La Juve che vogliamo noi

marchio JuventusQuesto è il testo della lettera/comunicato che, sabato 30 agosto, una delegazione di tifosi juventini ha consegnato alla dirigenza della Juventus F.C. per ottenere, finalmente, delle risposte a ciò che tanti tifosi bianconeri chiedono.
Il gruppo di coordinamento dell'iniziativa ha lanciato una petizione sul web che certifichi quante sono le persone che condividono i punti espressi nella lettera e fornirà alla società Juventus il risultato di questa petizione.
Invitiamo chi condivide i contenuti del comunicato e le richieste fatte a dare "forza e peso" all'iniziativa, firmando la petizione al link:
http://firmiamo.it/lajuventuschevogliamonoi

La Juve che vogliamo.
14 milioni di persone. Questo è il numero di Juventini in Italia.
Due anni fa, queste persone hanno assistito a qualcosa che ha, direttamente o indirettamente, scosso il loro "essere tifoso".
Qualcosa che è stato denominato sin da subito, da parte di una stampa zelante e bramosa di ghigliottina, Moggiopoli prima, Calciopoli poi. Qualcosa che ha scatenato gli appetiti di ogni incapace abituato a campare sul costante insulto all'avversario, sulla cultura di un sospetto che potesse cancellare l'imbarazzo dei suoi fallimenti, delle sue carenze caratteriali e delle sue mancanze manageriali sportive.
Un giorno i nostri figli ci chiederanno cos'è stata Calciopoli, cosa è successo veramente.
E ci chiederanno conto di ciò che avremo fatto di fronte ad esso.
Ed è per questo che noi siamo qui. Per fare domande e per ottenere risposte.
Sul presente, sul passato e sul futuro.

La squadra
Non si può amare la Juventus senza amare la sua squadra.
Anche nei tempi più bui, il popolo bianconero si è stretto intorno ai suoi guerrieri, e non sarà certo oggi che questo cambierà.
L'appoggio e il sostegno incondizionato per tutti i novanta minuti di gioco, durante gli allenamenti e le attività sportive non è mai mancato e mai mancherà.
Siamo con la squadra, dal primo all'ultimo uomo.
Siamo con la squadra, dalla prima all'ultima partita.
Tuttavia, non possiamo fare a meno di notare una certa improvvisazione nell’allestimento della rosa, che ancora adesso si basa soprattutto sull’orgoglio ferito dei vecchi grandi campioni della vecchia dirigenza.
Le campagne acquisti degli ultimi due anni sono state fallimentari e quella di quest’ anno appare deficitaria, soprattutto per quanto riguarda difesa e centrocampo.
Perché questi due reparti, in particolare la difesa,non sono stati adeguatamente rinforzati?

Calciopoli
“Ladri”: questo è quello che ci hanno gridato in faccia due anni fa.
Dopo aver rivisto i processi, aver assistito a sentenze farsesche prive di fondamenti giuridici, dopo non aver ancora riscontrato una singola prova di corruzione, abbiamo scoperto che le cose non stavano proprio così.
Proprio in questi giorni il Presidente Cobolli Gigli ha dichiarato che “abbiamo espiato ma non si sa bene per quali colpe”.
Dopo essere giunti a questa amara conclusione, cosa intendete fare per il recupero dei due scudetti scippati?
Per aver spiato illegalmente migliaia di cittadini italiani, con il sospetto di aver influenzato e ricattato esponenti del mondo economico e politico, alcune persone sono in carcere e in attesa di giudizio.
Stiamo parlando di persone che spiavano anche i dirigenti della Juventus, redigendo dossier sul loro conto e disponendo di informazioni riservate, che hanno paradossalmente portato a una sola risposta: nulla di rilevante.
Avete intenzione di costituirvi parte civile contro queste persone, a tutela dell’immagine e del nome della Juventus FC?
Chiediamo non solo che venga riconosciuto il diritto dei tifosi ad essere considerati parte integrante di una società sportiva, con diritti precisi, ma che, soprattutto in base ai nuovi elementi emersi e alla assoluta mancanza di rinnovamento, vengano riesaminati i processi sportivi e venga iniziato un forte e reale cambiamento dei quadri dirigenziali della Federcalcio.
Al tempo stesso, riteniamo si renda necessaria l'apertura di un'inchiesta parlamentare indipendente, per fare luce sulle troppe ombre dei processi sportivi: giudici licenziati prima dei processi e riassunti dopo le sentenze, legami sin troppo sospetti tra giudici e parti interessate, mancanza del rispetto delle principali norme giuridiche e vizi di forma palesi e sostanziali.
In sede europea il diritto di intentare una causa da parte di più individui aventi un interesse in comune è garantita (class action), in Italia il procedimento è ancora insabbiato. Vogliamo che si cominci a parlare seriamente di rispetto nei confronti dei tifosi.
Tifosi che ancora aspettano risposte convincenti e vogliono capire perché, da quello che doveva essere un vento riformatore, si è riusciti ad ottenere solo vantaggi per i soliti noti, e la distruzione dei rivali che da sempre li avevano annullati sul campo.

