in Champions League: "Penso che la Champions vada presa realmente per come l'abbiamo incominciata - ha spiegato Gigi - e per come abbiamo intrapreso questo percorso, che era un percorso di avvicinamento alle zone importanti dell'elite europea calcistica, sperando di farci apprezzare per un gioco propositivo come quello che stiamo sciorinando quando giochiamo; sperando nel frattempo di riconquistare il rispetto degli avversari. Penso che in linea di massima l'obiettivo l'abbiamo centrato, perché poi chiaramente noi non possiamo dire di essere stati fortunati nel sorteggio, però in un quarto di finale è giusto incontrare una squadra di caratura mondiale come il Bayern Monaco. Però penso che alla fine anche loro non siano stati felici di incontrarci e questo sta a significare che l'obiettivo nostro è stato centrato, cioè quello di essere di nuovo rispettati e di incutere un pochino di paura. Se poi mi chiedi se penso di vincerla, ti dico, è veramente dura, realmente. Ci sono 3-4 squadre, tra le quali il Bayern Monaco che hanno un passato recente molto più importante del nostro, parlo degli ultimi 4-5 anni, hanno una confidenza a questo tipo di competizione e di eventi maggiore rispetto alla nostra, però la cosa bella è che non parti battuto, parti per giocarti la gara. Poi saranno delle gare quasi tutte equilibrate, con un pizzico di fortuna, un dettaglio che magari ti fa vincere o ti fa perdere. Ma è già importante sapere di poterci giocare la partita".
Sul clima di intolleranza che è ritornato a gravare sulla Juventus dopo i disgraziati anni dello smile ha osservato: "Rispetto ai primi anni di militanza alla Juve, è tornato quel tipo di atteggiamento, perché era pre-esistente. Poi dopo tutto quello che è accaduto, che sappiamo, insomma, le nostre vicissitudini, un pochino tutto questo aveva tolto su di noi le attenzioni e l'interesse negativo degli altri. Adesso, in effetti, qualcosa sta tornando, ma la domanda che sorge spontanea è chiedersi: perché?". Il problema però per Buffon travalica il mondo dello sport, è sociale: "Ma questo alla fine è un problema nostro, di società, perché non riconosciamo e ci disturba riconoscere i meriti degli altri, sempre e comunque. E si cerca sempre di denigrarli anche attraverso degli atteggiamenti poco civili e poco edificanti".
Non crede ad un prossimo addio di Conte: "Per quel che riguarda il mister, non temo nulla, nel senso che è una persona talmente decisa in tutte le cose che fa, in tutte le cose che dici, e come le fa soprattutto, mettendoci corpo, anima e tutto il sentimento possibile e immaginabile, credo che alla fine, finché lui non riterrà concluso il progetto sportivo con la Juve, non penso che possa prendere in considerazione altri tipi di alternative. Io lo vedo ultimamente spesso scritto sui giornali, ma mi sembra che sia una cosa da non prendere neanche in considerazione, perché come ho detto prima tutti sappiamo quanto Conte sia legato alla Juve, al popolo juventino e a questa maglia. Finché lui non riterrà concluso il progetto sportivo, non credo che ci sia questo tipo di paura".
E per il suo mister ha solo parole di miele: "Se uno come il nostro allenatore non è stato considerato tra i dieci allenatori più bravi, ciò mi sorprende molto perché alla fine dopo 18 anni di calcio posso dire di aver avuto sempre il top degli allenatori e lui sicuramente se non è il primo, è il secondo, ma più probabilmente il primo di quelli che ho avuto come bravo. Sicuramente tra gli allenatori che vedo in Europa, che sono molto preparati, io sono sicuramente di averne uno a Torino che non è sicuramente inferiore a loro. E di questo sono certo". E da parte sua non pensa nemmeno che l'eventuale mancato arrivo di un top player possa far perdere all'allenatore la fiducia di rendere praticabile il suo piano: "Per quel che riguarda i meriti, le fortune o le sfortune, partendo con la base con cui è partito nella Juve, posso dire che le sue conoscenze, il suo linguaggio calcistico, lo ritengo universale, per cui qualsiasi tipo di giocatore possa avere, riuscirà sempre a far dar loro il massimo, perché poi tra le qualità che ha, quella motivazionale non è tra le ultime. E poi per quel che riguarda la sua scelta di incentivare la società, io non penso che abbia bisogno di questo tipo di escamotage, perché c'è un rapporto talmente diretto e limpido tra lui e la società, che non penso che si arriverebbe a questo".

