Anche noi vogliamo un allenatore

ancelottiCome voi, anche noi abbiamo letto dell'incontro a pranzo tra Jean-Claude Blanc e Marcello Lippi, che tanto ha fatto fantasticare nei giorni scorsi. Ah, ma allora - lo abbiamo pensato tutti - quando Lippi terminerà la sua esperienza in Nazionale e Ranieri il suo contratto con la Juve, inizierà la terza era lippiana! Il ritorno dell'età dell'oro. Il mythomoteur della juventinità in carne ed ossa. Dio conservi Marcellolippi.
Come voi, anche noi abbiamo letto della singolare dichiarazione di Marcello Lippi, a corollario della squalifica inflitta ad Alessandro Moggi. "Mio figlio è stato usato dalla GEA". Al che Alessandro, che è un po' incazzoso come il padre, ha risposto a mezzo stampa: "Le cose non stanno così. Davide era un collaboratore e in quel piatto ha mangiato. Non ci sputi dentro. Non mi piace." Effettivamente, ha ragione Moggi Jr, è difficile pensare che Davide Lippi abbia scelto il mestiere di procuratore su ordine del medico. Marcello Lippi voleva probabilmente dire che la GEA usava il nome del figlio per millantare future convocazioni in Nazionale, gioco a cui il figlio non si prestava. Certo è che vi è una sentenza di tribunale: anche ci fosse stato qualche associato particolarmente zelante e fantasioso, questo non è da imputarsi a una strategia della GEA. Nel cui contesto, Davide ha lavorato e guadagnato.
Ci siamo rimasti male, ci chiedete?
Ma va'. Ben due volte è andato a lavorare da chi riteneva i suoi successi frutto di ladrocini vari. Ci starebbe anche una terza, e in casa sua. Siamo pragmatici noi.
Illusi. Blanc e Lippi hanno parlato di Amauri, nuovo italiano. Oppure, semplicemente: consigli per gli acquisti. Anzi no: hanno parlato del rinnovo di Chiellini. Scherzavo, mister, non mi investa di parolacce. Però io continuo a non capire la sua prospettiva. Dice che non tornava ad allenare (la Juve), perchè c'era di mezzo il processo al figlio. Che poi le sentenze accertano i reati, non i conflitti di interesse. Però, mentre suo figlio era ancora a processo, ha accettato la panchina della FIGC. Non si incazzi, Mister.
Alla fine, la notizia parrebbe questa: Lippi torna come DT, a partire dal 2010. Per fortuna. Dice: come mai? E' che pensavo di tenermi Ranieri un altro anno.
Lo so. Lo so che, comunque, ad ogni modo, nonostante, sebbene, se lo vogliono tenere un altro anno.
E adesso vi spiego perché potrebbe essere un suicidio.
Perché quest'anno, lasciatemi fare una previsione, le panchine ruotano.
Great Britain.
Sir Alex potrebbe godersi la pensione a fine anno. Il condizionale va a farsi benedire se il Manchester replica la doppietta (più coppe nazionali varie). Lo ha preannunciato il figlio, lo ha fatto capire lui stesso, benedicendo addirittura un'eventuale successione di Mourinho.
Arsène Wenger. Vuoi che non rimane Arsène Wenger. L'Arsenal è lui. No, l'Arsenal ha un pacchetto azionario composito. E il passaggio di azioni, recentemente avvenuto, tra Danny Fiszman, primo sponsor di Wenger, e il magnate americano Stan Kroenke, potrebbe, secondo i quotidiani inglesi, preludere a una nuova strategia per il club londinese, per altro il più esposto a livello debitorio. Insomma, dopo 3 anni piuttosto negativi a livello di risultati sportivi, e difficili prospettive di competere con i colossi, potrebbe essere il momento: basta giovani e basta Wenger.
Il Chelsea: i giocatori si sono innamorati di Hiddink, e Capitan Terry si è esposto in prima persona per la sua permanenza. Il tecnico olandese, però, difficilmente potrà sostenere il doppio incarico nell'anno dei mondiali. Anche perché qualcuno potrebbe accusare Abramovich di essere scarsamente patriota. Bruce Buck, direttore generale dei Blues, ha decisamente negato un possibile allungamento di contratto per l'allenatore gheldrese. Carlo Ancelotti potrebbe esserne il più probabile rimpiazzo, così dicono da Oltremanica.
Il Liverpool sta con Benitez, che ha recentemente rinnovato. Ma poi ci sono tutti i wannabes. C'è il Manchester City, oggi affidato al gallese Mark Hughes, per cui si invoca una guida tecnica all'altezza dei sogni di gloria, che promette ingaggi milionari. C'è il Tottenham, egualmente ricco, e con allenatore autoctono, Harry Redknapp. Ha grandi ambizioni anche il Newcastle, recentemente affidato alla sua bandiera Alan Shearer, alla sua prima esperienza in panchina. Tutte queste squadre potrebbero, a dispetto dei contratti, che soprattutto per gli allenatori (vedi i casi Juande Ramos e Ronald Koeman) hanno dimostrato di valere poco, cambiare guida tecnica. E offrire un sacco di soldi all'allenatore prossimo venturo.
