Carraro: E' colpa di Guido Rossi. Moggi: Che faccia tosta, Guido Rossi!

News, 15 maggio 2010.

Carraro e Moggi contro Guido Rossi! Abete: Non c'è fretta. Il legale di De Santis attacca l'indagine sulle schede svizzere. Zaccheroni: Troppa sfortuna, troppe le difficoltà. La Figc condannata per discriminazione.

Carraro: E' colpa di Guido Rossi - A Guido Rossi cominciano ad arrivare le risposte. Nessuno ne accetta le chiamate in correo. Non certo Carraro, che con un comunicato si è affrettato a ribattere seccamente all'ex commissario molto straordinario: "Il GUP di Napoli, la Corte di Cassazione, il Tar del Lazio, la Procura della Corte dei Conti, la Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport presso il Coni, hanno riconosciuto la correttezza del mio comportamento sul piano penale, amministrativo, contabile e sportivo. L'8 maggio 2006, senza che nessuno me lo chiedesse, ho dato le mie dimissioni per la responsabilità oggettiva che compete al Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio - aggiunge nella sua nota Carraro -. Ritengo che Giacinto Facchetti sia stata una splendida persona nella vita e nello sport e che Moratti sia un uomo perbene. Penso che il Prof. Rossi, anche grazie alla qualità e alla quantità delle sue relazioni, nel 2006 abbia dato un importante contributo al calcio italiano in un momento delicato, ma ritengo anche che abbia commesso, come tutti, qualche errore, tra cui l'assegnazione dello scudetto all'Inter. Sono disponibile ad un sereno confronto con il Prof. Rossi in qualsiasi sede". Un colpo al cerchio e uno alla botte, però lui non c'entra. I correi di Guido Rossi, se ci sono, vanno cercati altrove...

Moggi: Però, che faccia tosta, Guido Rossi! - Nemmeno Luciano Moggi, chiaramente e ci sta e affida all'Ansa la sua replica, perentoria e tagliente, all'accusa di Guido Rossi di essere stato lui ad obbligarlo, con i suoi comportamenti, ad assegnare lo scudetto 2005-2006 all'Inter. Niente affatto! "Dopo essere stato smentito dal Presidente Federale Sandulli che dichiarò che 'fu una forzatura di Guido Rossi l'assegnazione dello scudetto all'Inter', dai tre saggi Aigner, Coccia e Pardolesi, i quali hanno ribadito che era meglio non assegnarlo, ora ci vuole proprio una bella faccia tosta a fare certe dichiarazioni - dice Moggi - Guido Rossi piuttosto ci dica cosa sa della Telecom e dei pedinamenti e le intercettazioni ai danni di calciatori, arbitri, società, della Figc. Ci dica come si sarebbe comportato, se le telefonate occultate uscite ora, fossero emerse nel 2006. Ma forse sarebbe meglio che fosse lui a tacere, anche perché ora, contrariamente a quello che dice e che ha fatto, lo scudetto tornerà al posto suo, per bontà degli onesti". Così sia. E il cerino è rimasto in mano a Guido Rossi.

Abete: Non c'è fretta, né per l'esposto della Juve né per la radiazione di Moggi - Sì, è vero, la Juve ha chiesto la revoca dello scudetto di cartone assegnato all'Inter, e l'aveva pure preavvertito, ma non c'è fretta, i tempi non si annunciano brevi: meglio lasciare che prima la giustizia ordinaria faccia il suo corso... "Al momento non c'è nessun organo della giustizia sportiva al lavoro per l'esposto della Juventus sulla revoca dello scudetto del 2006 finito dopo Calciopoli nella bacheca dell'Inter- spiega Abete - Come le decisioni prese dal commissario si basavano su indagini di organi di giustizia sportiva deliberanti, così, in questo caso, l'iter della Procura deve essere ancora effettuato. È inutile lavorare sui brogliacci o porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni. Bisogna aspettare i risultati conclusivi della perizia del tribunale di Napoli, che ha dato tempo 60 giorni e lasciare che si completi l'iter della giustizia ordinaria". D'altronde non è "comprensibile che ci sia intorno alla Federcalcio un'aspettativa prima che si completi il lavoro degli organi competenti ad accertare la verità. Non sarebbe giusto". Lo è stato solo nel 2006, naturalmente... E quanto a Moggi: "Il primo nodo da sciogliere è l'individuazione dell'organo federale competente. Non voglio decidere togliendo titolarità al consiglio federale, qualora l'avesse. Ho chiesto un ulteriore parere per capire se spetta a me o al consiglio decidere sulla radiazione. Non ci sono urgenze, lo farò nei prossimi giorni".