Il mondo arbitrale
Secondo l'osservatorio arbitrale, quasi il cinquanta per cento delle partite della scorsa stagione è stato falsato da errori arbitrali.
A beneficiarne, i soliti noti, che senza questi aiuti non avrebbero potuto festeggiare l'ennesimo trionfo fasullo.
Non sono dati forniti da noi. Sono dati allarmanti.
Al contempo riteniamo che le relazioni passate intrattenute da Pierluigi Collina e da Cesare Gussoni con esponenti di alcune società di calcio siano fonte di sospetti e maldicenze che sarebbe bene dissipare alla fonte, con dimissioni dignitose, per il bene ultimo del mondo arbitrale e del calcio.
Cosa avete intenzione di fare di fronte a questo ennesimo, vergognoso e palese, conflitto di interessi?
Aspettiamo i soliti “errori in buonafede” per poi scrivere una lettera al Palazzo?
Non sarebbe meglio prevenire che curare?
Gussoni e Collina devono andare via.

Federcalcio
Il tanto sbandierato processo di rinnovamento non c'è stato. Vogliamo facce nuove.
Vogliamo persone in grado di garantire un ambiente sereno e privo di dubbi e sospetti. Persone indipendenti o quantomeno in grado di garantire che il bene ultimo del calcio prevalga su interessi partigiani.
Cosa intendete fare, affinché alle prossime elezioni federali possa finalmente essere messo al bando questo gruppo di potere, che da anni gestisce la Federcalcio come una riunione di condominio?

Media
I media hanno avuto un ruolo fondamentale nella distruzione della Juventus.
Antipatia, convenienza, connivenza, scarsa professionalità, dolo: non importa quali siano le cause. Importa il risultato.
Disinformazione è la parola che caratterizza tutto questo. Disonestà intellettuale o incompetenza gli aggettivi che qualificano la sua origine.
Decine di informazioni scagionanti sono state ignorate, nascoste, omesse: non si può parlare di casualità.
Così come non si può parlare di casualità o semplice ignoranza di fronte ai commenti sprezzanti nei confronti della Vecchia Signora.
Fa comodo infangare il nome della Juventus, fa comodo stare dalla parte dei suoi carnefici.
Quali sono i comportamenti che intendete mettere in campo per ristabilire la verità?
Cosa intendete fare per avviare una decisa azione di monitoraggio dei media a tutela e protezione del nostro marchio, della nostra storia e della nostra azienda?

Tifosi

Il problema più grande del popolo juventino è la dispersione sul territorio.
In seno al popolo bianconero sono presenti troppe divisioni in questo momento, è necessario lavorare per unire di nuovo i tifosi e tornare a lottare insieme per il bene comune.
Per farlo, è necessario l'impegno e la disponibilità al dialogo da parte di tutti.
Associazioni, Juventus club, ultras e semplici tifosi.
Alcuni punti crediamo debbano essere affrontati e discussi:

  • Richiesta di maggior rispetto da parte dei tifosi del meridione, con la istituzione di più incontri amichevoli da giocare sul territorio.
  • Maggior impegno e organizzazione nel sistema di assegnazione dei biglietti.
  • Ristrutturazione del programma Juventus Member, ad oggi ridotto a una semplice operazione economica priva di contenuti sostanziali.
  • Aumento dei contenuti del canale televisivo Juventus Channel.
  • Aumento delle iniziative storiche, attraverso un uso attento del materiale storico a disposizione (immagini d'epoca, filmati, etc...): la storia della Juventus non si può dimenticare.
  • Riabilitazione e sostegno dei 12 anni della Triade, da troppi bollati come anni di ruberie. La storia della Juventus non è questa.
  • Istituzione del trofeo Gianni e Umberto Agnelli. Inutile spiegarlo.
  • Ammissione di un esponente eletto dai tifosi che possa essere referente presso la società. Una figura competente che possa rappresentare i tifosi, e che in questo modo funga da garante.

Chiediamo che, in merito ai punti sopra elencati, la Società prenda impegni concreti nei confronti dei tifosi.

