Calciopoli: al processo d'Appello tocca all'accusa.

News, 15 ottobre 2013.
 
 
Al Processo d'Appello su Calciopoli è il giorno dell'accusa. La Juventus si è riunita allo Juventus Stadium per celebrare lo Juventus Day. Ancelotti: Conte è sempre stato un lottatore e da allenatore  è ancora più determinato che da giocatore. Abete: Rifletteremo per cercare di eliminare effetti distorsivi delle sanzioni ma la discriminazione territoriale non si tocca.
 
 
Processo d'Appello su Calciopoli: tocca al giudice relatore e al procuratore generale - Dopo una sequela di rinvii il 1° ottobre scorso era partito ufficialmente il processo d’Appello con rito ordinario su Calciopoli, nell'aula 316 del Tribunale di Napoli, davanti ai giudici (presidente Silvana Gentile, giudici Roberto Donatiello e Cinzia Apicella) della sesta sezione della Corte d'appello. L'udienza era stata caratterizzata dalla dichiarazione spontanea di Pierluigi Pairetto, l'unico degli imputati ad aver chiesto la parola; e l'ex designatore ha ripercorso i principali punti utili a scardinare il teorema accusatorio: mai ricevuto sim straniere da Moggi (quindi crollo del castello costruito da Di Laroni con i suoi schemini probabilistici), sorteggi impossibili da falsare, automatismo delle griglie, colloqui tra designatori e dirigenti consentiti anzi raccomandati, nessuna punizione per chi sfavoriva la Juve, anzi.
Oggi potrebbe, se lo vorrà, prendere la parole il patron della Fiorentina Diego Della Valle. Ma il piatto forte saranno l'intervento del giudice relatore e la requisitoria del procuratore generale.
Appuntamento quindi sul nostro blog per seguire quanto accadrà nell'aula 316 del Tribunale di Napoli.
 
E' stato Juventus day - Per il quarto anno consecutivo, cioè da quando Andrea Agnelli è alla testa del club, tutta la Juventus, come racconta il sito ufficiale, si è riunita allo Juventus Stadium per lo Juventus Day.
"Una vera propria festa in famiglia che ha raccolto per un giorno tutte le anime del club. Da quella sportiva a quella societaria. Dalla sede di corso Galileo Ferraris a quelle di Vinovo e proprio dello Stadium. Un intero pomeriggio a tinte bianconere, aperto dal consueto discorso di Andrea Agnelli, per ripercorrere insieme ad Antonio Conte un’altra stagione trionfale, quella passata, contraddistinta da successi importanti. Non solo sul campo".
E poi, sul campo dello Juventus Stadium un torneo di calcio a 8, con sei squadre pronte a darsi battaglia in due mini triangolari. Ad alzare il trofeo è stato quest'anno il team capitanato da Fabio Paratici e Massimo Carrera.
 
Ancelotti: Conte, da sempre uno che non molla mai - La doppia sfida tra Real Madrid e Juve è già cominciata, ci sta già sicuramente pensando Conte, e ci sta pensando anche Carlo Ancelotti, che della Juventus è stato l'allenatore, dal 1999 al 2001, collezionando due secondi posti in campionato.
Così dice a Sky di questa Juve: "La Juventus è la squadra più forte in Italia per continuità, perché ha iniziato un progetto due anni fa e lo sta portando avanti molto bene. Ha vinto due campionati, ha trovato solidità la società ma anche la squadra, hanno idee chiare".
Il capitano della Juve di Ancelotti era Antonio Conte, che ora lo sfida dalla panchina: "Conte? Già come capitano era molto rispettato e carismatico - ricorda  - ha sempre dimostrato sul campo di avere un carattere da lottatore, uno che non molla mai e l'essere allenatore lo ha fatto diventare, dal punto di vista del carattere, ancora più forte e determinato".
 
Abete: La discriminazione territoriale rimarrà - In un suo intervento ai  microfoni di "Radio Anch'io Sport" su RadioUno il presidente federale Giancarlo Abete è ritornato sul tema della discriminazione territoriale: "Sinceramente - ha esordito - mi sarei aspettato che i dirigenti delle società reagissero alle prese di posizione ufficiali degli ultrà che hanno dichiarato l'intenzione di far chiudere tutte le curve sulla questione dei cori per discriminazione territoriale. Quando ci sono tifoserie che inviano un messaggio diretto, con conferenze, comunicati, dichiarazioni, minacciando di far chiudere tutte le curve, io mi aspetterei che dirigenti si esprimessero dicendo 'voi non appartenente alla nostra tifoseria, perché provocate un danno. La considerazione che per lungo tempo le curve sono state terreno di conquista non può costituire motivo di mancato intervento".
E allora perché non si sono ribellate? "I motivi possono essere diversi - ipotizza il numero uno della Figc - ci sono dirigenti come Lotito che hanno fatto una battaglia importante e sono sotto scorta. Ci possono essere dirigenti convinti che sia un fenomeno che non si rimuove e tifoserie per le quali è stato nutrito sempre un grande rispetto per tanti motivi. Non possiamo però accettare  che questa situazione rimanga immutata nei prossimi anni, a doverla risolvere sono il mondo sportivo e le autorità dell'ordine pubblico. Non possiamo aspettare che rinsaviscano persone che hanno ricevuto il Daspo, nel momento in cui vedono restringersi i loro spazi di manovra". Il Consiglio Federale si riunirà in settimana e "valuterà la questione della discriminazione territoriale perché merita attenzione il fatto di determinare, in caso di recidiva, la chiusura dello stadio. Si sta facendo una riflessione definendo un percorso che faccia sì che la recidiva non determini un danno per tutti quando le responsabilità sono di un numero limitato. La logica di questo percorso che stiamo attivando è volto a evitare gli effetti distorsivi di una norma che può recare un effetto di responsabilità oggettiva eccessivo rispetto ai soggetti che l'hanno evidenziata. Ma - puntualizza - qualunque modifica non farà venire meno la discriminazione territoriale che rimarrà all'interno delle regole: sarebbe una sconfitta per il Paese confondere sfottò e goliardia con situazioni che sono al limite di una sanzione grave. Ogni evento viene valutato da più organi e gradi di giustizia e quando qualcuno ha iniziato il dibattito sulla decisione del giudice sportivo su Juventus-Milan ho sempre ricordato che l'iter disciplinare era in corso - ha continuato Abete - Abbiamo l'abitudine di emettere sentenze quando le sentenze non sono state emesse. C'è stata una sospensione della sanzione deliberata dalla Corte di Giustizia federale e ora attendiamo le decisioni. Questa situazione ha determinato la riapertura di un dibattito importante, che può essere di grande utilità per far crescere il nostro movimento e che è collegato agli effetti dell'istituto della responsabilità oggettiva su comportamenti che devono essere sanzionati".

 


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