Un vuoto incolmabile

montaliMentre scrivo, sul sito bol.it campeggia ancora minacciosa la frase: "Disponibilità immediata (ultima copia in magazzino)".
L'articolo - l'ultimo, per cui si corre pure il rischio di doversi scannare all'arma bianca - è il best-seller Scoiattoli e tacchini, ovvero l'unica eredità tangibile lasciata ai posteri da Gian Paolo Montali dopo tre anni abbondanti di permanenza nel c.d.a. della Juventus F.C.
Può ritenersi conclusa, infatti, tra lo sgomento dei tifosi bianconeri, l'esperienza dell'ex c.t. della nazionale di pallavolo nella stanza dei bottoni di Madama. E se nelle gabbie degli scoiattoli, praticamente vuote, regna il silenzio più totale, in quelle dei tacchini, gremite all'inverosimile, le urla di disperazione sono tali che nemmeno il cuore di un boia saprebbe restare indifferente di fronte a tanto strazio. Tacchini di tutte le razze, danesi, portoghesi, cechi, brasiliani, italiani, sono uniti nel dolore per la perdita di quell'uomo - l'ennesimo - giusto al posto giusto. Incapaci di piegarsi all'idea che il loro faro, la loro stella polare si sia spenta così, senza nemmeno lampeggiare un po' per avvisarli.
Oddio, non che i tacchini li avesse scelti lui, ma perlomeno è stato l'unico a tesserne le lodi come componenti possibili di una squadra che si rispetti. "È possibile insegnare a un tacchino a salire in cima a un albero, però per quel lavoro sarebbe meglio assumere uno scoiattolo", era il suo motto, e considerata la maggior parte delle mosse juventine sul mercato in questi ultimi anni, o a Torino non ritengono di avere alberi da scalare, o qualcuno pensava di diversificare il business dell'asset bianconero allevando pollame.
E' dura perdere uno così. La storia di Montali alla Juventus è una storia ricca di spunti e innovazione, di veri e propri passaggi cruciali che resteranno probabilmente un punto di riferimento non solo per la Juve stessa, ma per tutto il calcio del futuro.
Vorrei provare a riassumere l'esperienza di Montali nel triennio 2006-2009, impresa obiettivamente non facile senza scrivere pagine e pagine di imprese epiche, magari suddividendole in capitoli.
- A giugno 2006 John Elkann in persona lo contatta telefonicamente per proporgli di "contribuire alla creazione di un progetto".
- Nell'ottobre 2009 Montali lascia l'incarico.
- Fine.
Il tifoso (ma anche il semplice lettore appassionato di calcio, penso), se solo ha avuto la pazienza di arrivare in fondo a questa vera e propria biografia di un pezzo di storia bianconera, non può non essere rimasto incantato di fronte a una storia come questa. Una storia di sport, una storia di vita.
Quale sia stato il valore aggiunto conferito alla Juventus dall'ex stratega dell'alzata di primo tempo non lo sappiamo e non lo sapremo mai, anche se qualche dubbio, al di là dell'essere prevenuti, sorge spontaneo.
Ma di una cosa siamo certi: se John l'ha scelto, avrà avuto le sue buone ragioni. Storia (recente) canta.


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