Marotta: Conte come Ferguson? Si può fare. Pirlo: Presi a sassate perché vinciamo.

News, 21 marzo 2013.

Marotta: Conte resta alla Juve al 100% e ha le caratteristiche per diventare il nostro Ferguson. Pirlo: Attorno alla Juve un clima poco piacevole perché è tornata a vincere, non è bello ma dobbiamo abituarci. Chiellini torna a Torino. Caceres ha lasciato la clinica. Un fulmine ha colpito l'aereo della Nazionale mentre si apprestava ad atterrare a Ginevra: un botto tremendo e tanta paura, ma è finito tutto bene. Contro il Brasile Prandelli manderà in campo Giaccherini al posto di Montolivo. Marco Esposito è stato nuovamente ascoltato in Procura Federale.


Marotta: Conte può davvero essere il nostro Ferguson - L'altro ieri sera a Catanzaro Antonio Conte, stimolato da uno striscione dei tifosi, non aveva disdegnato l'idea di essere per la Juve ciò che sir Alex Ferguson è stato per il Manchester United,prefigurando non solo una lunga permanenza con la stessa maglia (Ferguson è allo United dal 1986 anche se, a differenza di Conte, non ne era stato giocatore) ma anche un ruolo manageriale, nuovo per le nostre latitudini. E Marotta ieri, a margine del premio Nazionale Letteratura del Calcio Antonio Ghirelli, dopo aver sentenziato: "Conte rimarrà al 100% sulla panchina della Juventus", davanti ai microfono non ha escluso per il mister un ruolo da manager alla Ferguson: "Io personalmente sono fautore di un profilo di allenatore del genere, in Italia ancora non l'abbiamo sperimentato, la Juventus spesso è prima per tante cose, speriamo di poterlo realizzare in questo. Non ne abbiamo ancora mai parlato, però di fatto, voglio Conte rappresenta già una forte juventinità, avendoci giocato e conoscendone già tutte le dinamiche interne e avendo un ottimo rapporto col presidente e con noi dirigenti può ritagliarsi davvero uno spazio molto molto ampio".
E poi è tornato all'esultanza sfogata a Bologna sabato sera: "Conte, dopo un 85 minuti di tensione ha liberato quelle che sono le sue emozioni rivolgendosi ai nostri tifosi e l'ha fatto in modo contenuto. Non mettiamo delle barriere a queste cose perché altrimenti significa svilire il calcio di quello che è il suo senso".
Quanto all'ultimo spicchio di stagione che attende la Juve ha osservato: "In campionato ci sono 27 punti a disposizione e bisogna arrivare al podio finale da vincitori: anche qua ci vuole un ruolino di marcia molto forte. In Champions forse c'è una piccola componente in più che è legata alla fortuna, perché in 180' gli episodi possono giocare un ruolo importante".
Infine, esattamente come aveva fatto Conte a Catanzaro, ha stoppato i discorsi di calciomercato: "Abbiamo una rosa che comunque deve essere assolutamente rispettata, perché ha vinto lo scudetto l'anno scorso, è in testa quest'anno, è ancora in Champions League, è fatta anche di attaccanti di tutto rispetto per cui quel che sarà lo valuteremo più avanti, quando ci confronteremo con l'allenatore e quando valuteremo tutte le cose".