Se i grandi club spagnoli, ossia quei due, continueranno verosimilmente con gli odierni tecnici, Ramos e Guardiola, un'altra big del calcio europeo, il Bayern Monaco, probabilmente non rinnoverà la fiducia a Jurgen Klinsmann. Le cinque pappine rimediate dal Wolfsburg e le quattro prese a Barcelona hanno addirittura fatto pensare a un precoce allontanamento del biondino interista. Il Bayern oggi è secondo in campionato - potrebbe ancora vincere, ma anche uscire dalla zona Champions - e fuori dalla Champions. Le ultime 7 partite di campionato segneranno la sorte di Klinsmann. E chissà che anche in Baviera non si torni a pensare a un allenatore di importazione.
E' chiaro che, per curriculum, diversi allenatori di squadre italiane siano potenzialmente candidati a rimpiazzare eventuali dipartite. Carlo Ancelotti, si è detto, è sicuramente un'opzione prestigiosa e affidabile, per molti, vantando due vittorie europee. Le voci su un ritorno di Josè Mourinho, che si accompagnano all'esegesi delle sue modalità espressive, riscuotono un certo successo. Cesare Prandelli, Luciano Spalletti, e anche Roberto Mancini, potrebbero avere la loro occasione. Claudio Ranieri scelse a suo tempo la Juventus invece che il Manchester City. Non crediamo i mancuniani siano più di tanto delusi. E disposti a provarci ancora.
Peccheremo forse di provincialismo, ma le alternative, a livello europeo, non sono poi molte. C'è Franklin Rijkaard, unico vincente, Jesualdo Ferreira, che guida il Porto rivelazione dell'ultima competizione, e che vanta 3 titoli nazionali, il cileno Manuel Pellegrini, poco considerato, ma che negli ultimi 4 anni ha portato in alto il Villareal, e Bernd Schuster, negativo quest'anno, ma pur sempre vincitore di una Liga. Poco altro.
Carlo Ancelotti sembrerebbe effettivamente sicuro partente. Roberto Mancini può risolvere il contratto che lo lega all'Inter, ma prima deve trovare chi lo paga di più. Prandelli e Spalletti hanno contratti in scadenza rispettivamente nel 2010 e nel 2011.
Difficile che se ne vadano? E se non centrassero l'obiettivo Champions? Spalletti è un allenatore quotato, e potrebbe guadagnare il doppio altrove. La situazione economica della Roma e, a seguire, le sue prospettive sportive, sono quelle che sono. Prandelli è legato al famoso "progetto" della Fiorentina buona del salotto buono. Ma parrebbe essere emerso qualche dissidio, non ultima causa il frettoloso allontanamento di Pazzini.
Verranno alla Juve? Claudio Ranieri guadagna qualcosa meno di un milione. La prospettiva economica non è esaltante: certo, se l'alternativa fosse il City, come capitato al mister romano, il prestigio potrebbe essere una carta vincente. Non con uno scarto di uno a cinque però.
Non spacciamo palle, però. Dipingiamo uno scenario: nel campionato più bello del mondo alcune panchine decisamente importanti potrebbero essere vacanti tra giugno e settembre. I nostri migliori allenatori, quelli che guidano le nostre big, hanno tutte le credenziali per aspirare a quei posti. Certo, il patrimonio tecnico del nostro campionato risulterebbe ulteriormente depauperato.
Però. Però, c'è una nuova generazione. E' dal 2005 che una big o aspirante tale non investe su un allenatore "provinciale". Gli ultimi, per l'appunto, Spalletti e Prandelli (che veniva comunque da un ambizioso Parma). Forse è tempo per un rinnovamento.
Non scopriamo noi chi sono i tecnici emergenti, lo dicono i risultati: Gasperini, Allegri, Conte. Gioco offensivo, capacità di costruire la squadra, difese che comunque prendono pochi goal.
Allenatori che, con le dovute cautele, piacciono a tutti.
Se il mercato delle panchine registrasse il movimento che proponiamo in questo scenario, l'anno giusto per rinnovarsi e iniziare un ciclo sarebbe improrogabilmente il 2009. La panchina del Milan. Forse quelle di Roma e Fiorentina. Non si sa mai, anche l'Inter. E la Juve si terrebbe Ranieri?
Hanno fatto un po' specie le dichiarazioni di Gasperini e Conte, entrambi concordi nel volersi levare l'etichetta di juventinità, a pregiudizio della loro futura carriera. Quando si parla con i giornalisti, difficilmente lo si fa a caso. E' probabile che i due abbiano già ricevuto offerte da una big che non è, evidentemente, la Juventus. Una squadra che ha deciso di rinnovarsi.
La speranza è che sia una sola. Se sul mercato delle panchine, ci andasse qualcun altro, la Juventus rischierebbe di trovarsi nel 2010 ad affacciarsi in un mercato dove il meglio è già stato preso.
La prospettiva esiste. Moggi era un grande manager, perché sapeva quando prendere un rischio. Anticipava spesso, mai era passivo, sempre il pallino in mano. Dopo due anni sotto molti punti di vista decisamente buoni con Ancelotti, decise per l'esonero per cogliere l'occasione di un Lippi di ritorno. Una decisione contestata e ritenuta improvvida dai critici. I risultati gli diedero ragione.
Dopo due anni senza mai lottare per lo scudetto, la scelta è già più facile. Ma, almeno quel minimo di coraggio, ci vuole.