Voglio una Juve come il Newton Heath

gazzettaCresce, ogni giorno di più, la protesta dei tifosi del Manchester United contro i Glazer, i proprietari americani della squadra, che hanno comprato i Red Devils del 2005, con un leverage buy-out che ha caricato sui conti della squadra i debiti contratti dalla famiglia con banche e hedge fund per finanziare l'acquisto.
Più di centotrentamila sono oggi i tifosi associati al MUST, il Trust dei tifosi, l'organo rappresentativo, fondato su impulso del governo britannico, tramite Supporters Direct, l'agenzia che si occupa di favorire e creare le condizioni perché i tifosi possano essere rappresentati all'interno delle strutture direttive delle proprie squadre.
Nel frattempo, i Glazer hanno emesso un bond, con scadenza a sette anni, che permetterà loro di tamponare i debiti con gli interessi più alti, quelli verso gli hedge fund, attraverso la gestione ordinaria, dilazionando su un periodo di tempo più lungo i debiti verso le banche, ma alzando anche, di un altro 3%, circa gli interessi sui soldi da restituire.
Nel frattempo è stata ceduta la stella dei Red Devils, Cristiano Ronaldo. Nel frattempo, i prezzi dei biglietti all'Old Trafford sono cresciuti di più del 50% rispetto al periodo pre-Glazer.
Ogni anno il Manchester United, senza dubbio la squadra meglio gestita al mondo dal punto di vista economico, realizza un attivo di bilancio, ma ogni anno gran parte di quei soldi sono destinati a pagare gli interessi sui debiti dei Glazer. I debiti, nel frattempo, rimangono lì, intatti: più di 800 milioni di euro a gravare come una spada di Damocle sul futuro del club.

Il Manchester United ha appena ridicolizzato il Milan di fronte al mondo intero, nondimeno la partita è stata il teatro di una contestazione, mai vista all'Old Trafford, alla quale ha partecipato la stragrande maggioranza dei tifosi.
Il Manchester United lotta, con ambizioni ben legittimate, per disputare la terza finale (la quarta semifinale) di Champions League consecutiva, e per vincere il quarto titolo consecutivo di Premier League, il campionato più bello e difficile del mondo.
Risultati sportivi sbalorditivi. Gestione tecnica impeccabile: è favoloso vedere come la squadra giri anche meglio senza Ronaldo. Quell'umiltà e insieme quel coraggio di mandare via un campione, sostituirlo con un giocatore di ruolo (Valencia) a un sesto del prezzo, e dare la leadership a un campione ancora più forte e maturo (Rooney), mi ricorda così tanto la nostra vecchia Juve. Un modello sportivo in cui non si tentava di procedere per accumulazione, mettendo insieme undici presunti campioni, schiere di geni e genietti tutti bravi solo con il pallone tra i piedi, ma di campioni se ne mettevano tre o quattro, di cui uno almeno al centro della difesa. Una squadra in cui la leadership tecnica si doveva sposare per forza a una leadership morale, fondata sul lavoro. Una squadra completata da soldati dalla lealtà alla causa assoluta e dall'efficienza micidiale. Ben felici, come immagino lo sia il feroce Fletcher, di farsi chiamare scarponi dai palati raffinati.
Complimenti insomma ad Alex Ferguson e complimenti a David Gill, l'amministratore delegato. Non c'è solo uno squadrone qui, ma uno squadrone che vince e guadagna.

Complimenti soprattutto ai tifosi, però. Alla loro protesta verdeoro, i colori del Newton Heath, la squadra da cui è nato il Manchester United. Back to the basics, si direbbe. Ritorno alle origini, alle cose basilari. Complimenti ai tifosi che protestano nonostante le grandi vittorie. Perché la situazione lo merita.
Working toward a future where United's owners have the same priorities as its fans, riporta il loro sito.
Lavorare per un futuro dove i proprietari dello United abbiano le stesse priorità dei loro tifosi.
Ecco.
Questo è. Sì, c'è la paura del futuro, sì, i prezzi dei biglietti sono cresciuti, sì, hanno venduto Ronaldo. Ma soprattutto, è questo che un tifoso innamorato della propria squadra non riesce a perdonare, i Glazer sono lì per qualcosa d'altro rispetto ai tifosi. Per lo United non hanno sacrificato niente, dallo United stanno estraendo risorse. E questo no, non si può fare.
I Red Knights, così si sono fatti chiamare un gruppo di investitori della City, tifosi anch'essi del Man U, che hanno affiancato il Trust nella sua campagna per ridare la squadra ai tifosi, saranno il sostegno economico necessario, la base economica di un'offerta ai Glazer per comprare il club.
I Glazer si dicono tranquilli e dicono che non venderanno, che non esistono i presupposti. A meno che, ovviamente, non dovessero realizzare una cospicua plusvalenza. Nessun club sportivo al mondo ha il valore del Manchester United e i Glazer lo sanno bene.
E' una lotta ardua: i Glazer hanno dalla loro parte una gestione sportiva, quella di Ferguson, e una economica, quella di Gill, invidiabili. Eppure i tifosi sono sempre di più. Hanno paura i Glazer, censurano la protesta sul loro canale ufficiale. David Gill dice che 130.000 sono una piccola parte dei 140 milioni di tifosi dello United. Falso: quei 130.000 sono il cuore pulsante dello United, una risorsa economica importantissima.
Gill paragona la situazione dello United al mercato immobiliare: tutti noi vorremmo non avere un mutuo, ma questo non vuol dire che non siamo in grado di pagarlo. Sembra quasi una gufata, pensando alla recente crisi economica.
Loro sono sempre di più. Perché non può arrivare uno sconosciuto, uno che con lo United non ha niente da spartire, e forse nemmeno col calcio, e comportarsi come se fosse roba sua. Non lo è.
Glazer non ha capito.
Elkann non ha capito.
Il calcio non è un'azienda come tutte le altre.

Io li invidio i tifosi del Newton Heath. Sono centotrentamila, e lo stesso possono vedere ogni week-end, e anche il mercoledì, Rooney e compagni schiantare gli avversari.
Noi abbiamo dei proprietari cui, parimenti, della Juventus frega poco niente.
Proprietari che hanno sacrificato la squadra sull'altare degli interessi del loro gruppo economico, lasciando che fosse portata in serie B.
Per i Glazer lo United è un asset economico, per John Elkann e sodali la Juve è un asset politico spendibile in un contesto, quello italiano, dove lo scambio politico sempre guida le faccende economiche.
Ma c'è di più: il Man U domina, la Juventus galleggia nella mediocrità, è stata in B e gioca il giovedì.
E allora dove siamo? Ci vogliamo vedere anche noi in centotrentamila.
Quali i colori della battaglia? Beh, dovesse essere un ritorno alle origini non potrebbe che essere il rosa. Ma il rosa è anche il colore di quel giornale, di proprietà dei nostri proprietari, che tanto ha gridato e strepitato per farci andare in B.
E allora? Semplice, almeno nessuno fa i soldi con le magliette.
Noi continuiamo in bianconero, la maglietta rosa, quella del Giro organizzato da quel quotidiano, facciamola mettere a loro, a chi continua a trattare la Juve come un asset.
Mister Elkann e Monsieur Blanc. Regaliamo loro una maglia rosa.

Perché noi lo abbiamo sempre detto: al di là dei risultati sportivi, avremmo anche potuto avere due grandi professionisti come Ferguson e Gill, e la nostra protesta per i fatti del 2006 non si sarebbe fermata. Perché c'è qualcosa di più importante delle vittorie sportive.

E comunque a noi sono toccati Blanc e Secco.