Agnelli accusa: il calcio italiano ha scelto l'inerzia. Distorte le sue parole su Calciopoli.

News, 27 aprile 2013.

 

Andrea Agnelli al Financial Times: Il calcio italiano ha bisogno di riforme strutturali per essere competitivo, ma abbiamo scelto di non fare niente. Calciopoli? Non solo Moggi telefonava ai 'capi degli arbitri'; e qui spunta, puntualmente, la distorsione mediatica. Oggi alle 9.45 conferenza stampa di Conte pre-Torino. Misure di sicurezza per il derby: regolamentato l'afflusso e il deflusso delle due tifoserie. L'Uefa ha multato l'Inter di 45.000 euro per i cori razzisti in Inter-Tottenham. Per riscattare Felipe Melo il Galatasaray vorrebbe un sostanzioso sconto.


Agnelli al Financial Times sul calcio italiano e Calciopoli - Andrea Agnelli non si concede molto spesso ai giornalisti italiani, sempre e solo interessati alle solite liti di pollaio, come tutto il calcio di casa nostra, Lega di serie A in testa, ma non disdegna di concedersi al giornalismo serio che alberga fuori dai nostri confini, a firme prestigiose che affrontano il calcio e i suoi problemi in un respiro internazionale. Stavolta ha parlato con Simon Kuper, autorevole giornalista del Financial Times, che non si limita a trascrivere domande e risposte dell'intervista, ma confeziona un bel pezzo in cui usufruendo delle parole di Andrea fa emergere un ritratto lucido e impietoso del calcio italiano. "E' interessante guardare oggi il calcio italiano? - si chiede lo stesso Agnelli - la metà degli stadi è vuota, esiste il problema della violenza, voglio dire, non è il prodotto migliore". Ricordando la storia della Juventus, che il presidente, più che Vecchia Signora, preferisce definire la Fidanzata d'Italia, il giornalista si imbatte nella storia infinita di Calciopoli; e Andrea Agnelli mette un punto fermo: "Non ci fu combine" e la Juventus non fu riconosciuta colpevole di "frode sportiva", ma solo di "comportamento antisportivo"; e il giornalista, che rimanda quanto raccontato dall'immaginario popolare obietta: "Ma Moggi telefonava ai capi degli arbitri!"; pronta la risposta di Andrea: "Moggi e tante altre persone, come poi è emerso". A prescindere dal fatto che telefonare ai designatori non era vietato, addirittura consigliato, e per quello era pratica diffusa, in effetti è emerso che c'era chi faceva di peggio, come incontrare arbitri (e salvarsi poi con la prescrizione) o contattare stuoli di assistenti (e uscirne con mezzo buffetto): ma questa è un'altra storia. La storiella che però bisogna raccontare che quasi tutti i media (in un ampio spettro che andava da 'Repubblica' a 'Tuttosport' ieri sera hanno ripreso questa frase distorcendola alla calciopolara: non 'Moggi telefonava ai capi degli arbitri', traduzione corretta di 'But Moggi was phoning referees' bosses!', ma 'Moggi telefonava agli arbitri', un falso storico.
Ma da lì la Juventus ha saputo ripartire. "Ora il nostro marchio si è rafforzato con la nostra straordinaria risalita; questo ci ha dato l'opportunità di ribadire quanto siamo forti e come siamo pronti a guidare il sistema italiano". Un sistema italiano che si è provincializzato. Agnelli invidia alla Premier League anche i cartelloni pubblicitari: "Negli stadi della Premier League si possono leggere messaggi scritti in cinese, segno della valenza mondiale dell'interesse per quel campionato: l'Italia "una volta era la meta finale per i campioni, oggi è un campionato di transito". "Se dovessi mirare ad una situazione perfetta per un grande club - ha aggiunto - sarebbe un mix tra ciò che si trova in Inghilterra, in Germania e in Spagna"; dall'Inghilterra Agnelli prenderebbe lo stadio e il suo merchandising professionale, dalla Spagna la libertà dei grandi club di vendere individualmente i loro diritti tv invece di condividerli con i piccoli club e alla Germania il meccanismo delle sponsorizzazioni. Una simile combinazione per l'Italia è pura fantasia: "Ora questo non è possibile".
Ma i problemi che affliggono i club italiani sono tanti, per esempio la contraffazione dei marchi: "In Italia si comprano magliette contraffatte: Il Falso è un problema di questo Paese"; poi c'è quello degli stadi: "Per dieci anni si è parlato si una nuova legge sugli stadi", ma senza esiti. Ma i problemi del calcio sono una conseguenza di quelli dell'Italia (un Paese, osserva il giornalista, la cui economia è cresciuta più lentamente di quella degli altri paesi tranne Haiti e Zimbabwe, nel decennio sino al 2010). Umberto Agnelli, padre di Andrea, ebbe a dire una volta: "La squadra ha seguito il progresso del Paese": Ora sarebbe corretto dire che il Paese trascina il club verso il basso? "Sarebbe corretto", sentenzia Agnelli. "Il calcio italiano ha bisogno di riforme strutturali. Già da qualche anno l'Italia è di fronte a un bivio, vogliamo affrontarli per restare competitivi? Abbiamo scelto di non fare niente. Nel calcio c'è bisogno di una sforzo comune per la violenza, gli stadi e la protezione dei marchi. Ora non c'è nemmeno un governo, così non abbiamo nemmeno un ministero dello sport".

