Pirlo: Giocherò finché avrò questa fame di vittorie importanti

News, 17 giugno 2013.
 
Pirlo: E' una delle più belle giornate della mia carriera, che sicuramente continuerà finché avrò questa voglia di cercare di vincere cose importanti. Giaccherini: Sia nella Juve che nella Nazionale io mi faccio trovare pronto e quando il mister mi dà fiducia cerco di dare il massimo. Pirlo smentisce Balotelli:  Prima della partita gli avevo spiegato la regola dei due cartellini gialli.  Si apre una settimana in cui per gli uomini del calciomercato l'attività entra nel vivo: il 20 giugno è il termine ultimo per la definizione delle comproprietà e la caccia al top player si fa sempre più in salita.
 
 
Pirlo: Che bella giornata! - E' stata per Pirlo, anche per un campione come lui, una giornata particolare, la centesima gara in azzurro, in un teatro prestigioso come il Maracanà; e l'ha festeggiata a modo suo, con la lingua che conosce meglio, quella di chi dà del tu al pallone, con una prestazione sontuosa, infiocchettata da una delle sue punizioni. Ne ha tirate tre, con buona pace di un Balotelli sospinto da telecronisti e commentatori assortiti, e la prima si è infilata là dove doveva; ma non è del tutto soddisfatto, doveva fare di più, come dice nell'intervista post gara alla Rai: "Dovevo segnarne altri, perché erano posizioni invitanti: una ho cercato di tirarla sotto la barriera, ma i  miei compagni l'hanno stoppata; l'altra poi è andata fuori di poco, però dovevo farne altri sicuramente". Però ciò non toglie niente alla sua giornata da incorniciare: "E' sicuramente una delle più belle, anche perché raggiungevo 100 presenze con la maglia azzurra e non è da tutti; coronarla con un gol al Maracanà, non potevo immaginarlo nel migliore dei sogni". Si sente speciale? proprio speciale no, ma  "sono un giocatore particolare sicuramente: cerco di dare sempre il mio contributo per il gioco della squadra, a volte va bene, a volte meno bene, però cerco sempre di dare la mia impronta alla squadra". La carta d'identità parla di 34 anni, ma ha ancora tanta voglia di calcio: "I dati sono quelli, non è che si possono togliere, però cerco di stare il meglio possibile, allenandomi, facendo una vita regolare, perché ho ancora l'entusiasmo di un bambino, mi diverto ancora a giocare a calcio, quindi vorrei riuscire a giocare anche il prossimo Mondiale". E poi? "E poi vedremo più avanti... Ho ancora la voglia di mettermi in gioco e di cercare di vincere cose importanti, a partire dalla Confederations. Finché avrò questa voglia, sicuramente continuerà a giocare a calcio".
Di lui ha detto Prandelli a fine gara: "Per Andrea le parole non servono, solo un grande abbraccio, un grande applauso, è di esempio per tutti. Noi l'abbiamo ringraziato prima della partita, proprio per questo motivo".
 
