Il "giallo" dell'inno cantato da Marchisio? Troppo rumore per nulla.

News, 7 giugno 2010.

Marchisio: Nessuna frase offensiva, ero fuori tempo. Il ministro Calderoli contro i guadagni dei calciatori. Processo di Napoli: acquisita l'intervista a Tavaroli. Marotta infaticabile. Tiago: solo l'Atlético. Blatter: no alla tecnologia.

Marchisio e l'inno: disinnescata la presunta gaffe - Sul web è infuriata la polemica su Claudio Marchisio: secondo un video diffuso sul web da un sito romanista, Marchisio, nel cantare l'inno di Mameli prima della gara con la Svizzera, avrebbe storpiato l'inno stesso: nella frase "Che schiava di Roma iddio la creò" avrebbe aggiunto dopo Roma la parola 'ladrona'; a riprova di quanto asserivano coloro che hanno diffuso il video su YouTube reinterpretandone il labiale a piacimento avrebbero portato il fatto che i due giocatori ai suoi lati, Cannavaro e Pepe, subito dopo si voltino verso di lui sorridendo. Subito polemiche a non finire: quattro tra i giornali più diffusi caricavano la notizia nella loro home page e l'ex deputato Cento, acceso tifoso romanista, dichiarava a 'Romacalcionews' che Marchisio meritava l'allontanamento dalla Nazionale. Il primo a prendere le difese di Claudio Marchisio è stato Marcello Lippi: "Marchisio è un ragazzo fantastico, serio, esemplare, non credo proprio che abbia detto una cosa del genere. Sanzioni a Marchisio? Ma per favore..." Poi è stato Marchisio stesso a spiegare l'arcano: "Nessuna frase offensiva, semplicemente ero fuori tempo con la banda e il mio labiale può essere sembrato non in sintonia con l'inno". Quindi in pratica Marchisio, perso il tempo, avrebbe dovuto ripetere una volta ancora 'di Roma' per rimettersi al passo. Spiegazione ribadita con forza da Cannavaro: "Quello che è successo durante l'inno ieri sera è semplice: stavamo andando fuori tempo, Marchisio in particolare, tra suono della banda e coro del pubblico. Per quello, solo per quello, ci siamo messi a ridere. La verità è che siamo un paese ridicolo". Molto, troppo rumore per nulla.

Il ministro Calderoli contro i guadagni dei calciatori - Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione legislativa, ha parlato all'Ansa della necessità che anche il mondo del calcio faccia i suoi sacrifici: "E' giusto che anche il mondo del calcio partecipi ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi". Chiede perciò che "le società di calcio ridimensionino gli ingaggi, tenuto conto che i Cip 6 hanno drogato il mercato. Mentre sugli stipendi dei calciatori non possiamo intervenire, sui Cip 6 sì". Tenuto conto che il Cip 6 è una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi che stabilisce incentivi per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e assimilate, e che tra questi figurano le raffinerie, è chiara l'allusione ai petrolieri italiani proprietari di club calcistici, l'Inter di Moratti in primis, ma anche la Sampdoria e la Roma. Per rincarare la dose sull'Inter, Calderoli ha espresso anche i suoi dubbi sul fatto che la si possa considerare una squadra 'italiana': "E' una società che vince il titolo senza italiani , facendo giocare due minuti Materazzi (allude alla finale di Champions, ndr). Non è italiano neppure l'allenatore. Come possiamo considerarla una società italiana?". Non poteva mancare la replica stizzita del suo collega La Russa, interista sfegatato: "Quello che trovo incomprensibile è l’attacco all’Inter, l’unica squadra italiana in grado di vincere tre titoli in una stagione e fra questi la Champions League". Calderoli "ha scarsa dimestichezza con il calcio e non va oltre la conoscenza delle vittorie della squadra della Padania". Sceglie invece in risposta l'ironia Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione Italiana Allenatori: "L'idea non è male, mi pare chiaro che ci sia necessità di risparmiare. Per l'appunto, cominci il ministro Calderoli a rinunciare alle sue indennità. Ha avuto una pensata: cominci a metterla in pratica lui".