Pirlo: Presi a bastonate perché vinciamo - Andrea Pirlo si associa alle attestazioni di stima che sono arrivati a Conte da Buffon, da Marotta e anche da Arrigo Sacchi, lui, che di allenatori ne ha visti tanti: "Concordo - dice - il nostro allenatore in questi anni sta dimostrando di essere uno dei migliori, adesso è il primo anno che fa la Champions League e dovrà ancora magari vedere cosa fare però sicuramente è uno dei migliori allenatori che ci sono in circolazione".
Ma il discorso poi scivola sull'incivile clima che ormai segue la Juve come un'ombra; e Pirlo un'idea ce l'ha:. "Attorno alla Juve è tornato un clima poco piacevole perché è tornata a vincere; e quando torni a vincere dai fastidio, lo era prima, lo è tornata adesso, bisogna farci l'abitudine; certo non è bello arrivare allo stadio ed essere insultati o con pietre o con bastoni però fa parte del gioco, siamo abituati, speriamo di continuare così perché vorrà dire che continueremo a vincere". Parole che certificano una realtà, purtroppo; anche se sono parole che non ci saremmo mai augurati di dover sentire; perché il calcio è uno sport ed è avvilente dover leggere sistematicamente, giornata dopo giornata, che chi vince non riceve più una corona d'alloro, ma sassi, bastonate sputi e insulti.
Assolutamente da condividere le parole di Sacchi sulla Gazzetta di ieri: "Enzo Ferrari diceva che gli italiani perdonano tutto ma non il successo, mi chiedo quando l’intelligenza e la cultura avranno la meglio sull’ignoranza e l’invidia e quando andremo allo stadio per divertirci e non per insultare o compiere violenze? Poi facciamo i puristi con Conte se il tecnico si agita in panchina".
Video delle dichiarazioni di Beppe Marotta e Andrea Pirlo (da Superfly, TifosiBianconeri.com)

Chiellini rientrato a Torino - Alla fine il professor Castellacci, responsabile dello staff medico della Nazionale, ha dovuto arrendersi: Giorgio Chiellini, nonostante il dolore ad entrambe le caviglie fosse un po' regredito grazie alle cure fisioterapiche, non solo non sarebbe stato recuperabile per il Brasile (da escludere a priori), ma molto difficilmente lo sarebbe stato anche per la successiva gara ufficiale a Malta, valida per le qualificazioni mondiali. E allora ha rimandato il giocatore a Torino: "le sue caviglie stanno meglio - ha detto - ma non è il caso di rischiarlo". Ora sarà lo staff medico della Juve a provare a recuperarlo, se non per la gara di sabato 30 a Milano contro l'Inter, almeno per la trasferta di Monaco.
"Ciao a tutti, come forse già sapete purtroppo ho dovuto lasciare il ritiro di Coverciano... mi dispiace molto non poter giocare queste due partite contro Brasile e Malta ma purtroppo non sto ancora bene fisicamente - ha scritto il difensore bianconero pubblicato sul suo sito -. Spero di sfruttare questi giorni di sosta per riuscire a guarire in maniera definitiva dai tanti problemi che mi hanno colpito in questa stagione per tornare a dare il mio contributo con continuità in Nazionale e con la maglia della Juventus. Un saluto a tutti i miei compagni e in bocca al lupo per le prossime due partite! Un abbraccio. Giorgio".

Bianconeri al lavoro - Sono tornati a lavorare a Vinovo, dopo i tre giorni di relax concessi dal mister, i resti della Juve, quelli avanzati dalle Nazionali: ieri due sedute, in parte in palestra e in parte svolgendo lavoro atletico in campo.
Intanto ieri Martin Caceres è stato dimesso dalla clinica Fornaca di Sessant: ora trascorrerà la convalescenza a casa, in attesa dell'ok dei medici per poter riprendere il lavoro.

Un fulmine sulla Nazionale - Attimi di paura a bordo del volo Alitalia partito da Firenze e diretto a Ginevra e sul quale viaggiava la Nazionale italiana. L'aereo è arrivato all'altezza dell'aeroporto svizzero attorno alle ore 18.30 e qui è sorta la complicazione; era già in fase di atterraggio e mentre attraversava le nuvole avvicinandosi alla pista è stato colpito da un fulmine: un forte botto, una luce bluastra, parecchio spavento; ma l'equipaggio ha tranquillizzato i passeggeri e in realtà attimi di paura a parte, non è successo nulla. Una volta a terra, dopo un atterraggio avvenuto regolarmente, i responsabili di bordo hanno spiegato ai calciatori l'accaduto: "E' stato un fulmine - ha detto il comandante Roberto Andolfato - ma la situazione è sempre stata sotto controllo". "Tremendo" è stato il commento di Gigi Buffon. E Marchisio più tardi, dall'albergo, ha twittato: "Bello spavento in aereo oggi!". E anche il ct Prandelli, mezz'ora dopo, parlando alla stampa ha detto: "Certo, la situazione non è stata piacevole, ma è tutto ok. Non è la prima volta che mi capita, era successo un altro paio di volte ma, ammetto, così forte mai. Ora tutti sorridenti, ma sfido chiunque a dire di non aver avuto un po'di paura..."

