Nostalgia canaglia

Gli AgnelliDott. Andrea Agnelli, quando la rivedremo allo stadio?
Guardi, io ci vado, ma chissa perché trovo sempre il Delle Alpi chiuso.....

La dichiarazione di Andrea Agnelli rilasciata qualche giorno fa al quotidiano Tuttosport è passata quasi inosservata ma contiene insieme ironia ed amarezza per una vicenda che lo ha visto vittima di un vero e proprio golpe interno alla famiglia Agnelli.

Una battuta fulminante, sullo stile di quelle del papà e dello zio, che inesorabilmente conferma il distacco nei confronti dei cugini Elkann, con i quali lui ammette di avere "solo" un rapporto "franco ed onesto". Lo stadio Delle Alpi diventa il pretesto per sottolineare il solco tra la Juventus FC fondata nel 1897 e la Nuova Juvinese New Holland Simpaty fondata nel 2006 con un palmares di scudetti che per la prima volta nella storia del calcio parte da -2!

Periferia nord-ovest di Torino. Al confine con Venaria Reale. Pochi metri dentro la cintura con cui la tangenziale circonda Torino. E’ il posto dove sorge lo Stadio Delle Alpi. Uno stadio nato male e finito peggio. Ma che nella sua sfortuna è stato fortunato. E’ sicuramente lo stadio che ha vinto più trofei in rapporto alla sua vita.

Completato nel 1990 per i Mondiali, che in quell’anno si tenevano proprio in Italia, lo stadio Delle Alpi apparve subito come l’ennesima cattedrale nel deserto che la fallimentare gestione montezemoliana di Italia90 aveva progettato e costruito con enorme sperpero di denaro pubblico.

Uno stadio troppo grande, con una inutile pista di atletica che allontanava irrimediabilmente le tribune dal campo di gioco. Con un inedito sistema di inclinazione delle tribune stesse che consentiva una perfetta areazione del terreno di gioco, ma che rendeva l’impianto davvero inospitale, soprattutto d’inverno, quando il doppio calzino ed il pile erano dotazione di ordinanza del tifoso juventino. Uno stadio bello, addirittura bellissimo, quando si riusciva a riempirlo tutto. Ma desolante quando vedevi le poltroncine e gli spalti semivuoti nelle partite meno importanti.

Sedici anni di vita e 7 scudetti, ma non solo, anche Coppe, nazionali ed internazionali.

Lo stadio Delle Alpi diventa il palcoscenico dapprima della Juventus penosa di Montezemolo e poi di quella crepuscolare di Boniperti. Ma nel 1994, con l’avvento della Triade Moggi-Giraudo-Bettega lo stadio inizia ad ospitare le partite di un ciclo vincente che durerà per 12 anni e che verrà interrotto solo dalla "invenzione" di Calciopoli e dalle acrobazie giuridiche di un Tribunale Sportivo illegittimo.

Uno stadio che avevamo ormai imparato a sopportare e che Antonio Giraudo aveva addirittura comprato per pochi spiccioli, insieme ad una vasta area commerciale adiacente, proprio negli ultimi anni della sua gestione, con l’intenzione di rifarlo completamente e renderlo più adatto ad una squadra come la Juventus. Fu l’ultimo regalo dell’Amministratore Delegato che di li a poco fu buttato fuori e lasciato solo in balia della Gazzetta dello Sport e del sentimento popolare.

Uno stadio che non vedevamo l’ora di abbandonare ma che, adesso, ricordiamo tutti con grande nostalgia. Chi ci passa davanti non può fare a meno di fermarsi e di pensare ai momenti vissuti in quel catino. Sapevamo tutti che il suo destino era segnato, però adesso che le ruspe stanno per partire, ci coglie un attimo di emozione e rimpianto! Abbattere lo stadio Delle Alpi significa abbattere anche l’ultimo ricordo di una Juve che non esiste più. Una Juventus fiera, orgogliosa della propria diversità. Una Juventus cinica ma vincente, e grazie a Dio, antipatica, anzi. Antipaticissima!

Le ruspe entreranno quindi in azione molto presto. In Corso Galfer sono entrate in azione già nel maggio del 2006 e hanno lasciato solo macerie che ancora oggi non si riesce a rimuovere. Macerie psicologiche, finanziarie e tecniche.

La scellerata gestione Elkann, Cobolli e Blanc ha sorprendentemente cristallizzato nell’animo dei tifosi un sentimento di riconoscenza e nostalgia per quell’impianto che insieme a molte vittorie aveva dispensato tanti raffreddori. Ma il dado è tratto. Nel corso del mese di ottobre verrà presentato il progetto del nuovo stadio che sorgerà proprio sulle macerie del Delle Alpi.

Noi che non vedevamo l’ora di liberarcene adesso abbiamo una speranza.
Che possa conservare nelle sue zolle il profumo di quelle vittorie e il sudore dei campioni che lo avevano frequentato nella sua breve ma intensa esistenza.

Addio vecchio Delle Alpi.
Non ti abbiamo mai amato, ma sarai sempre nel nostro cuore.