DA JUVE O NON DA JUVE - Gaetano D'Agostino

dagostinoD'AGOSTINO? IL NUOVO MAGRIN
Agedsigh
Ce n'è bastato uno, per favore.
la mia forse è solo antipatia per quei mezzi giocatori, come Magrin appunto, o come il principe Giannini, per chi se lo ricorda, perno di una Roma maggica e di una Nazionale che riuscì nell'impresa di non vincere un mondiale casalingo.
Maestri del passaggino laterale, bravi nel controllo di palla ma controllati sempre nel passaggino, e mai un guizzo, un colpo di genio. Primi della classe, il grembiulino (pardon, la maglietta) sempre liscia e lavata, quasi mai sudati.
Non ho niente contro D'Agostino, ripeto, bravo guaglione, ma alla Juventus, voglio dire a una Juventus che voglia vincere, non serve. Alla Juventus voglio guerrieri pronti a mordere le caviglie avversarie, oppure fuoriclasse dal colpo vincente.
D'Agostino non serve, e soprattutto non serve spendere tutti quei soldi che l'astuto Pozzo domanda in cambio del suo giocatore.
Di mezze figure come D'Agostino abbiamo riempito le recenti campagne acquisti, da Tiago ad Almiron, a Poulsen. Adesso basta. D'Agostino ha 27 anni. Non è certo vecchio, per carità, ma quanti giocatori avete visto esplodere a 27 anni?
Il rischio è quello di ritrovarsi un pesce fuor d'acqua, un giocatore abituato a calcare teatri di provincia catapultato alla scala del calcio. Ma la storia di Almiron non ci ha insegnato nulla?
D'Agostino vuole la Juve?...E ci credo, dopo che l'hanno voluta (ottenendo contratti principeschi per le loro scarse qualità) e raggiunta luminari del pallone giocato come Poulsen, Grygera, Tiago e Almiron, mi stupirei del contrario.
Vero è che qualcuno ipotizzava per la nostra amata Juventus un futuro da Juvinese...ma ora che sembra che anche ai piani alti sia arrivata qualche scossettina, e che i nostri illustri proprietari si siano finalmente convinti che una Juventus vincente è meglio di una Juventus simpatica, non cadiamo nel tranello.
D'Agostino resti dov'è.
Se la Juventus non va alla Juvinese, facciamo che la Juvinese non venga alla Juventus.

D'AGOSTINO DOVRA' CAMBIARE LA MUSICA

Clau71
D'Agostino non è solo un famoso deejay.
Oggi è anche un "regista basso", per dirla alla maniera dell'Arrighe di Fusignano, quello famoso per aver rivoluzionato la nomenclatura dei termini calcistici più che il gioco vero e proprio.
Il regista basso, ovvero quella figura di riferimento davanti alla difesa che in Italia abbiamo soppresso per anni, fedeli al 4-4-2 "fisico", salvo alcune eccezioni conseguenti alla conversione al ruolo di ex trequartisti come Pirlo e Liverani.
E come D'Agostino, appunto.
Gaetano D'Agostino è uno di carattere, è un siciliano di 27 anni assai cocciuto, uno che ai tempi della Roma pregava il suo procuratore di trovargli una sistemazione lontano da Trigoria perchè quello giallorosso era "uno spogliatoio di infami".
Uno che, appena 21enne, pare fosse stato messo nella lista dei "desiderata" di Luciano Moggi come contropartita per il mai concretizzato passaggio di Davids ai lupacchiotti.
Pare.
Tano D'Agostino, brillante incompiuto di talento fino all'incontro con Marino; da qui una stagione brillante e una folgorante.
Ha l'età giusta, ha il piede educato e la personalità adatta.
Uno che doveva assumersi le responsabilità che andrà a prendersi Tano, ovvero Almiròn, si presentò alla conferenza stampa di inizio stagione dichiarando, con la faccia pallida e il sudore sulla fronte pelata: "Sono alla Juventus, non so se sarò degno di questa maglia".
Sappiamo tutti com'è finita, con l'argentino triste che da quel momento cambia residenza di continuo, nessuno gli risparmia più uno sfratto.
D'Agostino invece "chiama" la Juve, invoca il trasferimento e implora le parti di accordarsi.
Buon segno.
E' inutile ormai piangere sul migliore del ruolo tra gli "acquistabili" (Xabi Alonso, sigh!!!), inseguito per un'estate (ma sarà andata così davvero?), poi rimasto a Liverpool e ora irraggiungibile.
Ora c'è D'Agostino, al quale si chiede razionalità e piede buono, ordine e capacità di comandare.
Perchè è attorno a lui che dovrà suonare la banda, e sarà lui a doverla dirigere.
Mica Diego; se il brasiliano è l'assolo, D'Agostino è la struttura del pezzo.
L'uomo dal quale passano i destini della prossima Juventus, quello al quale chiediamo di seppellire gli stivali di Poulsen, l'impalpabilità di Tiago, i timori di Almiròn, la fragilità di Zanetti.
Parere personale: non è una Mission Impossible.

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