Il ritorno di Conte. Secco: Sbagliammo? Gli errori sono stati pagati.

News, 25 giugno 2013.
 
Conte, tornato a Torino, si è recato in sede per un aggiornamento sul calciomercato; oggi Marotta e Paratici su Ogbonna e, forse, Tevez. Gabbiadini, tra il sogno di restare alla Juve e la voglia di una maglia da titolare, anche lontano da Torino. Il Trofeo Tim si disputerà il 23 luglio a Reggio Emilia: il Sassuolo prende il posto dell'Inter. I Giovanissimi Nazionali, scesi in campo con una squadra infarcita di riserve a causa di un'intossicazione alimentare che ha colpito la rosa, sono fuori dalle semifinali delle Final Eight. Alessio Secco: Accettai quell'incarico per senso del dovere e cercai di fare del mio meglio; se abbiamo commesso degli errori sono stati pagati.
 
 Conte è tornato - Il viaggio di nozze è finito e Conte è di nuovo a Torino; vi rimarrà solo pochi giorni, poi farà una scappata nel suo Salento; ma è certo che, appena sceso dall'aereo, il suo primo pensiero è stato quello di fiondarsi in  sede per scoprire quale regalo di nozze Marotta avesse  nel frattempo impacchettato per lui: e non dev'essere stato granché soddisfatto né sollevato nell'apprendere che la situazione era quella stessa calma piatta che aveva lasciato. Anzi, i potenziali obiettivi erano andati impallidendo: Higuain perché l'Arsenal può spendere di più (sia per il cartellino che per l'ingaggio), Tevez perché c'è di mezzo il Milan di Galliani eterno innamorato di Carlitos, Jovetic perché la Fiorentina alza il muro dei 30  milioni cash, Diamanti per l'ostinazione e l'esosità dei felsinei.
E se le notizie che trapelano su un martedì operoso per il duo Marotta&Paratici sono fondate, sembra che l'arrivo di Conte abbia impresso un'accelerata a certe trattative: per oggi infatti si cercherà di dare una svolta definitiva alla questione Ogbonna (soldi più Immobile? al Torino); ma c'è di più: si parla di una telefonata che potrebbe arrivare da Manchester col via libera del City per trattare concretamente Tevez; in quel caso uno tra Marotta e Paratici volerebbe subito a Manchester.
 
Gabbiadini: Mi piacerebbe restare alla Juve... ma per giocare - Manolo Gabbiadini, ospite di Speciale Calciomercato negli studi Sky, a Gianluca Di Marzio che gli chiedeva se gli piacerebbe rimanere alla Juve, anche come quarta punta, senza garanzie di giocare ma con la possibilità di conquistarsi un posto, oppure se preferirebbe andare in una squadra che gli consegnasse subito una maglia da titolare ha risposto: "Faccio fatica a dire che non voglio restare alla Juve, perché sarebbe bello, perché sei in una grande squadra, quindi mi piacerebbe; però è anche vero che a questa età voglio giocare quindi adesso vedremo qual è la soluzione migliore per me e decideremo".
Video dell'intervista Sky a Manolo Gabbiadini (da Superfly, TifosiBianconeri.com).
 
Al Trofeo Tim il Sassuolo prende il posto dell'Inter - E' il Trofeo Tim ad aprire le danze dei tornei estivi: l'appuntamento è quest'anno per il 23 luglio (ore 20.45) allo stadio "Città del Tricolore" di Reggio Emilia. A questo triangolare (con la formula di tre incontri da 45' ciascuno) dal 2001 (data della prima edizione) hanno sempre partecipato Juventus, Milan e Inter. Ma quest'anno l'Inter ha fatto un passo indietro, pare su esplicita richiesta del nuovo allenatore Mazzarri che, riferisce Tuttosport, avrebbe espresso la volontà di non affrontare partite troppo impegnative nella prima parte della preparazione estiva. Anche il Napoli, invitato a subentrare, avrebbe declinato la proposta. E allora ecco l'ambizioso Sassuolo, desideroso di celebrare la sua prima promozione in serie A e che nella prossima stagione giocherà le partite interne proprio a Reggio Emilia.
 
I Giovanissimi mancano l'accesso alla semifinale - E' finita presto anche l'avventura dei Giovanissimi Nazionali bianconeri alle Final Eight. Nell'incontro decisivo i ragazzi di Gabetta sono stati sconfitti per 2-1 dal Padova, che conclude così il girone  punteggio pieno; la squadra bianconera ha però un'attenuante, in quanto l'organico a disposizione del mister era praticamente dimezzato per un'intossicazione alimentare che aveva colpito ben 13 elementi della rosa.
Si chiude così una stagione piuttosto avara di successi per il settore giovanile bianconero, anche se nelle varie categorie si sono messi in luce alcuni elementi per i quali non è difficile prevedere un bel futuro; il fiore all'occhiello dell'annata è la vittoria della Coppa Italia da parte della formazione Primavera, che si aggiudica così la possibilità di sfidare la Lazio per la Supercoppa (esattamente come le due Prime Squadre, seppure a parti invertite).
Intanto per l'anno prossimo la Juve dovrà quasi certamente trovare un nuovo tecnico per la panchina della Primavera, visto che mister Baroni è in pole per assumere la guida del Lanciano: si son già fatti parecchi nomi, l'ultimo in ordine di tempo è quello dell'ex clivense Maurizio D'Angelo che alla Juve è già passato nel 2010-11 come componente dello staff di Delneri.  Presto se ne saprà di più.
 