Giaccherini: Io mi faccio sempre trovare pronto e do il massimo - In campo al Maracanà c'era anche Emanuele Giaccherini, uno che non è titolare né in bianconero né in azzurro, ma che né Conte né Prandelli rinunciano mai a tenere nella rosa. E quando loro lo chiamano Giaccherini risponde sempre 'presente!'. Lo ha fatto anche ieri sera, e sua è la volée d'esterno che è riuscito ad allungare a Balotelli il quale di forza ha messo dentro; e a fine gara era sostanzialmente contento della sua prestazione, anche se... " quello che abbiamo fatto stasera io e Claudio Marchisio, giocando alle spalle di Balotelli, è un ruolo molto dispendioso, il mister ci ha chiesto molto sacrificio, di coprire e di ripartire. Magari mi è mancata un po' di lucidità. io quando finisce la partita mi faccio sempre un'analisi critica della partita che ho fatto: se devo essere rammaricato per qualcosa, sicuramente è per quelle due-tre palle che potevo sfruttare molto meglio. E non sono dettagli, perché poi ti fanno pareggiare o vincere una partita. Siamo andati in campo e tutti sapevano quello che dovevano fare; avevamo preparato la partita da 3-4 giorni, sapevamo tutti i movimenti, le uscite, come impostare la gara. A me il mister aveva chiesto di farmi trovare tra le linee e di attaccare la profondità. Io ho cercato soprattutto nel primo tempo di attaccare la profondità perché i difensori messicani li traevi in inganno facendo lungo-corto: ci sono state infatti due palle che con un po' di lucidità potevo sfruttare meglio". E dopo aver dato aver dato a Cesare quel che è di Cesare, ha dato ad Andrea quel che è di Andrea: "Sicuramente siamo stati trascinati da Andrea che è un giocatore incredibile e siamo contenti di averlo in squadra". Però lui è pago di essere Giaccherinho, che ha tra le sue caratteristiche fondamentali "la duttilità, la tenacia, sicuramente anche il fatto di farmi trovare sempre pronto quando il mister mi dà fiducia; cerco sempre di dare il massimo. Quando gioco nella Juve e nella Nazionale, io cerco sempre di dare tutto, poi è normale che delle volte fai partite buone e delle altre meno".
 
Pirlo smentisce Balotelli - Dopo aver segnato il goal della vittoria Mario Balotelli si è tolto la maglia, ed è arrivata per lui l'inevitabile ammonizione, come da regolamento. La cosa ha infastidito anche Prandelli che, quando  a  pochi minuti dal termine lo ha fatti uscire per Gilardino, lo ha redarguito per essersi caricato di un'inutile ammonizione levandosi la maglia. E anche nell'intervista post partita alla Rai ha rimarcato il concetto: "Mario deve smetterla di far vedere i muscoli, perché le ammonizioni contano".
Balotelli si è giustificato dicendo che non conosceva questa regola: "C'è questa regola dei due gialli, non lo sapevo, la prossima volta non lo faccio".
Ma dopo di lui agli stessi microfoni Rai è arrivato Pirlo che, tra le altre cose, ha dichiarato: "Gli avevo detto prima della partita di stare attento e di non farsi ammonire perché con due sarebbe stato squalificato, però voleva far vedere il fisico". E dopo il goal, mentre i due rientravano verso il centrocampo "gli ho detto - aggiunge Pirlo - che non doveva togliersela perché sarebbe stato ammonito, però ormai è andata così".
 
Settimana intensa per gli uomini del calciomercato - Sarà una settimana intensa per la squadra degli uomini mercato bianconeri: anzitutto è la settimana entro la quale andranno definite le comproprietà, e la Juve ne ha tante, non tutte 'pacifiche', nel senso che per qualcuna (per es. quella di Sorensen col Bologna) l'accordo è tutt'altro che scontato e incombe il rischio buste. In altri casi la definizione (risoluzione o rinnovo) della comproprietà è solo il primo passo per poter inserire il giocatore in una successiva operazione di mercato.
Sul piano del mercato in uscita tiene banco il caso Isla: Juventus e Udinese rinnovano la comproprietà ma il futuro del cileno è lontano da Torino; non mancano le richieste, la più insistente (e, pare, la più gradita al calciatore) è l'Inter che però lo vorrebbe in prestito (soluzione esclusa dalla Juve) oppure per non oltre 5-5,5 milioni di euro (per la metà di pertinenza bianconera); la Juve ne chiederebbe (almeno) 7,5.
Poi c'è l'operazione top player, nell'ambito della quale la Juve segue principalmente tre trattative: Jovetic, Higuain e Tevez; le prime due si stanno rivelando un po' troppo costose (30 milioni di euro cadauna solo per il cartellino) per le speranze e i parametri della Juventus, non per quelle però dei club inglesi, ad esempio (Manchester City e Arsenal); e per la terza Marotta ha esplicitamente dichiarato se col Milan (altra pretendente, e non da ora, dell'Apache) o con l'agente dell'attaccante (per l'ingaggio) si aprisse un'asta, la Juve ne starebbe fuori.
Sono dunque tre strade irte di difficoltà e il rischio di restare con un pugno di mosche in mano non è da escludere.

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