Signori si nasce

Mancini amaro dopo la sconfitta: "Non diranno più che siamo aiutati"

MILANO - "Il gol di Camoranesi era in fuorigioco, capita e oramai non ci possiamo fare più nulla: così almeno smetteranno di dire che in questo campionato siamo aiutati". E' un Roberto Mancini scuro in volto quello che parla dopo la sconfitta con la Juve. Il tecnico dell'Inter, comunque, dimostra sicurezza nonostante la Roma, che ha battuto l'Empoli, sia ormai a soli quattro punti dalla vetta.
(fonte: Repubblica.it)

Con questa dichiarazione, l'allenatore della squadra degli onesti, degli indossatori di scudetti altrui, ha analizzato il match di cartello dell'undicesima giornata di ritorno che è andata in scena alla scala del calcio tra Inter e Juventus.
E proprio come diceva il compianto Totò: "Signori si nasce e io lo naccqui". Dimenticandosi, probabilmente, il "mancio" di una partita dominata in lungo e in largo dai bianconeri (chiedere a Julio Cesar), con una supremazia di gioco e di atleticità che hanno steso un'Inter tornata ai livelli che da sempre le competono. Il gol in fuorigioco? Stendiamo un velo pietoso, è meglio.

Sono passati oramai 2 anni da quel 12 febbraio 2006...
...eppure per una notte tutto è sembrato non essere cambiato, come se il tempo non si fosse mai fermato.
Invece questo tempo, qualcosa, qualcuno, lo ha voluto fermare, hanno voluto interrompere la più grande favola che stava per cominciare, un favola composta da uomini prima di tutto, da progetti, da un futuro che avrebbe proiettato in una dimensione tutta sua la squadra più famosa del mondo, la Juventus.
E questa sera, coloro che di quel progetto facevano ancora parte, coloro che hanno calcato da vincitori e vinti la notte di Berlino ai mondiali di Germania, hanno voluto dare ancora un segno, hanno voluto dimostrare, se mai c'è nè fosse stato bisogno, chi è che era diventato campione d'Italia sul campo e non in un ufficio federale in una squallida giornata afosa di luglio.
Stasera la gioia si confonde all'amarezza, per uno juventinovero è sottile la linea di demarcazione tra l'essere felice per una vittoria in casa di chi ha indossato indegnamente per una stagione intera uno scudetto lottato, giocato, sudato e vinto sul campo dalla propria squadra, o l'amarezza per avere, per l'ennesima volta, essersi reso conto di cosa questa squadra sarebbe potuta diventare senza l'ausilo di quell'aborto giuridico-mediatico e interno di due anni orsono.
Stasera mi piacerebbe entrare nelle coscienze di chi, all'interno della proprietà, ha voluto tutto questo, abbassandosi al bieco linciaggio che è stato perpetrato per le volontà di un sistema che ha condannato SENZA LO STRACCIO DI UNA PROVA, società, squadra e tifosi. Forse i soldi, gli investimenti, il potere, se mai un potere esiste veramente, fanno passare questi discorsi nostalgici e morali in secondo piano, ma penso a quando da piccolino, rubai un giornalino da un'edicola, e oggi, che sono dalla parte di chi lavora, mi rendo conto, seppur non avessi scatenato l'attacco alle "torri gemelle", di quanto la mia coscienza abbia e continua a ripudiare quel gesto, e mi domando cosa possano provare nipoti, nipotini e nipotastri ad avere fatto ciò che i loro nonni mai avrebbero permesso.
Ah, giusto, dimenticavo, come diceva il grande Totò De Curtis: "SIGNORI SI NASCE"!

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