Zac: Le motivazioni ci sono ancora. Sul "Moggi radiato" indietro tutta della Gazzetta

News, 8 maggio 2010.

Zac: il prestigio della Juve è intatto. La Gazzetta si corregge sul "Moggi già radiato". Ancora un deferimento per Mourinho. Il River Plate su Camoranesi. Deschamps, gioia e rimpianto. Il Bayern critico con l'UEFA. Castagnini verso il Bari. Man U: continua la lotta tra proprietà e supporters.

Gazzetta, indietro tutta. Due settimane fa, in contemporanea con l'annuncio di Andrea Agnelli alla Presidenza della Juve, La Gazzetta in primis, e tutti gli altri organi di informazione a ruota, comunicarono solennemente, e senza porsi nessun dubbio, la radiazione di Moggi dopo il parere della Corte Federale. Abbiamo scritto, allora, che le cose non stavano effettivamente così, e che il provvedimento della Corte Federale, in virtù del quale si riteneva implicita e dunque assodata la preclusione a vita per Moggi, altro non era che un parere che avrebbe dovuto essere ratificato dal Consiglio Federale.
Oggi la Gazzetta , sempre a firma del suo vicedirettore Ruggiero Palombo, innesta la retromarcia e scrive: "Non sarà il prossimo Consiglio federale del 14 maggio a radiare Luciano Moggi. Abete si limiterà a portare all’attenzione del Consiglio il «parere» espresso dalla Corte di Giustizia Federale. L’ultima parola arriverà «entro la fine della stagione» ma solo dopo le necessarie valutazioni di ordine legale, perché la Figc (che studia pure il caso Preziosi plurisqualificato presidente del Genoa sotto richiesta di «preclusione») non vuole compiere passi falsi. Che potrebbero anche rivelarsi costosi". Finalmente ci sono arrivati anche loro. Chissà quanto sarà costato a Palombo, che aveva fatto il pesce pilota nell'annunciare la radiazione di Moggi, prima ancora che si esprimesse la Corte Federale, scrivere quelle poche righe.
Quella ratifica, che era data come un passo automatico, si sta rivelando più complicata del previsto. Era facile da prevedere, e sarebbe stato più corretto informarne, da subito, i lettori.

Zac: le motivazioni ci sono ancora; e il prestigio della Juve è intatto – Per Alberto Zaccheroni, nonostante tutto, nonostante il mancato aggancio alla Champions, le motivazioni non mancano, e sia lui che la squadra sono determinati a concludere bene una stagione comunque fallimentare: “Le motivazioni le ho: sono quelle che mi portano a voler finire nel migliore dei modi il campionato e credo debbano averle anche i giocatori. In settimana ci siamo allenati bene, ma la verifica ce la darà la partita. Il Parma è difficile da affrontare, perché è una squadra camaleontica, che cambia atteggiamento anche tre volte nel corso della partita. Ha attaccanti importanti ed è una formazione aggressiva che sa tenere bene il campo. Serviranno la giusta testa e le giuste gambe, perché voglio fare molto, molto bene queste due partite. I mezzi li abbiamo e la squadra sa che pretendo il massimo. Entusiasmo non ci può essere vista la classifica, ma dovremo comunque trovare energie per finire bene. Ora riusciamo a stare nella partita per novanta minuti e questi è importante per cogliere le occasioni che si presentano”. Uno stimolo per i giocatori potrebbe essere il tentativo di agganciare in extremis il sesto posto, al fine di evitare i preliminari di Europa League e la conclusione anticipata delle vacanze; anche se, secondo il mister, questo è un falso problema: “I giocatori faranno le vacanze come al solito. Si terminerà prima questa stagione e inizierà prima la prossima. Io ho disputato i preliminari di Champions con diversi giocatori impegnati nell’Europeo e problemi non ne abbiamo avuti". Fa poi un bilancio del suo operato analizzando le difficoltà incontrate: “Nel calcio ci si ricorda solo del risultato. Più che allenare ho fatto gestione. Una gestione che ha dato buoni risultati per un periodo, ma poi sono intervenuti troppi fattori che ci hanno impedito di portare i giocatori in forma. Purtroppo non c’è stato il tempo di lavorare sul piano fisico e su quello tattico. Abbiamo lavorato solo sulla testa, ma non è sufficiente, perché se non girano le gambe si finisce per perdere brillantezza. Dall’inizio ho allenato solo Udinese e Milan e visti i risultati mi sarebbe piaciuto farlo più spesso. Considerandomi un allenatore di campo e non di microfono, mi piacerebbe prendere una squadra da inizio stagione”. Quanto all’incertezza sul nome di chi prenderà il suo posto in panchina il prossimo anno, ritiene che sulla scelta non possa influire un minor appeal che oggi la Juve eserciti sui candidati papabili: “Da uomo di calcio ritengo che sia sempre molto alto. È uno dei club più prestigiosi del mondo. Quest’anno non è andato bene, ma da lì a discuterne il fascino... Se un allenatore dice di no alla Juventus è perché non ci può andare…Tutti dovrebbero sentirsi onorati anche solo di esserne interpellati, perché qui c’è storia e blasone…Poi si può anche fare una questione di soldi: se un’altra squadra ne offre di più e questi interessano più degli obiettivi, allora è un altro discorso”.