Il legale di De Santis attacca l'indagine sulle schede svizzere - Le schede svizzere dovrebbero essere, negli intenti dell'accusa al processo di Calciopoli in corso a Napoli, l'arma di cui si serviva la fantomatica, e ormai sgangherata, cupola moggiana per governare il sistema calcio: e quindi, in ultima analisi sarebbero la prova regina dell'esistenza della cupola stessa. Il maresciallo Di Laroni, nella sua ultima testimionianza, ha chiarito il cammino dell'indagine: essendo partita da casa del designatore Bergamo una chiamata verso una scheda svizzera, si è risaliti al proprietario, De Cillis, che aveva venduto nove sim a Moggi: ad ogni scheda, con un metodo tutt'altro che scientifico, è stato attribuito un proprietario: uno di è essi è stato 'identificato' proprio nell'arbitro Massimo De Santis, in virtù, si è detto, di un'analisi dei suoi spostamenti e contatti. L'avv. Gallinelli, il suo avvocato, in un'intervista su inchiostronline, contesta il metodo seguito dall'indagine e spiega il suo obiettivo: "Dimostrare, come da documentazione prodotta agli atti, che De Santis, in alcuni giorni e in alcuni orari nei quali gli viene attribuito l'utilizzo di schede svizzere, era in luogo assolutamente diverso rispetto a quelli indicati dalla polizia giudiziaria - dichiara a 'InchiostrOnline' - Le faccio un esempio: al mio assistito viene attribuita una telefonata fatta un giorno da Coverciano alle 14,19. Ma De Santis alle 14,00 era a Roma. Credo che nessuno possa andare da Roma a Coverciano in 19 minuti". Seguendo questa linea è convinto che "non si arrivi a dimostrare nemmeno il possesso o l'utilizzazione della scheda". Del resto afferma che nessuna delle persone che avevano contati con quella scheda svizzera, e che risulterebbero assai vicine a De Santis "è stata mai interrogata sull'argomento. Nessuno ha confermato di aver risposto o chiamato un numero svizzero". Suo compito sarà perciò quello di "verificare l'attendibilità delle indagini condotte da una persona che ha contribuito a generare questo procedimento, cercando di far emergere le lacune, laddove presenti".

Zaccheroni rammaricato: Troppa sfortuna, troppe le difficoltà - Zaccheroni si presenta alla sua ultima conferenza stampa in bianconero con un carico di rimpianti . "Il rammarico è alto per diversi motivi. Perchè non c'è tempo di recuperare la situazione, visto che siamo al termine. C'è il rammarico perché nel momento in cui i campi sono belli, la temperatura è migliore e si può giocare meglio, il calcio va in vacanza. Si va a vedere il calcio quando ci sono temperature e campo che non sono l'ideale. Per quanto mi riguarda, credo non sia il momento di fare un bilancio in generale. Però, il linea di massima, c'è il rammarico di non essere riuscito a migliorare la posizione in classifica. Mi sembra che siamo un gradino sotto rispetto al mio arrivo. Ovviamente mi auguravo di trovare meno difficoltà, di dover affrontare di tanto in tanto problematiche importanti, ma non di avere tutte queste problematiche accavallate. Ho sempre detto che la fortuna di un allenatore è quella di non avere troppi infortuni, poter scegliere in base alle condizioni fisiche dei tuoi giocatori. Adesso conosco meglio i giocatori non dal punto di vista tecnico ma mentale, conoscono la loro determinazione e il contributo che possono dare. Se potevo fare qualcosa in più per invertire la rotta? Potevo forse fare qualcosina, ma sarebbe cambiato poco. Le problematiche erano troppe. Mi sarebbe piaciuto solo affrontare quei 10 giorni famosi - Siena, Fulham, Sampdoria, Napoli - con l'organico in condizioni migliori. In alcune partite ho avuto fuori 10 o 11 giocatori e altri erano appena rientrati, quindi non al meglio. Nessuno della squadra ha potuto fare una stagione senza problemi." Sa che la sua avventura a Torino è giunta al termine: "Io sono arrivato come una sorta di traghettatore, anche se non mi sono mai sentito un traghettatore. Mi fa piacere che, dai segnali ricevuti dalla società, da quello che alcuni di voi hanno scritto, in presenza di una continuità di risultati si sia pensato anche di continuare col sottoscritto. Io capisco perfettamente che la società prenda altre direzioni perchè la stagione è stata quella che è stata; quando la stagione è così tormentata è difficile ripartire con lo stesso allenatore, anche se questo allenatore è arrivato che la situazione era già questa. Però i dati di fatti, rilevano che la situazione non è stata migliorata. Quindi io li capisco perfettamente. Di sicuro non mi lamento oggi e non mi lamento domani se la società dovesse scegliere un'altra soluzione". Su chi potrebbe essere il suo successore dice: "Io non so chi sarà. Comunque i nomi che circolano sono sicuramente allenatori di grande livello, tutti. Se mi fa rabbia che ci sia gente che ha vinto meno di me? Nel calcio conta l'ultimo risultato. Quindi non è una novità".

