Un sabato davanti la sede della Juve

tifosi della JuveIl 31 agosto 2006, giorno del ritiro del ricorso al Tar della società Juventus contro le sentenze di Calciopoli, processo che l'ex giudice FIGC Corrado De Biase definì "un aborto giuridico", si è rotto qualcosa di importante nel rapporto tra i tifosi della più titolata squadra di calcio italiana e i rappresentanti (dirigenza e proprietà) della società che quella squadra rappresenta.
Questo ha determinato una frattura profonda anche all’interno della stessa tifoseria.
Alcuni hanno deciso, dopo la marcia di due mesi prima, di concentrare la loro passione per la squadra del cuore sull’aspetto sportivo, e di guardare avanti rispetto a Calciopoli e ai suoi effetti.
Altri hanno scelto, pur continuando ad amare e a sostenere i colori bianconeri, di non accettare l’accaduto e di iniziare una battaglia contro le conseguenze di quell’estate (perdita di titoli sportivi conquistati sul campo, assegnazione agli avversari di parte di quei titoli, retrocessione in serie B, liquidazione del gruppo dirigenziale, smantellamento della squadra, depauperamento del patrimonio societario, ecc.).

Il 30 agosto 2008, a due anni esatti di distanza da quell’infausta data, qualcuno ha posto in essere un primo significativo tentativo di ricucire quei rapporti.
Alcuni giornali e radio locali hanno riportato la notizia: i tifosi bianconeri hanno presentato alla società una petizione dal titolo "La Juve che vogliamo noi".
Una rappresentanza dei sostenitori della Vecchia Signora si è recata in sede ed ha consegnato ai dirigenti un documento contenente una serie di domande e rivendicazioni, cui i tifosi hanno chiesto di ottenere risposta. Una protesta simbolica, organizzata in luogo di quella marcia, oggetto di dibattito sul web nei mesi precedenti, poi rinviata per motivi di opportunità e di ordine pubblico.

manifestazione 30 agosto 2008Fin qui la notizia… ma, come si è svolto il tutto?
Tra le 9,30 e le 10 del mattino, davanti alla sede della Juve in corso Galileo Ferrarsi 32, si è radunato un gruppo di circa trenta persone, molte delle quali utenti del Forum J1897 (alcuni provenienti dal Lazio, dall'Abruzzo, dalla Liguria, dal Veneto, ecc.), che, sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, hanno provveduto ad appendere uno striscione, dal contenuto goliardico, ma fortemente critico nei confronti della dirigenza.
Un allegro gruppo di tifosi, uomini, donne, bambini (alcuni con cagnolino al seguito), mossi semplicemente dall’amore incondizionato per i colori bianconeri, e dalla conseguente voglia di far uscire dal web il proprio desiderio di ottenere giustizia e riprendersi onore e dignità.
Qualcuno scatta delle foto, altri ne approfittano per scambiarsi racconti, speranze, impressioni, numeri di telefono.
Finché alle 10,20 (con qualche minuto di anticipo sul previsto), l’incaricato dell’Ufficio Stampa della società, dott. Patania, ci viene presentato dall’ispettore della Digos.
Certamente è venuto lì apposta per noi: è sabato e la sede è chiusa. Con grande gentilezza e disponibilità ci ascolta e risponde (senza esprimere giudizi, e per quanto gli è possibile) alle nostre domande, spesso scomode.
Gli viene consegnato il documento, che legge con grande attenzione, dichiarando di averne ben compresi gli intenti e le richieste… sembra quasi essere sorpreso dal fatto che ci sia una parte di tifosi che non si accontenta dell'aspetto sportivo, ma che chiede a gran voce che la Juventus faccia qualcosa per riprendersi la propria dignità, e vengano tolte le macchie che un paio di anni fa qualcuno ha deciso di accettare che venissero poste sulla nostra gloriosa bandiera.
Il clima rimane civile e disteso, e diventa informale, al punto da prolungare la chiacchierata, in forma più riservata, con alcuni di noi, offrendoci un caffè al vicino bar della Galleria d’Arte Moderna.
Si è trattato di un confronto costruttivo ed improntato al rispetto delle reciproche posizioni, nel quale l’incaricato della società si è impegnato a consegnare personalmente il nostro documento al presidente, mentre noi lo terremo informato sull’evoluzione del numero dei firmatari della petizione. Questo rende di fondamentale importanza il fatto che il numero delle firme aumenti in maniera significativa.
Chi condivide i temi toccati nella lettera può firmare la petizione al seguente link:

http://firmiamo.it/lajuventuschevogliamonoi

Fino ad ora, le uniche manifestazioni di dissenso extra-web (o extra-media) noti alla società erano stati: qualche libro, gli interventi assembleari di alcuni fra i piccoli azionisti, e l'operato di alcune associazioni.
Il presidente, giorni fa, ha dichiarato di non aver capito quali siano state le colpe per le quali la Juve è stata condannata in Calciopoli: neanche noi! Quindi, ora più che mai, vorremmo avere delle risposte alle nostre domande.
Questo incontro rappresenta comunque un fondamentale passo avanti, un passo “diplomatico” verso la rottura del ghiaccio, verso l’apertura di un dialogo (con chi regge le sorti della nostra squadra del cuore), che possa andare oltre le rivendicazioni e le proteste da forum o da blog.
Dove e a cosa porterà, questo passo avanti, ad oggi non ci è dato saperlo, ma almeno è stato avviato un processo di comunicazione diverso: qualcosa è cambiato.
In sostanza, un incontro più che soddisfacente: è stato aperto un canale di comunicazione, che potrà rivelarsi importante per le successive iniziative, è stato creato un precedente, è stato reso manifesto alla società, in maniera tranquilla ed ordinata, un malcontento diffuso, che la società non potrà e non dovrà più far finta di ignorare.
 
Il testo del comunicato consegnato alla Juventus F.C.