La Juve è ancora malata

MarchisioLa Juventus ha battuto il Real Madrid!
In anni in cui al volante della società bianconera si poggiavano le mani degli Agnelli, questa notizia non avrebbe fatto rumore più di tanto, anzi sarebbe stato il normale prosieguo di una stagione programmata per vincere.
Ma l'altra sera no, la vittoria contro con le "merengues" ha assunto connotazioni bibliche.
Prima tramortendo il gigante Real con una "sassata" scagliata dai venti metri all'incrocio dei pali con il piede "fionda" di capitan Del Piero, e successivamente "decapitando" la forza degli spagnoli con un colpo di testa di Amauri, un pallone finito in fondo al sacco grazie alla decisiva deviazione di Heinze, che in collaborazione con il palo ha reso impossibile l'intervento di Casillas.
E come Re Davide, la Juventus di Re Alex ha superato i filistei madridisti, venuti a Torino con il serio intento di chiudere la pratica qualificazione e primo posto nel girone.
Anomalo a pensarci bene: una Juventus vestita da provinciale che sul proprio terreno affronta con timore e paura chiunque gli si presenti davanti, che si chiami Catania, Palermo o Real Madrid.
E da provinciale la Juventus è riuscita nell'impresa di portare a casa vittoria, gloria.
Ma la sua nuova dimensione complessa, costituita da limiti evidenti quali l'incostanza, l'assenza di gioco e di uomini, ha evidenziato un dato significativo: la Juventus è ancora malata!
Il dato più eclatante da mettere in risalto è stato sicuramente il possesso palla: gli uomini dalla "camiseta blanca" si sono permessi di comandare il gioco per il 70% del tempo complessivo, arrivando nella sola seconda frazione a sfiorare quota 80%.
Una percentuale che deve far riflettere molto in Corso Galileo Ferraris e soprattutto dovrebbe far vivere questa vittoria con i piedi ben piantati per terra.
Oltre al dato sopraccitato, che di per sé non significherebbe molto se poi reso sterile dalla pericolosità sotto porta, altri due dati riflettono ampiamente l'andamento della gara: i passaggi riusciti e le conclusioni a rete.
Nella prima statistica, impietosa, il dato parla chiarissimo: 534 passaggi riusciti per i madridisti e 198 per i bianconeri. Un dato che mette a nudo la pochezza del centrocampo bianconero, sempre in affanno e mai in grado di contrastare il palleggio degli spagnoli, fatto di tecnica, cambio di gioco e continue incursioni nell'area bianconera.
Palleggio e incursioni che hanno permesso agli uomini guidati da Bernd Schuster di arrivare al tiro per ben 20 volte, contro le 10 della Juventus.
In Spagna il quotidiano "Marca" imputa le colpe della disfatta madridista alla "maldición" di Torino che dura dal 1962, anno in cui risale l'unica vittoria delle "merengues", su sei partecipazioni, ma soprattutto al tecnico tedesco Bernd Schuster, reo secondo la stampa spagnola di aver punito la sua squadra per essere arrivato in ritardo nelle scelte tecniche e tattiche del match.
Fran Villalobos scrive: "La cualidad de hacer las cosas a su debido tiempo se denomina puntualidad ... " evidenziando nella puntualità la qualità di cui necessita un tecnico per fare in tempo le scelte giuste.
Il riferimento a queste scelte è da imputare al tardivo ingresso sul terreno di gioco di Arjen Robben, il ventiquattrenne esterno olandese che ha cambiato volto al match.
In conclusione emerge quel pizzico di fortuna che ha permesso agli uomini di Ranieri di uscire momentaneamente da una situazione non facile.
Pizzico di fortuna che continua a non essere presente negli infortuni; sia Marchisio che Legrottaglie hanno dovuto raggiungere anzitempo gli spogliatoi, aggiungendosi alla già lunga lista di indisponibili di questa prima parte di stagione.
L'ennesimo dato su cui riflettere: colpa della preparazione? Solo sfortuna? Non siamo certo noi a poter rispondere a questi quesiti. Lo staff tecnico dovrà comunque dare una spiegazione a questa serie infinita di defezioni arrivata oramai a quota 10 elementi.
La cartella clinica bianconera registra una importante boccata d'ossigeno ma il quadro generale rimane critico e la prognosi riservata.
Prima di scioglierla ci sarà bisogno di lavoro e tempo, di verifiche continue, già a partire dal derby di domani; anche se al contagio datato estate 2006 al momento non esiste antidoto.

da vIA LiBerA