I convocati contro il Milan - Per l'anticipo dell'ultima giornata di campionato, in cui la Juve affronterà il Milan al mezza, Alberto Zaccheroni ha convocato 22 giocatori: Buffon, Caceres, Chiellini, Felipe Melo, Cannavaro, Grosso, Salihamidzic, Marchisio, Iaquinta, Del Piero, Amauri, Manninger, Zebina, Camoranesi, Trezeguet, Poulsen, Candreva, Paolucci, Diego, De Ceglie, Legrottaglie, Piccolo.

Candreva: lo vogliono Roma e Napoli - Antonio Candreva, uno dei 30 di Lippi, è uno dei pezzi pregiati di questo mercato estivo. A gennaio è arrivato alla Juve in prestito dall'Udinese, che ne detiene il cartellino, con la formula del prestito con diritto di riscatto della comproprietà; ma la società bianconera, nonostante le buone prove offerte dal giovane centrocampista, non sembra intenzionata ad esercitare questo suo diritto; vorrebbe un rinnovo del prestito, ma l'Udinese non pare interessata a questa soluzione, viste le offerte allettanti che sarebbero pervenute da Napoli e Roma, decise a darsi battaglia pur di assicurarsi le prestazioni del giovane nazionale.

Del Neri: Non ho ancora scelto nulla - Tutti sembrano ormai dare per scontato l'approdo di Luigi Del Neri, al traino di Marotta, ma l'interessato afferma di non aver preso ancora nessuna decisione riguardo al suo futuro: "Il mio comportamento è sempre stato corretto. Ho un vincolo di grande stima con il mio presidente, l'unica persona alla quale devo dire qualcosa. Sono state dette tante cose infondate. Non ho scelto nulla, non ho incontrato nessun dirigente e non ho stretto la mano a nessuno. Ho avuto contatti telefonici con 2-3 squadre. Certamente fa piacere vedere il proprio nome accostato a quello di grandi squadre, come farebbe piacere a qualunque allenatore. Ma di chiacchiere se ne fanno tante...".

Euro 2016: UEFA scettica sull'Italia - La valutazione dell'UEFA sulla candidatura italiana non dovrebbe lasciare speranze che i prossimi campionati europei si possano tenere nel nostro paese. I tempi stringono e la decisione sarà presa il 26 di questo mese. Le critiche maggiori riguardano gli stadi, per ospitare la manifestazione sono necessari 12 stadi e di questi solo uno è già esistente, otto hanno necessità di sostanziali adeguamenti e tre sono di nuova costruzione, di cui solo quello di Torino è già iniziato. Inoltre per uno di questi tre i costi di realizzazione previsti appaiono obiettivamente troppo bassi e per gli altri due troppo esagerati. Perplessità anche sui tempi di omologazione per gli altri otto, nessun progetto è già iniziato e le squadre non hanno previsto per la prossima stagione di spostare le gare in altri impianti per accelerare i tempi. Nonostante ciò Abete sembra ancora fiducioso, anche se ammette che a questo punto la Turchia potrebbe spuntarla anche sulla Francia nonostante Platini.

La Figc condannata per discriminazione - Nel 2008 la FIGC aveva negato il tesseramento ad un campionato dilettantistico ad un cittadino extracomunitario immigrato del Togo che aveva chiesto asilo politico in Italia. Oggi il tribunale di Lodi ha accolto il ricorso del giovane, che nel suo paese natale aveva anche disputato alcune gare in nazionale, ed ha disposto che la Federazione tesseri Shaib Idrissou Biyao Kolou regolarmente. Nella sentenza, firmata dal giudice Salmeri, si legge: "Il Tribunale di Lodi accerta e dichiara il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalla Figc e ordina il tesseramento del giocatore per il campionato 2009/2010”. La Federazione è stata condannata a pagare cinquemila euro di spese processuali e a pubblicare entro 15 giorni un’inserzione sulla Gazzetta dello Sport in cui specificare “la natura discriminatoria, basata sull’origine nazionale”, della sua regola che vieta l’iscrizione senza un permesso di soggiorno valido per tutta la stagione calcistica.


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