Voglia di rifondazione

demolizione"Eh Vecchia Signora mia, le prescrivo un 3-4-3 e vedrà che in un paio di mesi tornerà a sentirsi come una ragazzina... Vedrà che a maggio il terzo posto non glielo toglierà nessuno!" Fra il medico e l'ammalata è più o meno questo il dialogo ideale che emerge da questi primi giorni di cura Zac. Un nuovo modulo come un'aspirina dagli effetti benefici, quasi si trattasse di un dolorino qualsiasi. Un'aspirina che non si sa quali effetti potrà avere, ma che certamente agirà su metà del corpo della paziente, perché l'altra metà è proprio rotta. Marchisio, Poulsen, Camoranesi e Trezeguet ancora nell'infermeria virtuale di Vinovo, per non parlare di Iaquinta, il cui ritorno è diventato un vero e proprio rebus, visto che il suo rientro in squadra è stato ancora rinviato. Un nuovo modulo senza gli interpreti adatti, perché i tre centrali non hanno praticamente ricambi se non Caceres, che è l'unico che può assicurare continuità sulla fascia destra, mentre su quella sinistra dire che la squadra è poco attrezzata è dire un eufemismo. Il centrocampo sulla carta è il reparto più convincente, ma in avanti la coppia Del Piero e "mocio" Amauri è oggi improponibile a certi livelli. Ma abbiamo fatto trenta e facciamo pure trentuno, peggio di questi ultimi due mesi sarà proprio difficile fare.

Oltre al bollettino medico e alle prescrizioni della cura Zac, anche analisti di eccezione oggi si sono occupati della squadra bianconera. Il professor Boniek ha diagnosticato i troppi infortuni e una dirigenza non all'altezza della situazione fra i mali della Juventus. Come non dargli ragione, ma l'ex "bello di notte" ha prescritto anche "meno parole" da parte di quei campioni o presunti tali che in questi ultimi mesi, più che in campo, si sono resi protagonisti di dichiarazioni sopra le righe. Lasciando perdere i proclami estivi di chi in un delirio di onnipotenza riteneva la squadra capace di vincere sia Scudetto che Champions League, anche recentemente chi dovrebbe fare la differenza in campo si è lasciato andare a proclami da interisti dei tempi andati. "Non scelgo fra scudetto e Champions League - dichiara Diego il 9 novembre a Sky - in quanto possiamo vincerli entrambi”. Il 14 dicembre si ridimensiona con un semplice "Possiamo ancora vincere lo scudetto" e il 7 gennaio dopo la fortunosa vittoria di Parma un Diego ancora convinto se ne esce con un "Juve, possiamo ancora vincere lo scudetto". Come si può pensare che un ragazzo di ventitré anni così ingenuo e banale abbia già le palle per essere un campione vero e prendersi sulle spalle la squadra? La differenza che passa fra un giocatore pur forte ed un campione è proprio questa. Di questo avrebbe bisogno la Juventus, di gente carismatica sul campo, mentre il carisma di questa squadra ormai è solo nell'ingiallita carta d'identità di campioni forse ancora utili nel presente, ma che lo saranno difficilmente in un futuro necessariamente alle porte. Sul forum bianconero J1897.com un topic che chiedeva agli utenti se sarebbero stati disposti a sacrificare i sopravvissuti a Calciopoli per rinnovare la squadra ha raccolto in poche ore quasi 500 interventi. C'è stato è vero qualche distinguo, ma la voglia di rifondazione è palpabile: c'è voglia di identificarsi in un nuovo ciclo dai Chiellini e dai Marchisio fino ai Sissoko, tanto per fare tre nomi, mollando certi ingaggi che, con la situazione attuale, sembrano essere più che altro delle palle al piede più che risorse per qualsivoglia nuovo progetto.

Il futuro di questa Juventus è infatti già oggi perché siamo certi che le decisioni "pesanti" dovrebbero essere di questi giorni. Qui non c'è in ballo questo o quel giocatore, un allenatore o un altro, qui c'è da rifondare una società a cominciare dalla dirigenza, dimostratasi profondamente inadeguata nella gestione sportiva. Con la sola eccezione di Bettega, ci si domanda perché mai un Blanc, un Secco o chi raccomandava Baldini, dovrebbero continuare a rappresentare una società che meriterebbe dirigenti ai massimi livelli. La questione allenatore, intestarditasi almeno mediaticamente su Benitez, è un altro tema da sviscerare ora. E' impensabile arrivare a maggio o giugno aspettando i risultati di Zaccheroni, nei quali, sotto sotto, spera la dirigenza per poterlo riconfermare. Certe scelte è necessario farle adesso, assicurandosi le prime scelte, non necessariamente di livello internazionale. Benitez poi ha un ingaggio e una tribù di collaboratori che risulterebbero un peso veramente troppo impegnativo a livello economico. C'è poi il rischio di non centrare la qualificazione alla Champions? Ci verrebbe lo stesso Benitez alla Juventus senza Champions? Giovani italiani come Allegri hanno dimostrato di poter aspirare al grande salto, dopo una breve ma intensa gavetta fatta dai campi della serie C a quelli della serie A. Ma bisognerebbe sposare un progetto di gioco per tempo, impostando una campagna di rafforzamento adeguato insieme al nuovo tecnico, senza comprare i Diego a prescindere. La Juventus non ha bisogno tanto di un grande tecnico, ha invece un disperato bisogno di grandi dirigenti che compiano scelte oculate e consapevoli sotto il profilo sportivo e che sappiano assecondare davvero certe scelte.

C'è un grande bisogno di credibilità nella Juventus che verrà, scelte non procrastinabili di cui si aspettano i primi segnali. Si potrebbe iniziare da un bel biglietto di solo ritorno sulla tratta Torino-Chambéry. Indovinate per chi?