Secco: Commettemmo errori che sono stati pagati - Tra gli ospiti di Michele Criscitiello a 'Speciale Calciomercato' su Sportitalia c'era Alessio Secco, cui lo tsunami di Calciopoli regalò un'insperata (e altrimenti irraggiungibile) promozione a direttore sportivo della Juventus. E, non è la prima volta che gli capita, anche ieri sera è tornato sul tema della sua esperienza in bianconero
"Cosa è cambiato da quella Juventus a questa di oggi in sede di mercato? Sono passati parecchi anni, noi ci siamo ritrovati all'inizio a ricostruire la squadra dalle rovine di Calciopoli - ha detto -  Abbiamo cercato di farla al meglio delle nostre possibilità, certe volte sbagliando sicuramente". Il 'certe volte' in realtà è clamorosamente sbagliato per difetto, perché gli errori in quel periodo, furono la prassi.
"Abbiamo vissuto credo il momento più difficile della storia  ultracentenaria della Juventus. Su questo non ci sono dubbi - ha proseguito - Poi abbiamo commesso anche degli errori che sono stati pagati". Sul fatto che sia stato il periodo peggiore per la Juve nessuno può nutrir dubbi: e i cosiddetti errori (che si chiamano, ad esempio, Almiròn, Amauri, Andrade, Bojinov, Boumsong, Diego, Ekdal, Falqué, Grygera, Grosso, Iaquinta, Knezevic, Mellberg, Melo, Poulsen, Salihamidzic, Sissoko, Stendardo, Tiago, Vanstrattan, per non dire delle cessioni in supersaldo) sono stati pagati, dalla Juventus, oltre un centinaio di milioni, lasciando sul terreno bilanci devastati i cui nefasti effetti ancora il club non ha finito di pagare.
"Oggi la Juventus è ritornata a vincere, che è quello che deve fare, perché è la sua storia che lo dice. Quindi va riconosciuto il merito a chi ha lavorato nelle ultime due stagioni". Casualmente l'arrivo di chi ha questo merito, Andrea Agnelli, ha coinciso con l'allontanamento dell'ex ragazzo delle fotocopie.
"I tifosi mi rinfacciavano di aver speso troppo? Sai, quando stai lì in alto - ha concluso - bisogna saper prendere anche la parte meno bella del lavoro: più sei esposto e più c'è il rischio di ricevere delle critiche. L'importante è avere la serenità d'animo, dettata dalla coscienza di aver lavorato al meglio delle proprie possibilità. Io ho risposto alla Juve quando sono stato chiamato in causa con senso del dovere, nel senso che per me è stata un'opportunità, però qualche mio collega più illustre di me ha declinato l'offerta sentendo l'odore di bruciato o comunque sapendo che c'erano molte possibilità di non fare bene. Io l'ho fatto, ho risposto presente e ho cercato di fare del mio meglio". Forse se non si fosse lasciato trascinare da un malinteso senso del dovere, se avesse misurato le sue forze e avesse concluso che se qualche illustre collega aveva fiutato l'aria di corso Galfer e rinunciato ad assumere l'incarico un motivo ci doveva pur essere, se non avesse voluto rincorrere a tutti costi un'opportunità esagerata, se il suo animo fosse stato un po' più esigente verso se stesso, la storia recente della Juve ne avrebbe tratto giovamento.
Emblematico di come andassero le cose in quella povera Juve è quanto racconta (nella sua autobiografia) Antonio Conte: allorché, nel 2009 sfiorò per la prima volta la possibilità di approdare alla Juve, in quegli stessi giorni Secco portò in maglia bianconera Diego (che Conte aveva preventivamente sconsigliato, proponendo come alternative Robben e Walcott); così accadde che quando Antonio spiegò come si proponeva di far giocare la squadra, con un 4-2-4 che però avrebbe potuto diventare anche un 4-2-3-1 o un 4-3-3, a seconda delle situazioni, Secco obiettò che quei moduli non convincevano il brasiliano che diceva di essere abituato al 4-3-2-1 e gradiva giocare così. Conte non ci pensò due volte e prese la sua decisione: "Voi dovete fare le vostre scelte. Ma se un giocatore, chiunque egli sia, riesce a condizionarle, probabilmente siete sulla strada sbagliata. Se questo si verifica, io non posso essere il vostro allenatore. Dovete scegliere qualcun altro". E la patata bollente rimase nelle mani di Ferrara, con gli esiti che tutti conosciamo.

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