Ranieri a ruota libera. Come sempre

Ranieri“Simpatica” intervista rilasciata dall’allenatore della Nuova Juventus a Massimiliano Nerozzi de “La Stampa”. L’ennesima prova di quanto questo signore pensi (probabilmente) di essere seduto sulla panchina del Parma o del Cagliari.

“ABBIAMO VINTO SUI CAMPI DI TUTTA EUROPA”.
Puntiamo al massimo, i conti li faremo alla fine”, l’esordio “lancia in resta” del prode condottiero romano. Che, non pago dell’uscita a petto in fuori, rincara la dose aggiungendo la più bella della giornata: “Siamo andati sui campi di tutta Europa a vincere”, frase complimentosa nei confronti di chi ha sostituito i tanti infortunati di stagione, rispondendo al quesito relativo alle possibilità di un epilogo diverso, se solo l’infermeria non fosse stata frequentata così assiduamente. Al caro Ranieri, rammentiamo i tanti campi violati dalla Nuova Juventus in ambito europeo: Madrid. Stop. Contro il Real Madrid più brutto degli ultimi anni. Per il resto, pareggio a Bratislava, pareggio a Minsk contro il Bate Borisov (ricordate in che modo si arrivò a quel risultato?) e pareggio a San Pietroburgo, dove la Juve creò parecchio, è vero, ma l’unico gol buono lo segnò la squadra di Advocaat, gol peraltro annullato per una segnalazione errata dell’assistente del direttore di gara.
LA JUVE DEL FUTURO.
Se è condivisibile il discorso sulla crisi economica, inquieta quello sulla sostituzione di Nedved (ergo: la Juve sostituirà Nedved (“insostituibile, non sarà facile ma ci dobbiamo provare”, quindi la squadra potrebbe pure peggiorare…)e puzza di cosa già sentita la battuta su Giovinco e “le scarpe da calcio indossate ieri”. Sebastian Giovinco ha già compiuto 22 anni, quindi può persino guidare auto di grossa cilindrata (preferibilmente non Fiat), e, senza scomodare paragoni impegnativi, ci chiediamo se Messi, Bojan, Higuain e compagnia Cantante giochino per caso in infradito.
I piani per il futuro? Il contratto scade nel 2010: “Non mi interessa parlarne, prima devo portare risultati che stanno bene alla società. Se poi ci sarà la volontà di tutte e due le parti, si procederà. Ma adesso non ne sento il bisogno e non mi sembra neanche giusto. E neppure mi darebbe più sicurezza. Non mi sento precario”. Noi un pochino si.
4-4-2 o 5-5-5?
Vengono fatti alcuni nomi (Hamsik, Diego) e si parla della loro eventuale adattabilità al modulo; il buon Claudio se ne esce con l’ennesimo moto d’orgoglio: “Alla Fiorentina, quando sono arrivato terzo e ho vinto la Coppa Italia e la Supercoppa, giocavamo con il rombo, due punte più Rui Costa”. Successoni, eh? Quanto al modulo, ci pare di ricordare (vagamente) la gioia di Rui Costa nel vincere per distacco il “Premio per il giocatore più sostituito del secolo”.
I SENATORI VOGLIONO VINCERE.
Ranieri risponde, sollecitato, alle dichiarazioni di Del Piero secondo le quali “è ora di tornare a vincere”, dichiarando :”…il successo è il nostro chiodo fisso. Però non bisogna prendere in giro i tifosi. Dobbiamo dirlo chiaro, senza per questo voler mettere le mani avanti: non siamo la Juve di tre anni fa”. Bene, saranno contenti coloro i quali ci credono, per la fiducia. Ma Cobolli non aveva detto, non più tardi di tre sere fa che “abbiamo il 30% e che ci credono tutti”? Non contento, l’ex difensore del Catanzaro risponde anche a Camoranesi, colpevole di aver espresso una propria opinione (“Se si continua così, per ricostruire la Juve di Capello ci mettiamo dieci anni”), con questa battuta: ” Forse neanche cent’anni basterebbero. Ormai quella Juve bisogna dimenticarsela. Stiamo ricostruendo, con le possibilità che abbiamo adesso”. Bravo, guardiamo avanti! Avesse parlato anche Trezeguet, cosa gli avrebbe risposto?
LUI COSTRUISCE, ALTRI VINCONO.
Nerozzi stuzzica sulla questione Chelsea e Valencia, due società per le quali Ranieri ha lavorato, ma che per ottenere successi si sono rivolte altrove. Risposta di Tinkerman: “Mi fanno ridere quando dicono che non sono vincente, e fanno nomi di allenatori che hanno vinto niente, o molto meno di me”. Facciamoli questi nomi; avanti, mister. “ Squadre come il Valencia e il Chelsea sono diventate grandi quando ci sono stato io, prima erano squadre di metà classifica”. Certo, il primo Valencia di Ranieri (1997/99) vinse la coppa Nazionale: “Al Valencia, dopo 25 anni (in realtà erano 19...), vinsero la Coppa del Re con me, e tornarono nel giro della Champions League…”. Che però venne disputata da Cùper (l’indimenticato Cùper!), il quale raggiunse due finali, pur perdendole. Il periodo Valencia 2, quello del dopo-Benitez (2 titoli nazionali e una Coppa UEFA in tre anni), si aprì con il successo in Supercoppa Europea contro il Porto (post-Mourinho), ma si concluse mestamente con un settimo posto e la consegna della squadra a Quique Sanchez Flores; il quale restituì prontamente al club valenciano il lasciapassare per la Champions League. Sul Chelsea, invece, è vera l’affermazione secondo la quale Ranieri portò il club “in Champions League senza un pound di Abramovich”, ma è altrettanto vero che l’anno successivo di soldi russi Tinkerman ne sperperò a iosa, finendo secondo a 11 punti dall’Arsenal ed eliminato dal Monaco nella semifinale continentale. E dopo di lui, Mourinho fece spendere altri soldi, ma almeno vinse due “tituli” consecutivi.
“CHI HA VINTO PIU’ DI ME TRA GLI ALLENATORI ITALIANI?”
Questo il Ranieri-pensiero: “Vorrei vedere quale tecnico di club italiano, levato Ancelotti, ha vinto più di me. O quale allenatore, tolto Capello, alla Juve aveva vinto più titoli di me quando è arrivato: la prima volta di Lippi, la prima del Trap, facciano questa statistica, i miei amici”. Allora: su Ancelotti e Capello è d’accordo pure lui, e meno male. Quanto a Lippi e Trap, i due arrivarono alla Juve da giovani allenatori e vinsero al primo colpo, pur senza essere tecnici navigati con vent’anni di panchina. Ma forse, facendo questo discorso la memoria inganna: tolti Del Neri e i defenestrati Reja e Novellino, gli altri tecnici di serie A hanno tutti un’età decisamente più verde e non allenano “corazzate”, per usare un termine caro al nostro caro Claudio. Che, a proposito delle sue capacità di allenatore, risponde così alla domanda finale, sul fatto che lo scudetto alla Juve sarebbe il “tetto di una carriera”: “No, sarebbe l’inizio. Perché sto cominciando a fare l’allenatore: finora ho scherzato”. Siamo terrorizzati dalla prospettiva…