Va tutto secondo il progetto

elkannblancDunque ieri il Presidente, l’Amministratore Delegato e il Direttore Generale della Juventus hanno rilasciato a Sky, all’unisono, una dichiarazione molto chiara: “Andremo avanti con Ferrara comunque vadano le prossime due partite, abbiamo un progetto e lo portiamo avanti”.
Mettiamo un attimo da parte le fin troppo facili ironie sul “progetto”, cerchiamo per quanto possibile di soffocare il panico per quella terribile minaccia di portarlo avanti, e concentriamoci su Ciruzzo Ferrara nostro.
Fin da domenica, in piena tempesta di rancore da dopo batosta guarnita da miraggio scudetto dissolto, è stato chiaro che mettere sulla gogna degli esonerandi l’attuale allenatore della Juve, anche per noi tifosi, sarebbe stato un errore pacchiano. Non è zamparinizzando la Juventus che le cose migliorerebbero (oddio, a dir la verità Zamparini almeno è una vita che mastica calcio). E poi, sostituirlo con chi? Hiddink? E’ difficile che una vecchia volpe come lui accetti di giocarsi la faccia in questa specie di corso di formazione professionale permanente a cui, per chissà quale motivo, l’attuale azionista di maggioranza ha deciso di destinare l’area tecnica di una delle squadre più leggendarie del calcio mondiale. Mancini? Ma allora, intanto che ci siamo, non facciamo prima a realizzare il sogno del grande testimone "così così"? Quello che, nonostante sia il più grande allenatore d’Europa (ma che dico, del mondo), aveva avuto la sfortuna di stare sul gozzo al Grande Satana del calcio. Quello che il Bieco Puparo aveva attirato, con l’esca di 3 miliardi di lire di stipendio, al Napoli di Ferlaino, ma solo perché sapeva in anticipo che avrebbe conquistato solo 2 punti in 7 partite e quindi sarebbe stato esonerato con ignominia. Chi meglio di Zdenek Zeman avrebbe i requisiti per ottemperare al progetto di John Elkann e Blanc? Nel 2006, a proposito dello scudetto di cartone, i nuovi dirigenti bianconeri non avevano parlato di risarcimento morale per i vessati dal mefistofelico Lucianone? Ormai l’Inter si è rifatta con gli interessi, forse è il momento di pensare anche agli altri. La lista a quanto pare è lunghissima, i questuanti nel mondo del calcio non mancano, non esistono solo i nerazzurri. Non sia mai che iniziassero ad accusare il nostro management di fare figli e figliastri.
A proposito di Inter, sabato c’è il grande scontro, la madre di tutte le sfide. Sì, per gli allocchi. In realtà anche quest’anno è la solita partita inutile, con i soliti risvolti patetici da tremendismo neo-bianconero. Le furbate dell’ufficio stampa nerazzurro, come sempre abile a giocare al piangina preventivo col caso dei cori su Balotelli, dopo l’incrocio Cagliari - Fiorentina si sono dimostrate definitivamente superflue. Si presume che gli indossatori abbiano abbandonato l’idea di puntare alla vittoria lignea, il tavolino che dal 1961 è un po’ il marchio di fabbrica della ditta (misto a un po' di tutto: lattine, biglie, mattoni).
Insomma, dopo aver assistito all’orribile umiliazione che domenica, nel dopo partita Mediaset, Mourinho ha inflitto a Ferrara, che in stato confusionale si è fatto compatire dall’allenatore di una società i cui dipendenti, fino al 2006, al solo vedere la lettera J venivano presi da convulsioni di rabbia e deliri di persecuzione, si saranno convinti che giocando sul campo la vittoria potrebbe essere anche più larga.
Vedremo. Intanto, Ciro per fortuna resta, e il progetto per nostra sfortuna marcia spedito, da tre anni a questa parte.