La Proprietà
Il gruppo Ifil è una delle realtà più ricche del panorama economico italiano.
La cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann vanta patrimoni degni di quelli dei più importanti gruppi industriali italiani e la Fiat sta vivendo un momento di grande rilancio.
I soldi ci sono.
La proprietà è scossa ed è stata scossa da lotte intestine di potere che hanno sicuramente influito anche sull'esito della farsa Calciopoli. Alcuni importanti consiglieri hanno ritenuto, per motivi personali, invidie e palesi conflitti di interessi, di assumere posizioni e atteggiamenti che di fatto, nell’estate 2006, hanno condannato sin da subito la Juventus al suo destino.
Alcuni dei massimi dirigenti del gruppo Fiat non fanno mistero di nutrire profonda antipatia nei confronti della squadra bianconera. Altri, non fanno nemmeno mistero di ammirare e di fare il tifo per le sue concorrenti, arrivando persino a difendere le persone che sono state coinvolte nello scandalo dello spionaggio industriale.
Salvo prova contraria, la buona fede non può essere messa in dubbio.
Tuttavia chiediamo, nell'interesse della Juventus, che vengano attuati una serie di provvedimenti atti a garantire e a indicare un coinvolgimento e un'unione d'intenti, volti a riportare la Juventus a quella che era un tempo.
Non solo il tifo bianconero deve riunirsi e marciare compatto.
La Juventus non è della Ifil. Non è di John Elkann, Lapo Elkann o Andrea Agnelli.
È dei tifosi, che in queste persone ripongono la fiducia e la speranza di vedere la Juventus di nuovo grande.

La società

Gestione economica:

I danni della retrocessione sono stati contenuti, e alle situazioni critiche si è posto rimedio con sostanziale efficacia, ma solamente nel breve periodo ed esclusivamente a livello di bilancio. La campagna cessioni ha contribuito in maniera sostanziale a garantire un rientro economico, e al tempo stesso il processo di ricapitalizzazione ha contribuito a rendere stabile e florida la società.
Al tempo stesso i risultati insoddisfacenti in merito al reperimento di nuove forme di sponsorizzazione, anche una volta riottenuto il passaporto per la A e per la Champions League, sono preoccupanti.
Senza l'intervento del gruppo Ifil, con la sponsorizzazione New Holland, non si sarebbe riusciti ad ottenere risorse fondamentali, e questo è un punto negativo sostanziale.
Le uscite infelici di alcuni alti dirigenti Fiat in merito all'utilità di una Juventus perdente per il rilancio del marchio automobilistico non hanno certo aumentato l'appeal del marchio Juventus.
Il marchio Juventus deve essere valorizzato maggiormente, e sono necessari forti interventi in questo senso.
Il mancato arrivo dei campioni promessi preclude l'impiego di strategie di marketing che permetterebbero di aumentare le entrate da sponsorizzazioni e i ricavi del merchandising (magliette e quant'altro).
Le scarse risorse disponibili in fase di mercato non sono sfruttate al meglio.
La preoccupazione per una situazione di sostanziale equilibrio, ma con notevoli dubbi in merito alla futuribilità del progetto, è alta.
Sono necessari una maggiore attenzione nell'impiego delle risorse e un maggior impegno nel reperimento di nuove fonte di guadagno, che non possono dipendere esclusivamente dall'apporto e dal sostegno economico di tifosi e proprietà.

Gestione sportiva:
Centoundici anni di storia. 111. Un numero ripetuto tre volte, nella stagione del ritorno in serie A. Un numero che è simbolo della Juventus.
Dopo le cessioni della prima stagione, il progetto sportivo bianconero si incentrava su un rilancio a base quinquennale, i cui capisaldi sarebbero dovuti essere l'innesto di fuoriclasse e la valorizzazione dei giovani.
Dopo investimenti lordi per oltre cento milioni di euro negli ultimi due anni, la Juventus della prossima stagione sarà pressoché identica nell'undici titolare a quella della scorsa stagione, che già palesemente si fondava sugli acquisti della gestione precedente.
Lo sfortunato caso Andrade deve mettere in guardia, in merito alla necessità di operare con sempre maggior attenzione in sede di acquisti.
La Juventus non può iniziare la stagione con la speranza di disputare un campionato dignitoso. Deve iniziare con la certezza di lottare fino all'ultimo per la vittoria.
È necessario che nuove figure, più legate al mondo sportivo, siano inserite in società e che sia potenziato il settore degli osservatori.
Pur avendo la massima fiducia della squadra, è necessaria una decisa inversione di tendenza in merito alla gestione del parco giocatori, volta a garantire l'inserimento di giovani ma soprattutto di quei giocatori in grado di fare la differenza.