Calderoli: tagliare anche i premi degli azzurri - Sempre nell'ottica che il mondo del calcio faccia la sua parte nei sacrifici richiesti dalla crisi, il ministro Calderoli ha proposto che vengano ridotti anche gli eventuali premi che gli azzurri dovessero meritarsi sul campo (per questo Mondiale la Federcalcio ha stabilito, in caso di vittoria, 240.000 euro netti a giocatore, in caso di secondo posto 130.000 e 30.000 in caso di terzo posto): "In vista dei Mondiali faccio appello alla Figc affinché gli eventuali premi che spetteranno ai calciatori vengano ridimensionati rispetto alla crisi. Anzi sarebbe un bel gesto se calciatori e Federcalcio ne devolvessero parte a titolo onorifico". Piccata la risposta di Gigi Buffon: "Se Calderoli mi dice dove dovrebbero andare i nostri possibili non introiti, magari ci potrei fare un pensierino, se la causa la reputo giusta. Non capisco come mai i politici cavalchino sempre l'onda dei Mondiali per fare certe sparate, per poi fare retromarcia se le cose vanno bene..." Non è da meno Cannavaro: "Neppure commento. Siamo un paese ridicolo". La prende con filosofia invece Angelo Palombo: "Io pagherei di tasca mia, per vincere i Mondiali".

Processo di Napoli: acquisita l'intervista a Tavaroli - I PM napoletani del processo a Calciopoli Narducci e Capuano hanno acquisito l'intervista a Tavaroli apparsa su Repubblica nei giorni scorsi in cui conferma di aver incontrato Moratti nel 2002 ed averlo "aiutato" a preparare un documento da presentare in procura per denunciare Moggi ed il suo sistema sulla base delle informazioni rese dall'arbitro Nucini, che però chiamato a deporre durante l'interrogatorio non conferma le accuse.

Marotta infaticabile - "Se la Juve è in trattativa con giocatori non ancora pubblicizzati dai media? Sì, un paio di elementi non li avete ancora indovinati e manteniamo il segreto, verrà fuori qualche sorpresa. Quando li saprete? Penso la prossima settimana anche se non c'è fretta". Queste le ultime parole di Marotta sulle novità di mercato in casa Juve. Intanto, per restare sui nomi invece già fatti, oltre alla trattativa avviata per Motta e Candreva, prosegue quella per Bonucci, il cui cartellino è condiviso da Bari e Genoa, che con la Juve hanno già in ballo qualche altra questione (come le comproprietà Criscito e Palladino con i rossoblu). Si parla poi di un possibile viaggio a Mosca in settimana da parte di Marotta per convincere il Cska Mosca a cedere Krasic, non ai 15 milioni richiesti, ma a 10: si dice che Marotta vorrebbe chiudere l'affare prima del Mondiale, che potrebbe far lievitare il prezzo del giocatore. Un altro nome sempre caldo è quello di Dzeko, nonostante l'alto costo. In partenza sembrerebbero essere invece Grygera (in Germania) e Zebina (ci sarebbe un'offerta del Fenerbahçe).

Tiago: solo l'Atlético - La Juve ritiene troppo bassa l'offerta dell'Atletico Madrid per riscattare Tiago e ha cercato altre strade: Paris Saint Germain, ma anche Sporting Lisbona e Benfica, disposte ad avvicinarsi agli 8 milioni richiesti dal club bianconero (che sborsò per l'acquisto del giocatore 13,5 milioni). Ma Tiago non vuol saperne. Ama solo i colori biancorossi dei Colchoneros e vuole rimanere a Madrid. E' un amore corrisposto, se Miguel Angel Marin, ad dell'Atlético, dichiara al 'Mundo Deportivo' che l'arrivo del portoghese ha cambiato il volto della scorsa stagione e trattenerlo è un obiettivo prioritario; ma è un amore che ha un suo prezzo, e Marin è già venuto di persona a Torino per esplorare tutte le vie che possano condurre in porto la trattativa, che anche la Juve avrebbe intenzione di tenere viva, visto l'interesse per il Kun Aguero, titolare della maglia numero 10 del club di Cerezo.

Blatter: no alla tecnologia - Il presidente della Fifa Joseph Blatter ha ribadito la sua contrarietà a proposito dell'uso della tecnologia nel mondo del calcio; quindi niente palloni con chip sensibili né moviole a bordo campo. Ne ha parlato nel corso di un incontro con la stampa prima del suo incontro con Jacob Zuma, presidente del Sudafrica: "La tecnologia ucciderebbe la passione per il calcio, e per questo continuiamo ad essere fortemente contrari. Quando c'è una partita di calcio - ha detto - non esistono classi sociali, siamo tutti uguali e, allo stadio o davanti alla televisione, siamo tutti degli esperti. Se quindi siamo degli esperti non c'è bisogno della tecnologia: se la introducessimo, non ci sentiremmo più tali. Se la scienza arrivasse nel calcio, distruggerebbe la passione per il calcio, e noi non vogliamo che accada questo. Vogliamo continuare a mantenere vivi l'emozione e la passione che circondano il nostro sport".


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