Mourinho deferito - Il Procuratore federale, Stefano Palazzi ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale José Mourinho, per violazione dell'art. 5 c. 1 del CGS "per avere espresso, mediante un'intervista videoregistrata e le dichiarazioni pubblicate su organi di informazione, giudizi lesivi della reputazione di persone di società operanti nell'ambito federale ed in particolare dirigenti della società Roma, adombrando altresì dubbi sulla regolarità del campionato a causa dell'operato di questi, con riferimento alla gara dell'ultima giornata di campionato Siena-Inter". Deferita anche l'Inter, per violazione degli artt. 4, c.2 e 5, del CGS, per responsabilità oggettiva. Palazzi ha anche aperto altri due procedimenti, uno "inerente pretesi premi promessi dalla dirigenza del Siena, in ipotesi idonei a condizionare l'esito della gara Siena-Inter dell'ultima giornata di campionato"; l'altro sul comportamento del calciatore Cristian Chivu, al termine della finale di Coppa Italia del 5 maggio 2010. Il giocatore dell'Inter, protagonista di un gesto volgare nei confronti dei tifosi della sua ex-squadra, ha già emesso in proposito un comunicato di scuse, ma resta comunque a serio rischio squalifica, alla luce non solo dell'eloquenza del gesto, ma anche del clima di tensione che ha avvolto la gara.

Olanda: parte oggi il Giro d'Italia. Sarà Amsterdam la sede di partenza del 93° Giro d'Italia. Iniziare all'estero non è una novità per il Giro Rosa ma questa è la prima volta che succede senza che ci sia un evento speciale. "I soldi non c'entrano" giura Pastore, relazioni esterne del main sponsor RCS, a chi osserva che gli olandesi hanno versato 2 milioni di euro per avere una tappa del giro. Allora sarà per far godere ai girondini le delizie di Rossebuurt e di qualche Coffee Shop?

Su Camoranesi c'è anche il River Plate - Secondo il suo agente Sergio Fortunato, Mauro German Camoranesi, terminata la permanenza in bianconero, vorrebbe tornare in Argentina, nel River Plate, di cui è tifoso: "La prossima settimana ci riuniremo con Daniel Passarella (il presidente del River, ndr). Sono ottimista, - dice all'emittente 'La Red' - visto il desiderio di Mauro che vuole giocare nel River. Farà i Mondiali, poi ha l'intenzione di stabilirsi in Argentina. È un tifoso del River e adora l'idea di giocare lì". L'unico ostacolo potrebbe essere rappresentato dall'alto ingaggio, ma non è insormontabile: "A volte, si dice che sia tutto difficile sapendo quanto guadagnano i calciatori in Europa. Però in questo caso c'è una forte volontà del River e c'è un forte desiderio di Mauro, che vuole tornare. La proposta lo alletta e vuole chiudere in Argentina. Mi ha sempre detto che gli piacerebbe giocare in Argentina e vorrebbe farlo ancora in ottime condizioni". Qualora però questo desiderio non dovesse concretizzarsi, le alternative a Camoranesi, non mancherebbero: "Ovviamente ci sono molte offerte: mi hanno chiamato dalla Germania, dalla Grecia e dalla Turchia. Lui, però, mi ha chiesto di ascoltare con attenzione il River". Il centrocampista però, sentito da 'Sportal.it', non ha voluto commentare queste prospettive, pur confermando che la Juve non intende prolungargli il contratto, in scadenza tra un anno, e ha rimandato ogni decisione a giugno.

