Prenderanno uno che si accontenta

deshampsL’aveva detto Didier Deschamps che, indipendente e caparbio come grida la sua origine basca, dopo aver cercato di mettere alcuni puntini sulle i, aveva capito l’antifona e aveva detto addio alla società che tanto gli aveva dato e cui tanto aveva dato da giocatore.
E infatti era arrivato Ranieri, il contento per definizione: tutto gli andava bene. Si vinceva? Tutto grasso che cola. Si pareggiava? Meglio un punto che zero. Si perdeva? Beh pazienza… L’arbitro ci negava un rigore? Lui faceva ‘il signore’: ‘Forse l’arbitro non ha visto’ ‘Bisogna accettare sempre e serenamente quello che dice l’arbitro’. Come no? Lo diceva pure nonno Boskov: ‘Rigore è quando arbitro fischia’. Serviva qualità a centrocampo? Ad occhio Xabi Alonso sembrerebbe la soluzione giusta… Ma no, va bene Poulsen, è pure meglio di Sissoko. Certo, certo, lo so, adesso che a Roma si sente l’imperatore Claudio, il cantante dice che ha le sue verità da raccontare, che un giorno scriverà un libro e dirà tutto; ma non serve; quando sarebbe potuto servire, si è accontentato: chi amava la Juve non era contento, ma lui ha la Roma nel cuore, che gli importa?
Poi Ferrara… Certo che Ciro si è accontentato… trainato dall’effetto Guardiola, aveva l’occasione di sedersi sulla panchina più gloriosa d’Italia, di sedersi sulla storia del calcio: come allenatore al momento era solo un embrione e ha puntato tutte le sue fiches sul bianconero. E le ha perse, purtroppo per lui, ma soprattutto per la Juve, perché i suoi danni li ha fatti: anche se le colpe non son certo tutte sue.
Adesso la situazione, in tutta la sua incongruenza con ciò che la Juve rappresenta, era sotto gli occhi di tutti e quei noiosi dei tifosi contestavano pure: è vero, si trattava solo di un fastidioso ronzio per orecchie che devono occuparsi di ben altro, e di curare un asset marginale non hanno né tempo né voglia; ma, senza perdere troppo tempo, qualcosa si poteva fare. Acquistare qualcuno? Si può vedere, certo, dei calibri Pandev, nemmeno a parlarne ma, basta non mandarci il Terno, ed ecco che si riesce a riportare a casa Paolucci (in fondo al Siena fa la riserva…) e Yago (in fondo al Bari l’hanno confinato nella Primavera…); poi, quando si muove il Triadico, arriva anche Candreva, lui in fondo fa parte del progetto, non il projettò, il progetto, italiano, nazionale, il progetto Lippi.
Già, ma in panchina? Bisogna trovarne ‘un altro che si accontenta’: ce l’hanno a portata di mano, si offre lui: e ci credo, disoccupato da tre anni, alla sua non più verde età rischiava di aver chiuso per sempre col calcio e di intristire passeggiando sul bagnasciuga di Cesenatico: mors tua vita mea, lascia al collega Mourinho, che ha i piedi caldi, la difesa d’ufficio di Ferrara e si fionda a Torino, dove si consegna senza condizioni al Trino. Senza condizioni, perché chi infatti qualche condizione ha cercato di porla, si è sentito rispondere ‘Grazie per la sua disponibilità, ma siamo a posto’. E’ il caso per esempio di Claudio Gentile, altro aspirante alla panchina bianconera, ma tutt’altra tempra di persona. Non parliamone poi se alcuni, oltre alle condizioni, hanno chiesto pure i soldi, figuriamoci… Son venuti buoni solo i nomi, roboanti, senza dubbio, Hiddink, Benitez, per buttare un po’ di fumo negli occhi a quei noiosi di prima, i tifosi, che non hanno nient’altro cui pensare… Ma che pensassero a comprare le Fiat piuttosto, quello è l’asset giusto e se poi rimangono a piedi, beh, camminare fa bene alla salute....