La Juve che volevano

John Elkann e BlancSerata trionfale per proprietà e dirigenza Juventine quella di ieri sera.
Il “progetto” sta andando a gonfie vele: la Juventus, che è stata giustamente sconfitta dall’Inter a San Siro, galleggia nelle zone alte della classifica, senza dare troppo fastidio ai predestinati e allo stesso tempo nobilitandone le vittorie, altrimenti insipide.

L’anno della Juve in B e del Milan a -8 serviva per dare all’Inter la certezza di vincere almeno uno scudetto, anche se si sapeva che avrebbe avuto poco significato e sarebbe stato solo di un cartone leggermente più pregiato di quello regalato dal tifoso Guido Rossi. Ma tant’era, dopo 17 anni di batoste tutto faceva brodo.

Il “progetto” della Juventus aveva già funzionato abbastanza bene lo scorso anno; la scelta di un modesto allenatore, buono soprattutto per i teatrini televisivi finalizzati all'operazione simpatia, ha fatto capire che l’obiettivo era quello di non nuocere. La partecipazione della Juventus al campionato 2007-2008 ha finalmente nobilitato la vittoria dell’Inter, ma i bianconeri non sono mai arrivati a giocarsi uno scontro diretto con svantaggi tali da impensierire i nerazzurri, anche perché ogni qualvolta fattori interni imprevisti hanno messo a rischio il “progetto” (carattere e grandissima qualità della vecchia guardia, crescita di alcuni campioni, calciatori ritrovati), sono intervenuti fattori esterni ad allontare la Nuova Juve dalla zona di classifica a lei proibita (arbitraggi vergognosi a Napoli e Reggio Calabria solo per citarne un paio).

Nella stagione in corso, dopo l’inizio stentato di un po' tutte le grandi, i valori si stanno delineando e la Juventus occupa il posto che le compete per la felicità di tutti.
Una Juventus fintamente competitiva fa molto comodo al movimento, aiuta il presunto ritorno alla normalità e nobilita ancor di più le vittorie degli altri. I proclami infrasettimanali stile bauscia dei dirigenti-smile e le celebrazioni ipocrite di stampa e media ormai privi di ogni credibilità (la linea del giornale di Torino e la trasmissione Matrix sono solo due esempi) fanno parte del gioco, servono a riavvicinare gli juventini al wrestling TIM e a far godere un po' di più i tifosi avversari convinti di essere finalmente riusciti a battere il nemico di una volta.

Senonché il nemico di una volta, la vera Juventus, non c’è più. Al suo posto c’è la Nuova Juventus fondata nel 2006, un mero strumento di potere e di ricerca del consenso (degli antijuventini, leggere l’intervista del manager Fiat De Meo) utilizzato dagli eredi dell’Avvocato come merce di scambio per interessi molto più ampi, sulla pelle di milioni di appassionati che ancora ci credono.
Che il presidente della Rinascente, tennisti, pallavolisti e cantanti, invece di fingersi abbacchiati, festeggino la sconfitta di San Siro, e ci risparmino per una volta le interviste di circostanza infarcite di falsi proclami:
il “progetto” sta andando a gonfie vele.

Nota della redazione: All'ad della Juventus, Blanc, nel dopopartita chiedono se dopo la sconfitta con l'Inter la squadra esca ridimensionata. Il francese risponde: "Dipende - dice - dalla dimensione che volete dare alla squadra". Purtroppo la "dimensione" alla squadra la danno loro, proprietà e dirigenti, con le loro scelte. Siamo ormai al terzo anno di una gestione da "transizione", nonostante una vagonata di milioni spesi, ma spesi male.