BATTIBECK! Gli amici degli amici degli amici

battibeckCI VORREBBE GEORGE CLOONEY.
Caro Battitore,
giovedì sera volevo proprio andare a San Siro. D'altronde l'avversaria (si fa per dire...lo sparring partner diciamo, come Cobolli con Ghelfi) dell'Inter è pur sempre nata da una costola della Juventus, o no? Insomma, mi sarebbe piaciuto, non lo nego nemmeno a sconfitta compiuta.
Fatto sta che arriva questo questore che me lo impedisce. Dice: gli interisti tutti buoni, gli juventini tutti cattivi. Cioè: quegli imbecilli con le croci celtiche vestiti di nerazzurro che cantano cori razzisti a napoletani e neri (non più di 3 settimane fa), sì. Io, in quanto juventino, no. Si poteva procedere alla vendita di un solo biglietto a persona, magari solo ai residenti nel Comune di Milano. Non avrebbe comportato alcun problema, avrebbe scongiurato il muoversi dei gruppi organizzati, ed eventuali scontri. No, il questore ha lasciato a casa tutti gli juventini. Non ha diviso tra razzisti e brave persone. Ma tra juventini e interisti. Come se noi fossimo i primi, e loro i secondi.
Ora: pensaci tu, ci pensi Blanc, ci pensi Elkann, prima di cospargervi il capo di cenere davanti a certe insensate buffonate. Noi tutti odiamo visceralmente il razzismo e non lo scusiamo mai. Ma questa è stata una vera buffonata, palesemente discriminatoria e decisamente immotivata.
Anche in questo caso la Juve non l'ha difesa nessuno. Bravi.
Fatta questa premessa, giovedì sera sono andato al cinema. A vedere il nuovo film con George Clooney, nei panni del "licenziatore" di professione. Devi tagliare il personale? Rivolgiti a quest'azienda leader nel campo delle risorse umane che ti manda Clooney. Lui impiegherà tutte le sue capacità seduttive per convincere il lavoratore da "segare" che è meglio così, che essere licenziati non è una tragedia ma un'opportunità, che il mercato del lavoro ti aspetta a braccia aperte per indicarti la giusta strada per la felicità. Illuminante, non credi? Già me lo vedo Georgie a Vinovo.
"Monsieur Blanc, cos'è quell'occhio lucido? Davvero vuole continuare in questo paese inospitale, così lontano dai suoi affetti? E' questa davvero la Sua intima missione, il lavoro della Sua vita? Non è stato forse uno stupido colpo di testa, l'insensata rincorsa alle facile illusioni del denaro a portarLa qui? Mi creda, Gaudérique, torni a casa. E se la Francia, la France, dovesse vincere la gara per i prossimi mondiali del 2018, Lei vuole esserne tagliato fuori? Lei, anzi tu, consentimi, Jean-Claude, saresti l'uomo perfetto. Vuoi rinunciare a tutto questo per questa... come si chiama... Juve?"
Blanc firma le dimissioni. Clooney ci fa l'occhiolino. Noi si va in giro a far caroselli.
E' l'unica. Se no questo non si dimette più. E intorno gli si fa il vuoto. Lo stesso vuoto che ha sopra di lui.