Oggi si decide per Chiellini - Oggi il professor Castellacci prenderà la decisione definitiva su Giorgio Chiellini, se farlo rimanere a Coverciano o rispedirlo a Torino. Certo le sue condizioni sono tutt'altro che ottimali: al dolore alla caviglia destra acciaccata a Bologna è ancora bene presente la riacutizzazione del precedente fastidio alla caviglia sinistra. Il difensore non sta affatto bene ed è quasi certo che salti almeno il Brasile; ma la soluzione più logica sarebbe che rientrasse a Torino per la fisioterapia e le cure del caso. Un permanere, se non un aggravarsi, dei suoi guai alle caviglie metterebbe Conte in serie difficoltà. Con Caceres fuori (rientro ipotizzabile tra 25 giorni, probabilmente all'Olimpico contro la Lazio) l'allenatore bianconero si troverebbe a fare i conti con un organico difensivo risicato (ammesso che tutti tornino in buone condizioni dalle Nazionali).

Rummenigge: Bayern-Juve arriva troppo presto - Una riunione dell'Eca (European Club Association), l'Associazione che vede nei suoi ranghi i massimi dirigenti dei maggiori club europei, ha offerto un'opportunità di incontro per due personaggi che ben presto si affronteranno con i rispettivi club nei quarti di finale di Champions League, Bayern e Juventus. Al termine dell'incontro, tenutosi all'hotel Sheraton di Malpensa, Andrea Agnelli non ha rilasciato dichiarazioni, mentre Karl-Heinz Rummenigge, amministratore delegato del Bayern nonché presidente proprio dell'Eca, si è brevemente soffermato ai microfoni Sky: "C'erano squadre meno forti della Juve ma anche meno forti del Bayern, quindi è un po' presto per incontrarsi, avrebbe potuto essere una finale. Per questa partita a Monaco chiaramente c'è attesa, ma credo ce ne sia altrettanta a Torino, è un turno interessante con due squadre di altissimo livello e quindi vedremo". Ha tenuto a sottolineare i buoni rapporti col club bianconero e col suo presidente: "Siamo amici e non esiste nessun problema tra le due società, poi diventa una partita difficile sia per noi sia per loro, è un turno aperto". Che abbia cambiato idea? Perché Rummenigge, nell'estate 2011, quando Arturo Vidal passò dal Bayer Leverkusen alla Juventus, si espresse in termini molto severi sul cileno, reo, a suo dire, di non aver tenuto fede alla parola data ai bavaresi, e molto offensivi nei riguardi della Juventus: "Vidal ha scelto di giocare in un club che è come lui, senza morale: basta guardare la storia giudiziaria della Juventus". Se ha cambiato idea sulla Juve o sia semplice esibizione di fair play non sappiamo, di certo pare non l'abbia cambiata sulle qualità calcistiche di Vidal, cui continuerebbe, si dice ad essere interessato. Ma in proposito l'amministratore delegato del Bayern ha abilmente dribblato le domande: "Vidal? E' vero, piaceva anche a noi un anno e mezzo fa, ma non ci sono stati problemi con la Juventus". Juventus cui, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa bavarese, il Bayern sarebbe disposto ad offrire per Vidal 30 milioni di euro (e 4,5 mln di ingaggio al centrocampista, che ora alla Juve non arriva ai 3 mln). Ma Marotta, sinora, l'ha sempre dichiarato incedibile.

Calcioscommesse: Oggi tocca di nuovo ad Esposito - E' stata fissata per oggi una nuova audizione per l'ex calciatore del Bari Marco Esposito, già sentito il 20 febbraio. E Palazzi vuole risentire anche il portiere ex biancorosso (ora al Torino) François Gillet, già ascoltato il 21 febbraio. Esposito, che agli 007 federali aveva già vuotato il sacco in merito alle combines di Bari-Treviso e di Salernitana-Bari, dovrebbe fare chiarezza sui presunti motivi di rancore che avrebbe nutrito nei confronti del compagno di squadra Ivan Rajcic e che, a dire di Rajcic, sarebbero alla base delle accuse formulate dai colleghi (in particolare Esposito, Lanzafame e Andrea Masiello) nei suoi confronti. Gillet invece dovrebbe meglio chiarire i luoghi dove si sarebbe concordata la combine di Salernitana-Bari, soprattutto in relazione al più o meno possibile coinvolgimento di giocatori della 'Primavera'.
Intanto l'altro ieri è stato ascoltato Giovanni Marchese, difensore ex Bari ora al Catania, che, nonostante abbia sempre negato di essere a conoscenza delle combines. potrebbe rischiare un'omessa denuncia per le dichiarazioni di Andrea Masiello ai pm di Bari ("Marchese aveva rifiutato la proposta") e di Lanzafame lo scorso 4 agosto in Procura federale ("Galasso e Marchese erano sicuramente al corrente dell'illecito, ma non ne erano certo i promotori").


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