Lavori in corso per il derby - Ieri quarto allenamento settimanale in vista del derby, una seduta ovviamente a porte chiuse in cui è stata messa a punto la tattica; sembra che Conte sia deciso a schierare di nuovo il 3-5-1-1 messo in campo nelle ultime due gare, con Vucinic unica punta e Marchisio alle sue spalle; a centrocampo il trio Pirlo-Vidal-Pogba. Se ne saprà forse di più oggi in occasione della conferenza stampa di Antonio Conte (ore 9.45), che sarà poi seguita dall'allenamento di rifinitura.

Particolare attenzione alla gestione dei tifosi per il derby - Sarà il primo derby che la Juventus disputa a Torino, ma in uno stadio che non è (anche) il suo: e sarà un derby importante per la corsa scudetto della Juve. E particolare cura, vista la particolare rivalità che anima di consueto la stracittadine, è stata posta nella gestione dei tifosi, anche perché si calcola che i supporters bianconeri presenti saranno ben 6500: 1500 nel settore ospiti, 2000 nella Curva Primavera (quella solitamente occupata dai tifosi granta nelle gare interne), 1500 nei Distinti e 1500 in Tribuna. Se per Distinti e Tribuna i tifosi delle sue opposte fazioni saranno giocoforza mescolati, si è posta particolare cura nella divisione della Curva Primavera, che sarà divisa a metà, con un cordone di circa 90 stewards a separare le due tifoserie. E' stato regolamentato anche l'afflusso dei tifosi allo stadio e il successivo deflusso. Per la Curva Primavera sono stati creati due ingressi distinti, uno per i sostenitori bianconeri, l'altro per quelli granata. Inoltre la Juventus ha pubblicato sul proprio sito una nota in cui spiega come è stata regolamentata la marcia di avvicinamento all'impianto: "Tutti i tifosi bianconeri che hanno acquistato il tagliando per gara, nel Settore Ospite o in altre zone dell’impianto, dovranno arrivare dalla parte Sud di Torino. Gli autobus e le automobili potranno essere parcheggiare nel piazzale Caio Mario, tra corso Agnelli e corso Unione Sovietica. Lo stadio può essere raggiunto a piedi o usufruendo delle navette. Solo attraverso corso Unione Sovietica".

Per Melo il Galatasaray vorrebbe lo sconto - Si avvicina sempre più il 30 aprile, giorno in cui il Galatasaray dovrebbe decidere se riscattare o no dalla Juventus il centrocampista brasiliano Felice Melo per i 6,5 milioni di euro concordati in sede di prestito con diritto di riscatto. Ma il club turco tergiversa, perché sarebbe disposto a riscattarlo solo ad una cifra inferiore, non oltre i 4 milioni.

L'Inter multata dall'Uefa per cori razzisti - L'Uefa ha inflitto all'Inter una multa di 45.000 euro per i cori intonati dai tifosi nerazzurri nei confronti dei giocatori del Tottenham Adebayor e Naughton in occasione della partita di ritorno degli ottavi di finale di Europa League. Era stato Villas Boas, l'allenatore della squadra londinese, a denunciare l'accaduto. I cori si erano comunque uditi distintamente e in avvio di ripresa in curva Nord erano comparse anche banane gonfiabili; aprendo l'inchiesta l'Uefa aveva anche sottolineato come gli steward fossero più impegnati a guardare la partita che ad intervenire. La nota dell'Uefa fa riferimento a "problemi organizzativi" e alla "condotta impropria dei tifosi". L'Inter ha tre giorni di tempo per fare ricorso avverso la sanzione.

 


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