Deschamps, gioia e rimpianto - Nelle parole dette da Didier Deschamps, fresco vincitore della Ligue 1, ai microfoni di Sky Sport 24, emerge la gioia per il successo colto con l'Olympique Marsiglia, ma anche il rimpianto per aver lasciato la Juve dopo la promozione: "Siamo riusciti a vincere questo titolo dopo 18 anni di attesa, è stata una grande gioia per tutti. Una grande soddisfazione, trionfare significa un lavoro quotidiano di 9-10 mesi, è una felicità incredibile perché stata una scelta affettiva, come quando tornai alla Juve in Serie B perché la società mi aveva dato tanto da giocatore. E sono molto fiero di averla fatta. E' stata una grande sensazione riportare la Juve in A, poi ci furono un po' di problemi. E' stato un errore mio andarmene, era meglio restare dov'ero". Richiesto di un parere su Agnelli, Didì ha detto: "A livello umano è una buona persona, aveva un rapporto vero con i giocatori, adora il calcio e adora la Juve e farà di tutto per riportare questa società dov'era prima. E' stato sempre vicino a questa società, credo che sia una buona scelta per la Juventus".

Il Bayern critico con l'UEFA - Uli Hoeness, presidente del Consiglio di sorveglianza del Bayern Monaco, è uscito allo scoperto parlando con l'agenzia tedesca Sid, ed ha attaccato l'Uefa, accusata di essere sensibile all'influenza italiana. La conferma della squalifica per Ribéry, ha fatto saltare il tappo della lamentela bavarese: "Nell'Uefa ci sono troppi italiani che hanno degli interessi. L'arbitro, che ha espulso Ribéry, era italiano, così come molte altre persone che svolgono ruoli importanti all'interno della stessa, mentre c'è un solo tedesco. In una situazione del genere, abbiamo scarso sostegno morale". Il Bayern ha deciso di fare un ulteriore appello rivolgendosi al TAS, un tribunale che esiste, come disse Cobolli, per ottenere uno sconto della squalifica. Hoeness è fiducioso: "Credo che al TAS abbiamo buone possibilità".

Niente finale Champions per Thiago Motta - La Commissione disciplinare dell'Uefa, riunitasi a Nyon, ha inflitto due turni di squalifica al centrocampista dell'Inter Thiago Motta, espulso dall'arbitro De Bleeckere nel ritorno della semifinale contro il Barça per la manata rifilata al blaugrana Sergio Busquets. Non potrà dunque essere in campo a Madrid per la finale di Champions League contro il Bayern.

Man U: continua la lotta tra proprietà e supporters - I Glazer non intendono vendere il club, neanche di fronte ad un'offerta di 1,7 miliardi di euro: la notizia è apparsa sulle colonne di 'The Sun'. Questo porrebbe fine anche alle speranze dei Red Knights un gruppo di facoltosi tifosi dello United, che da tempo sta tentando una scalata all'acquisto del club, con circa 1,3 miliardi di euro. Ma il Must (Manchester United Supporters' Trust), deciso a por fine all'era dei Glazer (e alla delicata situazione finanziaria, con oltre 770 milioni di euro di debiti), per bocca del suo direttore Duncan Drasdo, sostiene trattarsi di una manovra cinica e disperata per far salire il prezzo; i Glazer, dice, sono troppo economicamente in difficoltà per rifiutare offerte del genere e stanno giocando al rialzo; la protesta dei sostenitori cresce e molti si sono impegnati a non rinnovare l'abbonamento sino a quando il club non passerà di mano. Il Must conclude che questa mossa dei Glazer non otterrà altro risultato se non quello di rendere più dura l'opposizione dei supporters nei loro confronti.

Castagnini forse verso il Bari - Al Bari si è il liberato il posto di direttore sportivo: il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, ha infatto ufficializzato che Giorgio Perinetti, in questa stagione al Bari, tornerà a Siena, dove già era stato dal 2004 al 2007, contribuendo ala conquista di tre salvezze consecutive. E il più accreditato alla successione di Perinetti a Bari appare proprio Renzo Castagnini, attualmente capo degli osservatori della Juventus.

Londra sugli scudi - Per la prima volta una città europea avrà tre club in Champions League: si tratta di Londra. Hanno infatti già raggiunto la matematica qualificazione alla Champions del prossimo anno Chelsea, Arsenal e Tottenham; solo il Manchester United è riuscito a infilarsi nella morsa dei tre club della capitale. L'ultimo a raggiungere l'ambito traguardo Champions è il Tottenham, che ha spezzato l'analoga ambizione del Manchester City di Mancini, andando a sconfiggerlo a domicilio per 1-0. E Londra ha altri due club nella Premier League, il Fulham di Roy Hodgson, che ha raggiunto la finale di Europa League, e il West Ham di Zola.


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