CHE BELLA STRADA, VIA BLANC!
Carissimo,
nel momento in cui noi per primi non distinguiamo fra tifosi normali e tifosi razzisti, fanno benissimo i tutors dell’ordine a impedirci di seguire la Juventus a San Guido. Facile dissociarsi da Blanc: pensa, c’ero arrivato anch’io. Comodo evocare i tempi in cui tutti leccavano i piedi a Lucianone. Viceversa, deduco che debba essere complicato ed eticamente problematico affrancarsi dai fanatici che insultano Mario Balotelli anche quando non c’è. Che poi in Italia ci siano due tipi di razzismo - quello della pelle e quello della maglia - il fenomeno aiuta a spiegare il motivo per cui Balotelli finisce sempre in prima e Sissoko o chi per lui sempre in ultima, ma questo tocca e coinvolge il nostro essere, non il nostro apparire. Ricapitolando: via Blanc e via Elkann, ridisegniamo pure la toponomastica della società, ma vivaddio sul razzismo ti avrei voluto meno manico e più lama. Se c’è un impulso che ha sempre caratterizzato lo juventino, era e rimane il dileggio per il banalissimo «così fan tutti». Via Elkann vicino a piazza Agnelli, d’accordo. Ma anche via i razzisti dalle nostre viscere: ok?
E adesso a noi, mio Carissimo. Il web bolle di sdegno. Rinfacciare al povero Zac di essere stato allenatore del Toro, e dal Toro cacciato, significa manipolare la storia: forse che Antonio Giraudo non era un ultrà granata? Umberto sbagliò a reclutarlo, perché per portare in casa «una» granata serve il porto d’armi; e Luciano Moggi per chi aveva lavorato? Per lo Spirito Santo? Tu insisti con Blanc, che a fine stagione lascerà «molta» Juventus, se non proprio tutta, e spari sulla Croce Rossa. Coinvolgi George Clooney, sogni licenziamenti in tronco, parli di vuoti ancestrali. Ti capisco. A maggio saranno quattro anni da quando i tuoi fenomeni ci spinsero in B. Troppi perché la nuova Blancheria della Juventus non debba rispondere delle sue lavatrici, dei suoi mercati e del suo record, quattro allenatori in quattro anni. Il tuo sogno è portare al vertice Andrea Agnelli, l’ultimo degli Agnelli, colui che, a leggervi e tradurvi, tutto sapeva ma nulla disse: complimenti! Non è eslcuso che Andrea si porti Luciano Moggi, le cui vedove incinte stanno per partorire nuove aspiranti vedove. D’altra parte, se Preziosi è sempre stato al suo posto nonostante fior di condanne, sportive ed extra, perché non potrebbe tornarvi l’Utilizzatore finale?
Una sola cosa, Carissimo: spiega a Clooney di spiegare a Luciano che se va da Chiambretti e dice, papale papale, che «io e Moratti combattevamo le stesse battaglie contro lo stesso avversario, Galliani», beh, a Napoli qualcuno potrebbe fare la ola (i pm Beatricenarducci) e qualcun altro (il giudice Teresa Casoria) interrogarsi dubbioso: «ma allora la storia del complotto di Guido Rossi, Telecom, Tronchetti, Moratti?». Robe da matti. Robe, credimi, che neanche Blanc. Hai notato la velocità della rettifica su «Tuttosport»? Tu sai che su Calciopoli non la penso come te, ma come te mi commuovo ogni volta che colgo tracce del nostro grandioso passato (l’ultima, a San Guido: la manona cicloplica di Felipe Melo spacciata per gelida manina). Ecco, proprio perché lo sai, riferisci a Luciano di rinunciare ai test della difesa e di andare a sentenza, dubito. Incombe il processo breve, e poi i testimoni d’accusa hanno già portato abbastanza acqua al mulino dell’avvocato Prioreschi. L’unica scheggia impazzita è proprio lui, Lucianone. Il martire di Monticiano. Ogni tanto ha come dei rimorsi: «Io non attacco il Milan ma», «Io e Moratti combattevamo le stesse battaglie». Fermatelo, per favore. E a sentenza, subito. Prima che a qualcuno venga in mente la radiazione sospesa. Ogni tanto, sulla rosea, la tira fuori Palombo. Subito, naturalmente, dopo aver sentito Auricchio & Baldini, l’amico di Capello che era l’amico di Moggi che era l’amico di Bettega che era...
Il Battitore Libero

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Marzo-Settembre 2009
Il giallo di Cannavaro
Il cuore è uno zingaro
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I fattacci del 2003
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Il Battitore all'Assemblea?
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Tutti pazzi per Mogginho