Giù, giù, sempre più giù

elkann, blancLa società, giustamente fiera dell’inestimabile tesoro dei prestigiosi trofei vinti su tutti i campi, lo squadrone che annichiliva gli avversari non ci sono più.

L’inizio della fine è agli inizi di maggio 2006, quando dagli uffici della Procura di Napoli escono le prime intercettazioni che tirano in ballo Moggi a colloquio con Pairetto e poi con arbitri e giornalisti: poca cosa in realtà, ma a farla diventare tanta ci pensano il linciaggio mediatico e, da subito, la proprietà: infatti l’8 maggio, il giorno marchiato per sempre dalle lacrime di Bobbygoal, con una tempestività al di là dell’immaginabile John Elkann dichiara la sua vicinanza alla squadra e all’allenatore e butta a mare la Triade.

Il 14 maggio la Juve vince sul campo della Reggina il suo ventinovesimo scudetto, ma non servirà;

è gia destinato alla segreteria nerazzurra, insieme ai contratti di Ibra e Vieira.

E arriva il processo farsa di luglio, con le maldestre (davvero?) richieste di Zaccone e la sentenza Ruperto, presa sull’onda del sentimento popolare e stranamente anticipata con invidiabile precisione dalla Gazzetta ancor prima che uscisse...

Poco cambia con la sentenza Sandulli, per la Juve, ovviamente, perché le altre società coinvolte, che si sono difese, hanno portato a casa il risultato.

I tifosi sconcertati sembrano rianimarsi quando scorgono il nuovo presidente, tale Giovanni Cobolli Gigli, proclamare, in maniche di camicia: “E’ inaudito! Sono incazzato!! Al Tar! Al Tar!”

Ma al Tar non si andrà; sul più bello il ricorso, già pronto, viene ritirato. Perché??? Chi ha deciso ciò???? Ai sostenitori juventini lo spiega Blatter, presidente FIFA: “Quando scoppiò lo scandalo, nel 2006, Luca di Montezemolo svolse un importantissimo ruolo di moderatore. E' in gran parte merito suo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari dopo le sanzioni conseguenti allo scandalo". (22/12/2007).
E il calvario si concretizza con la disputa del campionato di serie B e le sue trasferte a Rimini e Crotone e il sogno presidenziale di spingersi a giocare fino a Caltagirone; però alla fine che bella soddisfazione!!!!!!!! ci dicono che abbiamo vinto lo scudetto della serie B, un trofeo che proprio ci mancava… e sì che ci mancava, e tanto...

Ma il peggio deve ancora arrivare; andatosene Deschamps, non convinto dal faraonico progetto quinquennale di Monsieur Blanc, foriero di una campagna acquisti superminimalista, viene assunto come allenatore Claudio Ranieri, uno che si accontenta, si accontenta di sedere su una panca su cui hanno posato le loro natiche gente come il Trap, Ancelotti, Capello e Marcello Lippi; al suo cospetto anche fantasmi terrificanti come Maifredi e Marchesi perdono la loro pur eterea consistenza, siamo al top del nulla.

In serie A adesso la Juventus, pardon, la New Holland, è una neopromossa, ma una neopromossa particolare che, dopo aver chiesto scusa al calcio italiano per aver vinto tanto, deve ancora espiare tale colpa; e, quasi non bastasse una campagna di mercato farlocca, la Juve paga una dazio salatissimo, fatto di una serie impressionante di ‘sviste’ sfavorevoli; intanto l’Inter usufruisce di una altrettanto impressionante sequela di errori a favore, ma non c’è complotto, adesso, non c’è cupola, anzi l’ineffabile Cannavò in un suo editoriale (Inter sotto tiro – Arbitri deboli ma senza schede) si indigna, solidale con l’amico Moratti, per l’accanimento mediatico contro i nerazzurri; al massimo rispunta la vecchia, buona, cara sudditanza psicologica, che era stata uccisa dal fantasma delle schede telefoniche. E la stagione continua così, tra le ‘perle’ regalateci da Cobolli, quasi sempre puntualmente smentite dal gemello Gigli e la squadra sul campo a lottare non per il primato, ma per un piazzamento, sotto la guida, si fa per dire, di cuorcontento Ranieri, estasiato dal gioco altrui, visto che la sua squadra uno non ce l’ha proprio; e la Juventus arriva faticosamente in zona Champions.

Dovrebbe rafforzarsi ma la dirigenza, che non ha il calcio nel DNA, si affida ai consigli squinternati del mister testaccino, che, non pago degli errori dell’anno precedente e di aver bruciato più di un giovane interessante, estrae dal cilindro l’acquisto di Poulsen, a suo dire molto più utile del ‘lento’ Xabi Alonso e addiritttura migliore di Sissoko (però, che fine psicologo...); e Secco riesce a strappare dalle grinfie del Toro il prode Knezevic. E le cose vanno come si vede, con una serie di prestazioni scialbe sul piano del gioco, impreziosite da qualche impresa frutto delle magie della vecchia guardia, Del Piero, Trezeguet e Nedved, con i quali peraltro il mister, nonostante i dinieghi ufficiali, pare proprio non avere un buon rapporto. Già perchè quel Ranieri, del genere ‘tutto va ben madama la marchesa’ con proprietà e dirigenza, si fa improvvisamente indispettito, poco elastico e decisamente permaloso quando qualcuno non condivide il suo operato, giocatore o giornalista che sia. E la sua gestione delle gare è sempre più deficitaria, soprattutto se la si paragona a quella di alcuni tecnici emergenti, da Gasperini a Ballardini a Conte, che mostrano di saper ragionare il calcio a 360°, senza rimaner prigionieri di un presunto modulo; quel modulo che porta il tecnico romano ad esitare, e assai, di fronte all’acquisto di un campione vero, come Diego, perchè lo costringerebbe ‘a cambiare modulo’; ma si preoccupi trovare un gioco e degli interpreti di valore, se ne è in grado; ma pare chiaro che non lo sia.

Siamo al 23 aprile e siamo fuori da tutto, un anno buttato, seru tituli, tanta rabbia per chi ama la Juve, tanta indisponente, esasperante, umiliante indifferenza per tutto ciò da parte di dirigenza, proprietà e guida (si fa per dire) tecnica: lo hanno detto chiaramente: andiamo avanti tutti insieme; verso il baratro.

Tra le affermazioni dissonanti dei vari Blanc, Secco e compagnia cantante i tifosi intravvedono ora purtroppo l’ennesima campagna di mercato deludente, con le altre squadre, quelle che hanno un team dirigenziale all’altezza, ad acquistare i giocatori che la Juve ha seguito, ma senza chiudere mai, per mancanza di competenza e di volontà.

Proprietà e dirigenza hanno impresso il marchio a fuoco dell’infamia sulla Juventus, hanno calpestato 110 anni di storia, hanno certificato per sempre nella storia che la Juventus aveva rubato. Non voglio scoprire cosa possono fare di peggio. Si levino di torno.

E alla svelta, please.