Contro il Brasile giocherà Giaccherini - Qualcuno si era chiesto perché Prandelli avesse convocato Giaccherini che non gioca titolare nemmeno nella Juventus. Ma Prandelli sa perché lo chiama, per lo stesso motivo per cui Conte ha detto allo stesso Giaccherini che, finché ci sarà lui alla guida della Juve, Emanuele resterà in bianconero. Ed è perché Giaccherini è uno di quei giocatori che non brillerà come le stelle brasiliane (anche perché non si chiama Giaccherinho, son sempre parole di Conte, dette l'anno scorso), ma per un allenatore è utilissimo: è uno che si mette al servizio del gruppo, che non ha paura a ricoprire anche un ruolo per lui nuovo, che si impegna nell'interdizione tanto quanto nel recupero palla, pronto poi a infilarsi nell'area avversaria a cercare la porta. Giaccherini porta in azzurro quelli che sono i dogmi di Conte: cultura del lavoro ('Lavorare con umiltà, voglia ed entusiasmo', ha detto a Catanzaro, e sembra proprio il ritratto del ragazzo di Talla), corsa, disponibilità assoluta, abilità nel pressing alto e anche capacità di andare in goal. Gli farà posto Montolivo.

Calcioscommesse: Riascoltato Esposito - Ieri in Procura federale è stato risentito, per un'ora e 40 minuti, l'ex calciatore del Bari Marco Esposito, già ascoltato il 20 febbraio scorso. In particolare gli inquirenti federali abbisognavano di ulteriori dettagli sulla combine di Bari-Treviso (0-1), dell'11 maggio 2008, soprattutto in relazione al coinvolgimento nella combine dell'ex compagno Ivan Rajcic. Ai pm di Bari Esposito fece mettere a verbale che Rajcic "passò da casa mia e mi diede 20.000 euro", versione confermata poi il mese scorso agli 007 della Figc, secondo quanto dichiarato dal suo legale di allora, avv. Angelo Dibenedetto (ieri Esposito in via Campania si è presentato senza avvocato). Rajcic (tirato in ballo peraltro anche da Lanzafame e da Andrea Masiello), ha dichiarato invece che tali accuse, a suo dire infondate, traevano origine da un'acredine legata a motivi extracalcistici. E su questo punto Esposito era chiamato a fornire delucidazioni.
Inoltre ieri sono stati rinviati a giudizio, con l'accusa di violenza privata e aggravata, i tre capi ultras del Bari Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono, che erano stati arrestati il 10 maggio scorso (e sottoposti a misura cautelare sino ad agosto). I tre sono accusati di aver minacciato con violenza alcuni giocatori del Bari allo scopo di convincerli a perdere determinate partite della parte finale del campionato di serie A 2010-2011 (Bari-Sampdoria del 23 aprile 2011, finita 0-1, che decretò la retrocessione matematica dei biancorossi, Cesena-Bari del 17 aprile 2011, finita 1-0, Bari-Chievo del 20 marzo 2011, conclusasi 1-2). Le minacce si sarebbero spinte sino a creare un vero e proprio clima di terrore psicologico tra i calciatori del Bari; in particolare sarebbe stato preso di mira il portiere Gillet, nei confronti del quale si sarebbe meditata anche una spedizione punitiva.


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